Published on Ottobre 8th, 2024 | by Massimo Campi
0“QUESTIONE DI LOOK”
Affrontiamo il tema del look nelle immagini e le parole di uno dei più esperti creatori di grafiche racing – Immagini e disegni di Paolo D’ALESSIO
Dal 13 al 15 settembre 2024 a Torino, capitale mondiale del design automobilistico, si è tenuta la terza edizione di AUTOLOOK, un evento globale che celebra le auto da corsa come capolavori della tecnica, ma anche vere e proprie espressioni artistiche.
In particolare, il 15 settembre sono stati assegnati gli AUTOLOOK AWARDS, una serie di premi per quegli sponsor e team che hanno fatto del loro brand, della loro grafica, della loro comunicazione una forma d’arte contemporanea.
Ma come nascono le grafiche racing, cosa ne determina il successo e quali regole bisogna seguire per trasformarle in icone del motorsport?
A spiegarcelo è Paolo D’Alessio, che divide la sua attività tra il mondo del motorsport e quello dell’industrial design. Dal 1978 segue la Formula 1, dove si è sempre occupato dell’evoluzione tecnica delle monoposto da Gran Premio. Unico al mondo ha disegnato gli “spaccati” e migliaia di dettagli tecnici di oltre 300 monoposto, che hanno scandito l’evoluzione tecnica della F.1, dal 1950, al 2024 e di tutte le Ferrari da Gran Premio, dal 1948, al 2024.
Dal 1983, dopo essersi laureato in architettura, ha cominciato ad occuparsi di industrial design, contribuito alla creazione di celebri brand, come Momo Design e collaborato con importanti aziende a livello internazionale. Nel corso della sua attività ha inoltre curato il “corporate image” per numerosi team e sponsor, che hanno scritto la storia del motorsport, come Lancia, Fiat, Alfa Romeo, Honda, Renault, Martini Racing, Momo Corse, etc. etc. Nel 2022 ha creato gli Autolook Awards.
Con Paolo d’Alessio affrontiamo l’argomento delle grafiche racing con una serie di puntate, iniziando con il look del celebre marchio di liquori italiano.
MARTINI RACING: INNOVAZIONE NELLA CLASSICITA’
“Tutto cominciò – ricorda D’Alessio – quando Daniel Schildge, il braccio destro di Gregorio Rossi di Montelera, patron della Martini, mi chiese di rivedere il look della Lancia Delta del 1989. Nelle ultime gare di quella stagione l’esordiente Lancia Delta 16V si era presentata con un’insolita livrea rossa e le strisce Martini Racing trasformate in una sorta di bandiera a scacchi. L’impatto visivo era accattivante, ma il ritorno per lo sponsor alquanto deludente, perché allora i quotidiani erano ancora in bianco e nero e la livrea Martini Racing difficilmente leggibile. Quando i vertici della Martini se ne resero conto, mi chiesero di intervenire e di tornare al bianco di base. Non solo Gregorio Rossi di Montelera voleva una grafica che ricordasse la Porsche 936 a coda lunga, più volte vittoriosa a Le Mans. Un’impresa non semplice, per almeno due motivi: perché la Delta era una compatta due volumi e soprattutto perché bisognava intervenire su una grafica concepita da uno degli studi più famosi al mondo, come quello di Giorgetto Giugiaro.Nell’arco di un paio di settimane vennero elaborate numerose proposte e alla fine la scelta ricadde su una livrea nella quale le famose strisce del Martini Racing descrivevano una sorta di grande parabola sul fianco della vettura. Una grande pulizia formale e un espediente che “slanciava” la silohuette della due volumi, riecheggiando le vetture sport degli anni ‘70”.I vertici della Martini apprezzarono il nuovo look della Delta, ma soprattutto piacque agli appassionati di rally, e così ebbe inizio una collaborazione decennale col Martini Racing, che portò alla nascita di alcune grafiche da corsa diventate poi iconiche.”
Come la Lancia Delta HF del 1992, che Paolo D’Alessio considera “la più riuscita di tutte”.
“Col passare degli anni le dimensioni delle Gruppo A erano progressivamente lievitate e la “Deltona”, come venne soprannominata l’ultima Lancia da Rally, ne era la riprova: carreggiate allargate, maxi passaruota e vistose appendici aerodinamiche sui due assi. Anche in questo caso l’imput era sempre lo stesso: reinterpretare in maniera originale le classiche strisce Martini Racing e rendere la macchina quanto più filante possibile. Forte dell’esperienza maturata col modello precedente, l’andamento curvilineo delle strisce blu – azzurre e rosse sulle fiancate venne esasperato, descrivendo un arco sulla fiancata della due-volumi, che proseguiva, senza soluzione di continuità, sul tettuccio e sul cofano motore, dove terminava con un andamento a punta. Un chiaro rimando alla lancia, presente nel logo della Casa torinese. Una livrea calibrata, quasi essenziale, che diventerà una vera e propria icona per gli appassionati di rally, quando la Deltona si aggiudicherà il sesto titolo mondiale di fila”.