Formula 1

Published on Settembre 25th, 2024 | by Massimo Campi

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F.1 Singapore: Norris domina!

 

Di Carlo Baffi

L’inglese della McLaren-Mercedes, coglie la sua 3^ vittoria stagionale ed in carriera, dopo esser partito dalla pole. Verstappen, su una reattiva Red Bull è secondo davanti a Piastri. Solo quinta la Ferrari di Leclerc dopo una bella rimonta. In classifica piloti, Norris accorcia il gap portandosi a 52 punti dal leader Verstappen. Nel mondiale costruttori la McLaren prende il largo.

Che Lando Norris fosse il gran favorito del Gran Premio di Singapore, giunto alla sua 23^ edizione, lo si era capito dalle prove libere del venerdì e dalla pole autoritaria del sabato. La McLaren s’è adattata perfettamente anche sul tracciato di cittadino di Marina Bay (ormai avviene su tutte le piste), confermandosi come una monoposto imprendibile destinata a dominare ancora per molto. Ed a Marina Bay non montava la cosiddetta ala della discordia. L’inglese ha condotto sempre al comando (è la prima volta per lui) ed ha trionfato, malgrado due sbavature che potevano costargli caro. S’è messo dietro Verstappen che è riuscito a raddrizzare, insieme al team, un fine settimana partito nel peggiore dei modi. La Ferrari si morde le mani un’altra volta dopo Baku, perché visto il passo gara espresso ha sperperato punti importanti in ottica costruttori, complice una pessima qualifica che ha pregiudicato anticipatamente la gara.

Vittoria con jolly – Tra le attrattive di Singapore, c’è il Marina Bay Sands un lussuoso hotel a 5 stelle (con tanto di belvedere situato a 200 metri d’altezza) nel cui interno si trova uno dei più grandi casinò al mondo: vanta 600 tavoli e più di 2300 slot machine. Ebbene se al termine del Gran Premio, Norris ci avesse fatto una visita siamo quasi certi che avrebbe sbancato, perché la dea bendata era dalla sua parte. A testimoniarlo sono le “carezze” che il britannico ha dato ai muretti in ben due occasioni, mentre era da solo al comando e con un considerevole vantaggio su Verstappen. La prima al 30° giro con la MCL38 che arriva lunga in curva 14 e tocca il muro con l’anteriore. La seconda alla tornata 47 con la gomma posteriore destra che striscia la barriera. Due autentiche scosse elettriche che devono aver fatto raddrizzare i capelli al box papaya. Circa le cause, sarebbero da imputare dapprima ad un calo di tensione e poi ad un eccesso di foga, quando il capofila cercava il giro veloce per ottenere il punto in più. Fortunatamente gli è andata miracolosamente bene senza riportare alcun danno, potendo proseguire la sua marcia trionfale, ma questi due bonus devono far riflettere sulle prestazioni di questo pilota talentuoso che alterna capolavori (vedi il giro monstre in Q3) a momenti d’incomprensibile down. Se a Baku ha compromesso tutto in Q1, nella notte di Marina Bay ha rischiato di finire ko, nonostante avesse sfatato il tabù di esser riuscito a mantenere la testa dalla pole. Aveva di fianco l’amico-rivale Max con cui si gioca il mondiale. Insomma, la prestazione di Norris può definirsi eccellente, ma non ancora perfetta, gli manca ancora qualcosa per essere un campione completo. L’ha riconosciuto lui stesso nel dopo corsa:” Ho avuto sempre tutto sotto controllo, grazie ad una macchina fantastica. Volavamo. Mi sono preso qualche rischio di troppo e purtroppo ho fatto un bloccaggio quando non dovevo farlo. A volte ti rilassi troppo. Poi mi sono avvicinato troppo al limite. Qui è un posto difficile, si sa, ma è la sfida di Singapore, dove si spinge sempre al massimo. E’ stata la mia gara più dura.” Visibilmente distrutto dalla fatica ha confessato durante l’immediato commento al microfono di David Coulthard di patire anche un po’ di vertigini. In suo soccorso, lo scozzese gli ha versato dell’acqua fresca sulla testa, a cui è seguito un abbraccio fra i due. Di sicuro, lo stress fisico ha giocato un ruolo importante e può aver inciso nelle distrazioni sopradescritte, che ci auguriamo servano a Lando per maturare. Qualcuno ha tirato in ballo il grande Ayrton Senna, che nel toboga di Monte Carlo, gettò alle ortiche un successo sicuro, sbattendo alla curva del Portier mentre era in fuga sulla McLaren-Honda. Era il 15 maggio del 1988 ed il brasiliano ci rimase così male, da rifugiarsi immediatamente nel suo appartamento poco distante da luogo incriminato. Quella tremenda topica però lo rese ancora più forte. La situazione di classifica vede Lando staccato di 52 punti con 6 G.P. e 3 Sprint Race da affrontare, oltre ai punti disponibili dati dal giro veloce. Un gap non impossibile da colmare considerando il potenziale della MCL38 e l’aiuto che gli dovrebbe garantire il compagno. Oscar Piastri, reduce dal successo in Azerbaijan, ha deluso in qualifica finendo 5° dietro alle Mercedes, ma in gara s’è riscattato seminando nella seconda parte le Frecce d’Argento e guadagnandosi il terzo gradino del podio. Sicuramente, l’australiano è in grado di rubare punti preziosi a Verstappen, sempre a patto che Norris faccia il terminator. E su quest’ultimo punto non manca qualche perplessità.

