Published on Luglio 27th, 2024 | by Massimo Campi
0L’ultimo garagista – La storia della Forti Corse raccontata da chi l’ha vissuta
il libro di Claudio Maglieri e Gianfabio Forti
immagini ©Massimo Campi
“Mangiare, divertirsi, competere” è sempre stata questa la filosofia di Guido Forti, il fondatore, l’anima della Forti Corse. Guido era nato nel 1940 a Castelnuovo Scrivia un paese in provincia di Alessandria, vicino a Tortona e da quel paese di provincia nasce la storia di una squadra, nata con la voglia di fare bene, di vincere e proprio con i successi nella varie formule minori è nata la voglia di esordire in Formula 1, un sogno diventato realtà, ma poi è finito come un incubo cancellando in parte quell’aurea di successo che aveva contraddistinto quella fantastica avventura.
La storia inizia con la passione per le auto da corsa. Forti, come altri giovani, debutta al volante di una Formula 875 Monza, risultati pochi ma capisce che quello è il suo mondo ed inizia una attività di vendita ricambi per auto da competizione. Guido ha anche fatto l’autista per personaggi del mondo dello spettacolo e tra i suoi amici ci sono Fabrizio De Andrè, Paolo Villaggio, Gino Paoli, gente sicuramente non comune.
Nel 1977, con una monoposto di Formula Ford 2000 ed un giovane pilota, un certo Teo Fabi che veniva da una esperienza negativa. Con Guido Forti, che ha subito fiducia nel pilota milanese, inizia l’avventura: Fabi vince il titolo italiano all’esordio con la monoposto realizzata da Enzo Osella. Accanto a Guido, c’è Paolo Guerci, un provetto meccanico proveniente dalla Repetto Corse, ed il sodalizio Forti-Guerci sarà l’asse portante di tutte le vittorie della squadra alessandrina. Il passo successivo è quello della Formula 3 Sudamericana con Oscar Larrauri, l’unico periodo senza Guerci, ed anche senza successi.
“Avevo in parte abbandonato il mondo delle corse, vendevo lubrificanti, ma alla fine Guido mi convinse a rientrare e collaborare con lui a metà stagione 1981 – sono le parole di Paolo Guerci – facemmo un test a Varano con Piero Martini e delle monoposto di Formula 3. Dopo le varie regolazioni fece il record della pista, ma poi scelse di correre con un’altra squadra per la stagione successiva”.
Il 1982 riparte con la Forti Corse gestita dal patron Guido per tutti gli aspetti logistici ed organizzativi, Paolo Guerci come direttore tecnico e due nuovi piloti: Franco Forini e Carlo Matarazzo. La grande svolta arriva nel 1985 quando lo svizzero Forini vince il titolo Italiano di Formula 3 con la Dallara.
Da quel momento la Forti Corse diventa una realtà vincente dove si mischia la forza imprenditoriale e la diplomazia di Guido Forti con il pragmatismo e la finezza tecnica di Paolo Guerci, senza mai far mancare un po’ di sano divertimento all’interno della squadra.
“Mio padre era un personaggio senza riferimenti – sono le parole di Gianfabio Forti, il figlio di Guido – l’esatto opposto da come se lo immaginava la gente: amava la vita e la competizione, ma soprattutto amava il mondo dello spettacolo, amava divertirsi e stupire!”
Nella seconda parte degli anni ’80 la Formula 3 Italiana è tra le più famose, professionali e competitive al mondo ed il Team Forti diventa la squadra di riferimento, quella più ambita dai giovani piloti che vogliono fare una carriera da professionista. Guido è abile a trovare sponsor importanti, ma soprattutto si rivela anche un abile talent scout, mentre Paolo riesce sempre a trovare qualche piccola modifica per fare volare le monoposto se guidate da mani esperte. Nel 1987 è la volta di Enrico Bertaggia a conquistare l’ambito titolo italiano e l’anno successivo trionfa anche nel GP di Montecarlo F.3 ed a Macao.
La striscia vincente continua con Emanuele Naspetti nel 1988 e nel 1989 tocca a Gianni Morbidelli che vince anche il titolo Europeo di Formula 3. Per la squadra alessandrina è il momento di fare il salto di qualità ed il passo successivo è la F.3000, l’anticamera della Formula 1 dove il team inizia a correre nel 1987 e nel 1991 abbandona la formula 3 per dedicarsi alla categoria maggiore. Dai telai Dallara passa ai più competitivi Lola ed in seguito Reynard ed arrivano i risultati. Nel 1990 arriva la prima vittoria con Morbidelli e nel biennio 1991-1992 il Team Forti conta ben sette successi in Formula 3000 con Emanuele Naspetti ed Andrea Montermini.
