Published on Agosto 21st, 2024 | by Massimo Campi
0GP Italia nella storia: 1929 Varzi vince il Gran Premio di Monza
Il pilota di Galliate conquista la gara sull’ovale di Monza in un tempo record
Il Gran Premio di Monza del 1929 si tenne al posto del Gran Premio d’Europa, che era stato annullato dopo la tragedia del 1928 con la morte di Emilio Materassi e 22 spettatori travolti sugli spalti dalla Talbot del pilota di Borgo San Lorenzo uscita di strada ad oltre 200 km/h nel tentativo di sorpassare la Bugatti di Giulio Foresti.
Per la prima volta dal tragico evento dell’anno precedente, l’autodromo di Monza è stato nuovamente utilizzato per una gara automobilistica, organizzando il Gran Premio di Monza. Per migliorare la sicurezza degli spettatori, sono state spese complessivamente 400.000 lire per muri di protezione in cemento armato alti 90 cm, che erano stati costruiti lungo i due bordi del rettilineo tra le tribune e i box. La trincea di fronte alle tribune è stata estesa, approfondita e allargata fino a quattro metri di larghezza. Inoltre è stata creata un’area larga 15 metri, riservata agli spettatori. Per adattarla, le tribune sono state sollevate e spostate a una adeguata distanza dal bordo della pista.
Il Gran Premio di Monza fu l’evento più importante su un circuito automobilistico nel 1929. Il conte Vincenzo Florio che era un membro del CSI (Commissione Sportiva Internazionale) dell’AIACR, e presidente della Commissione Sportiva del RACI (Reale Automobile Club d’Italia), si rifiutò di organizzare il Gran Premio d’Europa tenutosi a Monza con la formula internazionale, che era stato programmato per il 7 settembre, e annullò quell’evento. Invece organizzò il secondo Gran Premio internazionale di Monza il 15 settembre.
Così facendo eliminò l’impopolare formula internazionale, sostituendola con la formula libera per questo evento senza restrizioni di peso, carburante o cilindrata. La Commissione Sportiva del RACI e la Società Autodromo di Monza si occuparono dell’organizzazione sotto la supervisione del commentatore Conte Vincenzo Florio e del Cavaliere Renzo Castagneto, direttore di gara.
L’organizzazione della gara, incluso il programma, era simile all’evento del 1927 con tre gare di qualificazione e una finale. Le gare si tenevano esclusivamente sull’ovale veloce rialzato con le prove eliminatorie svolte separatamente, suddivise in tre categorie in base alla cilindrata.
Fino a 1500 cc erano in gara le vetture per la batteria I, da 1501 a 3000 cc per la batteria II e oltre 3000 cc per la batteria III. I primi tre classificati di ogni batteria sono stati ammessi alla finale.
La pista è stata percorsa in senso orario per 22 giri dell’ovale di 4,5 km, per un totale di 99 km con la Curva Nord prima e la Curva Sud appena prima del traguardo. Il tempo massimo consentito per essere classificati era di 45 minuti.
La gara è stata considerata valida per il Campionato Italiano Automobilistico e le auto partecipanti dovevano essere verniciate nel colore della nazionalità del concorrente. L’estrazione a sorte per i numeri delle auto da corsa si è svolta il 12 settembre alle 18:00. A causa dei numeri pari progressivi, per prime a essere estratte sono state le auto del Gruppo I, poi del Gruppo II e infine del Gruppo III. Per ogni partenza le auto dovevano allinearsi in base ai loro numeri. La disposizione della griglia per la finale è stata determinata da un’estrazione a sorte separata. Il cambio dei piloti era consentito solo ai box e doveva avvenire in presenza di un funzionario.
Il montepremi del Gran Premio di Monza era molto buono, con un totale di 450.000 lire. Il vincitore di ogni categoria riceveva 40.000 lire, il secondo 20.000, il terzo 15.000 e il quarto 10.000. Il vincitore della finale riceveva 50.000 lire, ilIl secondo 20.000, il terzo 12.000, il quarto 10.000 e il quinto 8.000 lire. Oltre ai premi in denaro c’erano anche trofei e medaglie.