Monosillabi – Tutto è nato durante la consueta “press conference” del giovedì. Alla domanda circa i problemi riscontrati a Baku, Max Verstappen aveva così risposto: “Avevamo modificato l’assetto dopo le prove libere e non ha funzionato. Quando ho iniziato le qualifiche, ho capito che la macchina era … fottuta’”. Ecco, a fronte della nuova politica introdotta dalla Fia per ridurre drasticamente il linguaggio volgare nei team radio, la parola “fottuta” non è stata gradita ed il collegio dei commissari ha convocato e condannato l’iridato allo svolgimento di lavori socialmente utili. Indispettito da quest’intransigenza, forse un po’ troppo integralista del potere sportivo (il presunto insulto non si riferiva ad una persona bensì alla monoposto, un insieme di parti meccaniche ed elettroniche senza un’anima), l’olandese si è presentato alla conferenza organizzata dalla Federazione dopo le qualifiche ed ha iniziato a parlare con vocaboli stringati. Dopodiché ha invitato i giornalisti nel paddock dicendo loro che sarebbe stato più esplicito. Insomma un gesto dimostrativo in contrasto col potere federale e non contro i media. A “Mad Max”, in questa circostanza più arguto che cattivo, è arrivata la solidarietà dai colleghi compreso Hamilton, il quale aveva criticato precedentemente le dichiarazioni del Presidente Fia Mohammed Ben Sulayem secondo cui la F.1 non è rap dove si usa un frasario scurrile con frequenza. Sta di fatto che la questione non s’è chiusa affatto ed il tre volte iridato ha rimarcato in sintesi che il suo lavoro è quello di spingere al massimo e che “l’affrontare queste sciocchezze non è il modo di continuare a praticare questo sport.” Per sua natura, Verstappen non ha mai nascosto una certa spontaneità, ricordiamoci quando l’anno passato sul red carpet del nuovo Gran Premio di Las Vegas, confessò di sentirsi un robot. Ed è il medesimo concetto che è tornato ad esprimere a Marina Bay, in un weekend dove per tenere testa a Norris, ha dovuto sudare sette camicie e non solo per il caldo umido asfissiante. Al termine di un venerdì nero in cui era disperso al 15° posto al termine della FP2 (Perez figurava invece 8°), i tecnici di Milton Keynes hanno rivoluzionato il set-up facendo si che la RB20 fosse più rigida, un lavoro che ha pagato ed ha permesso a Max di rialzare la testa e issarsi in prima fila a 203 millesimi dalla pole. Una scelta che ha penalizzato Perez, il quale non trovandosi a proprio agio su una macchina preparata per il campione, è finito fuori dopo la Q2. Preceduto da Norris in partenza, l’oranje ha cercato di mantenere la seconda posizione limitando la perdita di punti nei confronti del britannico e lasciando Piastri a 18”. “Ho corso praticamente in solitario – ha spiegato una volta uscito dall’abitacolo – ho solo dovuto gestire il degrado degli pneumatici. Nel 1° stint ho faticato maggiormente rispetto al 2°.” E riguardo alla corsa al titolo, è stato alquanto esplicito:” Non temo nessuno e cerco sempre di fare il meglio che posso, andando sempre al limite. Se la macchina mi permetterà di vincere vincerò, altrimenti no.” E’ l’ennesimo warning lanciato alla squadra che nelle prossime tre settimane di pausa dovrà davvero tirar fuori il coniglio dal cilindro. Il round di Austin in programma il 20 ottobre rappresenterà un momento cruciale, perché solo allora si potrà capire se la Red Bull è in grado di contrastare tecnicamente la McLaren. In questa battaglia Verstappen, che non vince da otto gare, è solo con la sua immensa classe (Perez è tornato a navigare nelle retrovie) nel contrastare il ritorno di Norris, che ha in Piastri un alleato che potrebbe essere l’ago della bilancia. Se la RB20 darà ulteriori cenni di risveglio come a Singapore, allora la missione di Max potrebbe essere più agevole, altrimenti il fiato sul collo dell’avversario si farà sentire sempre di più. I timori del clan di Horner si intuiscono dall’aiuto chiesto a Ricciardo di togliere il giro veloce a Norris e dalla rinuncia a correre con la livrea speciale prevista per Marina Bay. Il rischio che la nuova colorazione potesse gravare sul peso della monoposto, ha indotto i tecnici a non cambiare nulla. Parliamo di poco più di chilo di vernice, ma ogni minimo dettaglio non va trascurato. Detto questo possiamo comprendere i malumori di Verstappen, che oltre alle lacune della RB20 deve pure badare alle questioni di etichetta create dalla Federazione. In palio non c’è solo la quarta corona, ma anche il futuro che in Red Bull appare quanto mai incerto sotto il profilo delle prestazioni. C’è chi è pronto a scommettere che Max stia già impostando la rotta verso Brackley, o Silverstone, rispettivamente sedi di Mercedes e di Aston Martin. Rispetto alla “Stella a Tre Punte”, la compagine di Lawrence Stroll avrebbe un asso nella manica, che si chiama Adrian Newey.