Nel 1993 arriva Pedro Paulo Diniz, un pilota brasiliano figlio di un ricco imprenditore e dotato di una grossa valigia di sponsor personali. Con Diniz arriva anche Pablo Gancia un ricco uomo d’affari sudamericano che vuole portare il pilota in Formula 1. È la grande occasione, il sogno possibile, il traguardo da raggiungere e Guido Forti si organizza per debuttare nella massima Formula nel 1995.
La progettazione della monoposto è affidata a Sergio Rinland e poi rivista da Giorgio Stirano ed accanto a Diniz, come secondo pilota, c’è Roberto Moreno. Sono anni in cui ci sono diversi piccoli team in Formula 1 ed emergere è molto difficile, soprattutto con una monoposto nuova e poca esperienza.
Nel 1996 Diniz abbandona la squadra e passa alla Ligier con relativi sponsor attratto dalla promesse di Flavio Briatore, allora team manager del team francese. Per la squadra italiana sono tempi duri, ma Guido non vuole mollare ed al volante della nuova Forti FG03 ci sono Badoer e Montermini, mentre Cesare Fiorio entra nell’organico come Team Manager.
Il sogno di Guidi Forti, da realtà, si è ormai tramutato in incubo: manca una adeguata copertura finanziaria ed a metà stagione cede il 51% delle azioni alla società irlandese Shannon. In Spagna le Forti passano dal giallo alla livrea verde bianca, ma ben presto la nuova realtà irlandese si rivelerà una truffa finanziaria e non avendo più a disposizione fondi e senza risultati utili, il team è costretto a chiudere i battenti e ritirarsi anticipatamente dal campionato.
In quegli anni la Formula 1 sta cambiando i suoi assetti interni, Bernie Ecclestone e la FIA sono riusciti a creare un mondo che attira i grandi costruttori con i loro capitali, per i piccoli “garagisti”, come venivano chiamati da Enzo Ferrari, non c’è più spazio. I budget richiesti sfiorano cifre da capogiro ed i team di secondo e terzo piano, che non sono riusciti a fare il salto di qualità con un grande costruttore, saranno ben presto costretti a chiudere.
Questa è in sintesi la storia della Forti Corse, una scuderia nata dal niente e quasi per scherzo, che ha scritto un pezzo di storia importante nell’automobilismo sportivo italiano conquistando vittorie, titoli, scoprendo giovani talenti che sarebbero diventati futuri campioni. Da Castelnuovo Scrivia a Genova, da un capannone di fianco al cimitero, ai paddock di Monza e del Nurburgring, da Alessandria alla conquista del mondo. Una piccola realtà di paese che s’incrocia con massimi personaggi del motorsport, ma anche con amici come Fabrizio de André, Paolo Villaggio e tanti altri.
“Era impossibile non fidarsi di Guido, e lui a sua volta credeva sempre nelle altre persone; purtroppo, negli anni, si è trovato ad avere a che fare con alcuni interlocutori pieni di buone intenzioni che non hanno saputo mantenere le promesse, e con altri addirittura in malafede – sono le parole di Giampaolo Dallara – Non è mai stato troppo prudente… Tuttavia, se lo fosse stato, non avrebbe mai fondato la Forti Corse né l’avrebbe mai portata a quei livelli”.
Il racconto della scuderia – e del suo fondatore, Guido Forti, il più circense ma allo stesso tempo il più serio sognatore di questo sport – ripercorre, dagli anni ‘70 ai primi anni ‘90, Motorsport, successi, feste e momenti indelebili: aneddoti che solo la Forti Corse poteva regalare ai tifosi di mezzo mondo. Una storia vera, che mai più si ripeterà e descritta nel libro di Claudio Maglieri – giornalista, collaboratore con diverse testate sportive e della pagina Facebook Formula Once – e da Gianfabio Forti – esperto di strategia e innovazione di business non che figlio di Guido.
L’ultimo garagista – La storia della Forti Corse raccontata da chi l’ha vissuta
Di Claudio Maglieri e Gianfabio Forti
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