La gara italiana vide la migliore diversità di forti iscrizioni da parte dei costruttori e i migliori piloti europei erano presenti per la serie di tre gare a eliminazione di 99 km su 22 giri e la finale sulla stessa distanza sul circuito ovale di Monza. Nella prima gara per auto fino a 1500 cc, le Talbot di Arcangeli e Nuvolari finirono davanti alla Maserati di Ruggeri. L’americano Duray sulla Packard-Cable Miller fece il tempo più veloce, condusse per tre giri ma si ritirò, seguito dalla Maserati di Beccaria.
La seconda manche per auto fino a 3000 cc vide il doppio delle iscrizioni, per un totale di 10 auto. Le Alfa Romeo di Brilli Peri e Varzi finirono prima e terza, mentre le Maserati di Borzacchini e Toti finirono al secondo e sesto posto. Le tre Bugatti di Biondetti, Foresti e Decaroli si sono classificate quarta, quinta e settima. Duray nella seconda Miller, Zanelli (Bugatti) e Nenzioni (Maserati) si sono ritirati.
Solo quattro auto hanno gareggiato nella terza manche per auto oltre i 3000 cc. La Mercedes di Momberger ha battuto di un soffio la nuovissima auto da 16 cilindri di Alfieri Maserati e Caflisch (Mercedes-Benz) è arrivato terzo mentre Rosenberger (Mercedes) si è ritirato al terzo giro.
I primi tre classificati di ciascuna delle precedenti manche eliminatorie erano ammissibili per la gara finale, per un totale di nove auto.
Gli spettatori hanno apprezzato l’intervallo di quasi due ore prima della gara finale, in modo da avere abbastanza tempo per mangiare. C’era folla ovunque, non solo sulle tribune, ma anche i bordi della pista su entrambi i lati erano pieni di persone, che si accalcavano per vedere l’ultimo atto di questa grande occasione sportiva. Poco prima delle 15:00 i nove concorrenti hanno sfilato in pista verso la linea di partenza per posizionare le auto in due file, secondo l’estrazione a sorte.
La finale è iniziata alle 15:00 quando Varzi ha preso il comando. Dopo il primo giro, mentre passavano le tribune in ordine ravvicinato, le prime 5 auto sono passate in meno di tre secondi: Varzi, Borzacchini, Maserati, Arcangeli e Nuvolari. Ancora più indietro inseguiva Brilli Peri, che era partito con calma deliberata e aveva lottato con la Mercedes di Caflisch, seguito da Momberger e Ruggeri per ultimi. 1. Varzi (Alfa Romeo) 1’38.0 2. Borzacchini (Maserati) 1’39.0 3. A. Maserati (Maserati) 1’40.0 4. Arcangeli (Talbot) 1’40.2 5. Nuvolari (Talbot) 1’40.6 6. Brilli Peri (Alfa Romeo) 1’45.0 7. Caflisch (Mer cedes-Benz) 1’45.4 8. Momberger (Mercedes-Benz) 1’50.0 9. Ruggeri (Maserati) 1’55.0
Alla fine del 22° giro, l’ultimo, Varzi arrivò primo, il che equivaleva a una vittoria molto italiana e vinse contemporaneamente il campionato italiano. La folla lo accolse con un applauso delirante, mentre i contendenti rimasti dovevano guidare un altro giro per completare la distanza richiesta. Nuvolari arrivò secondo sulla Talbot, con oltre un minuto di vantaggio sulla Mercedes-Benz di Momberger. Brilli Peri era sceso al quarto posto all’ultimo giro, quando si fermò di nuovo ai box, questa volta per rimuovere il tubo di scarico che si era allentato. Caflisch sulla seconda Mercedes arrivò quinto, mentre Alfieri Maserati rallentò ancora di più con un giro in 2m15.0s e scese al sesto posto. La sua lotta con la sua nuova 16 cilindri durante i primi giri, in testa dal giro 2 al 10, fu un grande debutto. Il brillante Borzacchini con la Maserati del 2000 fu ritardato solo dalla rottura di una gomma e dimostrò ancora una volta l’eccellenza della sua Maserati. Le due Talbot, nonostante Arcangeli sia stato costretto al ritiro verso la fine, hanno dimostrato di essere ben sviluppate e l’impressionante gara di Nuvolari non avrebbe potuto mostrare un risultato migliore. Le barriere e le recinzioni non hanno potuto impedire alla folla eccitata di invadere la pista e di afferrare Varzi e portarlo in giro in trionfo.