Sciupona – Da Monza in avanti la Ferrari è cresciuta tanto, peccato che dalle ultime due trasferte sia tornata col muso lungo. Come a Baku, il Cavallino ha raccolto poco ed il rammarico è grande. Ha ragione il Team Principal Fred Vasseur quando dice che:” … siamo stati al pari della McLaren, sia venerdì, sia domenica. O meglio, in buona parte anche il sabato, però non in Q3, nel momento che contava davvero. Quello che ha poi deciso la corsa, come sempre a Singapore. Negli ultimi venticinque giri, Charles è stato allo stesso livello di Lando.” Come ha detto il manager transalpino, la svolta negativa è avvenuta dopo cinque minuti dall’inizio della Q3, complice ancora una volta l’errore di Carlos Sainz. Se a Baku, è entrato in collisione con Perez dilapidando la terza posizione, a Marina Bay ha stampato la sua SF-24 contro le barriere durante il giro di lancio all’ultimo tornante, demolendo il posteriore, causando lo stop della sessione e condizionando il prosieguo dei rivali, che avrebbero avuto a disposizione solo un tentativo per migliorarsi. Ma se Norris e Verstappen centravano l’obiettivo, Leclerc finiva lungo in curva 1 vedendosi cancellare il tempo; di conseguenza da settimo è stato retrocesso nono. Il monegasco s’è poi lamentato di aver avuto a disposizione degli pneumatici troppo freddi. Versione ritirata il giorno dopo quando ha ammesso il proprio errore. Compiuto il patatrac, la Ferrari ha cercato di fare il massimo limitando i danni. Leclerc, dopo aver faticato nel primo stint con le medie perdendo terreno dai primi, ha sfruttato la pista libera con le dure girando sugli stessi ritmi di Norris e Verstappen. Ha passato Alonso, Hamilton ed è piombato negli scarichi di Russell che però ha chiuso tutte le porte. Il quinto posto è una magra consolazione, così come per il settimo d Sainz. Il madrileno, al suo 200° Gran Premio è partito decimo con le medie ed ha rimontato cinque piazze dopo uno start infelice in cui era scivolato dodicesimo. “Abbiamo massimizzato il nostro potenziale  – ha dichiarato Leclerc – e la nostra gara è stata davvero buona. Il primo stint è stato un po’ frustrante, mi ha richiesto molta pazienza, ho dovuto stare calmo dietro alle vetture più lente che avevo davanti. Nel secondo stint, – ha proseguito Charles – le cose sono andate meglio ed avevamo un ritmo davvero buono con la pista libera. Ho spinto parecchio, ma purtroppo verso la fine della gara, quando sarebbe stato il momento di attaccare Russell, le mie gomme posteriori non erano più nelle migliori condizioni e non siamo riusciti a guadagnare quella posizione. Resta comunque il buon lavoro che abbiamo fatto. Nel complesso, non è stato il weekend più soddisfacente per noi, ma come squadra possiamo essere orgogliosi di aver cambiato le cose oggi in gara e della quinta posizione che abbiamo portato a casa.” Sainz ha elogiato la strategia del box e parlato di rimpianti: Lasciamo Singapore con l’amaro in bocca. A preoccuparci non è il passo gara, ma la piccola finestra che abbiamo in qualifica. Dobbiamo far meglio e cercare di partire davanti. Per il resto – aggiunge Carlos – è stata una gara impegnativa. Abbiamo corso un rischio fermandoci molto presto, ma ha funzionato e così alla fine abbiamo guadagnato qualche posizione. Sapevamo che il nostro ritmo era solido e mi sono divertito a compiere qualche bel sorpasso in pista. Ora c’è una pausa nella quale possiamo resettare tutto e tornare più forti per le ultime gare della stagione. Ci sono ancora molti punti in gioco e dobbiamo massimizzare il risultato ogni fine settimana.”

Frecce sbiadite – L’exploit in qualifica (grazie al suicidio Ferrari) che ha aveva portato le Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell in seconda fila davanti a Piastri, aveva sorpreso. Lewis, davanti a George per soli 26 millesimi poteva fare da terzo incomodo tra Norris e Verstappen, tant’è che ha osato partire con le Pirelli rosse a differenza del compagno che calzava le medie. Secondo Toto Wolff, il team boss, la tattica per l’eptacampione è stata assunta sulla base delle gare precedenti, dove a Singapore si assiste al classico trenino, come a Monaco e dove le gomme morbide possono garantire vantaggi in partenza. Hamilton ha provato ad attaccare al via, ma non è riuscito a sopravanzare Verstappen e successivamente non aveva il passo per impensierire il rivale. La tenuta delle sue soft non è durata a lungo e dovendo rimpiazzarle con la mescola hard anzitempo, ha fatto saltare il piano. Nel secondo stint ha sofferto ed al giro 50 è capitolato sotto l’affondo di Leclerc, dovendosi accontentare della sesta piazza. Un po’ più felice, ma non di tanto, Russell che nonostante i problemi di guida della W15E e lo sfinimento fisico, ha concluso a ridosso del podio resistendo all’arrembaggio di Leclerc. George ha tenuto duro cercando un poco di refrigerio aprendo la visiera e sporgendo le mani dall’abitacolo. Davvero stoico. Rispetto alle incoraggianti performances viste prima della pausa estiva, la Mercedes sembra aver perso lo smalto e la possibilità di agguantare il terzo posto tra i costruttori appare complicata. Sono 112 i punti da recuperare sulla Ferrari.

Titoli di coda? – E’ il giro 60, quando Daniel Ricciardo, fuori ampiamente dalla zona punti, rientra in pit-lane per montare il terzo treno di gomme soft. La mescola con cui s’era schierato per poi passare alle medie alla tornata 10 e ripassare alle soft al 48° passaggio; dunque era alla sua terza sosta. Motivo? Il suo ingegnere di pista gli ha chiesto se era d’accordo a puntare al giro veloce. Non ci vuole molta fantasia per dedurre che il fine fosse quello di togliere il primato ed il punto addizionale a Norris. E che il presunto mandante fosse la Red Bull, legata alla Racing Bulls dalla stessa proprietà. Guarda caso proprio intorno alla 60^ tornata “Mad Max” aveva cercato invano di battere il tempo record di Lando. Morale, Daniel obbedisce ed al penultimo passaggio ferma i cronometri sul tempo di 1’34.486, mezzo secondo meno del leader: missione compiuta! Così facendo anche se Norris vincesse tutte le restanti gare e Verstappen arrivasse sempre secondo, il mondiale sarebbe dell’olandese. Encomiabile Ricciardo nel dare una mano alla causa comune della Red Bull, con l’alibi di chiudere con il “best lap”il suo ultimo gran premio dopo 14 anni di carriera. Eh si, perché da Austin, probabilmente dovrà far posto al 22enne neozelandese Liam Lawson, di 7 anni più giovane. Il volto commosso di Daniel a fine gara e la risposta a chi gli chiedeva se sarebbe sceso in pista negli States fuga ogni dubbio:” Ci sono buone possibilità che io non ci sia.” Un epilogo amaro per l’australiano che si augurava di poter correre in Texas, quella che lui reputa la sua seconda gara di casa dopo Melbourne. Il ringraziamento ricevuto da Horner via radio ed esser stato eletto il miglior pilota del giorno sanno di commiato e di magra consolazione, anche perché ai fine della classifica non potrà incamerare il punto aggiuntivo essendo giunto 18° fuori dai primi dieci. D’accordo, nel Circus non c’è spazio per i sentimentalismi ed i risultati non depongono a favore dell’australiano (soprattutto in confronto al compagno), ma il cinismo dei “bibitari” fa un po’ specie. Così come inizia a far discutere l’etica sportiva della mossa, perché trattasi di un aiuto esterno al team di Verstappen. Una questione discussa già in passato. A tal proposito Andrea Stella ha precisato:” Faremo in modo che il mondiale non si decida per un punto, anche se trattandosi di un Campionato Costruttori non devono esserci coalizioni. Però non ho elementi per sostenere che la Racing Bulls abbia fatto il giro veloce per supportare la Red Bull.” Yuki Tsunoda sulla vettura gemella ha chiuso 12° sebbene fosse scattato 8° con le medie e dal 28 giro abbia tentato l’azzardo con le soft. E’ andata male, con la sorella minore della Red Bull che si ritrova senza punti per la quarta gara di fila e la sua 6^ posizione tra i costruttori è a rischio.

Gaucho d’assalto – Al suo terzo Gran Premio, Franco Colapinto ha chiuso 11° a ridosso della top-ten, dopo aver disputato una corsa consistente e per la prima volta su un tracciato insidioso come Singapore. Aggressivo sin dal via, l’argentino che partiva 12°, è transitato 9° al secondo passaggio dopo aver sopravanzato il compagno Alexander Albon (che ha protestato via radio). Il thailandese s’era qualificato 11° ed è poi stato costretto al ritiro. Per assurdo, le ottime prestazioni del 21enne ex driver di F.2 stanno mettendo in difficoltà la Williams che per il 2025 ha i sedili già occupati da Albon e Sainz. A detta di radio paddock, il rookie potrebbe essere girato in prestito all’Audi trovando quindi un meritato volante.

Indomito – E per restare nell’ambito della “Casa degli Anelli”, rivolgiamo un plauso a Nico Hulkenberg, il cui futuro è già stato ufficializzato alla corte di Mattia Binotto. Il tedesco della Haas-Ferrari, partiva sesto e dopo lo spegnimento dei semafori è salito  subito quinto passando Piastri, dopodiché ha lottato come un gladiatore terminando nono davanti alla ben più quotata Red Bull di Perez. Grazie ai 2 punti, la compagine americana si porta a tre sole lunghezze dalla Racing Bulls-Honda.

Spettatore – Per la prima volta nella sua storia, il Gran Premio di Singapore non ha visto in pista la Safety-Car, variabile su cui contava qualche team tra cui la Ferrari che non partiva davanti. A far notizia è anche il dato secondo il quale, la vettura di sicurezza è disoccupata da ben otto round, per la precisione dal Canada. Un periodo tranquillo per il suo esperto conduttore Bernd Maylander, la cui ultima emozione risale al giovedì di Monza per essere finito in sabbia alla Parabolica, durante i giri di prova. Non ce ne voglia per l’ironia.

 

Ordine d’arrivo
1°  Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 62 giri 1.40’52″571
2°  Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 20″945
3°  Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 41″823
4°  George Russell (Mercedes) – 1’01″040
5° Charles Leclerc (Ferrari) – 1’02″430
6° Lewis Hamilton (Mercedes) – 1’25″248
7° Carlos Sainz (Ferrari) – 1’36″039
8° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
9° Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1 giro
10° Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 1 giro
11° Franco Colapinto (Williams-Mercedes) – 1 giro
12° Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
13° Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1 giro
14° Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
15° Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari) – 1 giro
16° Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari) – 1 giro
17° Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1 giro
18° Daniel Ricciardo (Racing Bulls-Honda) – 1 giro

Ritirati
Kevin Magnussen (Haas-Ferrari)
Alexander Albon (Williams-Mercedes)

Classifica piloti
1° Verstappen 331 – 2° Norris 279 – 3° Leclerc 245 – 4° PIastri 237 – 5° Sainz 190 – 6° Hamilton 174 – 7° Russell 155 – 8° Perez 144 – 9° Alonso 62 – 10° Stroll, Hulkenberg 24° 12.Tsunoda 22 -13° Albon, Ricciardo 12 – 15° Gasly 8 – 16° Bearman 7 – 17° Magnussen 6 – 18° Ocon 5 – 19° Colapinto 4

Classifica costruttori
1^ McLaren-Mercedes 516 – 2^ Red Bull-Honda 475 – 3^ Ferrari 441 – 4^ Mercedes 329 – 5^ Aston Martin-Mercedes 86 – 6^ Racing Bulls-Honda 34 – 7^ Haas-Ferrari 31 –  8^ Williams-Mercedes 16 – 9^ Alpine-Renault 13

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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