Di Carlo Baffi – immagini ©Enrico Ghidini
Il Campione del Mondo della Red Bull porta a sette le sue vittorie stagionali regolando Norris su una McLaren sempre più forte. Hamilton terzo, ritrova il podio con una Mercedes ancora in crescita. Ferrari solo quinta e sesta con Leclerc e Sainz che polemizzano tra loro. Si rivedono due Alpine nella top-ten.
La storia si ripete. Come ad Imola e Montreal, Max Verstappen centra il suo terzo successo consecutivo sul tracciato di Montmelò, malgrado guidasse una vettura inferiore alla McLaren-Mercedes del poleman Lando Norris che occupa il posto d’onore. Ormai non è più un’impressione, bensì un dato di fatto: la Red Bull è plafonata e solo grazie alle doti del tre volte iridato riesce ancora ad affermarsi. Attualmente la McLaren è la monoposto di riferimento e la Mercedes sta confermando i progressi visti in Canada. Parliamo a fronte di prestazioni mostrate su una pista come quella catalana che da sempre è un banco di prova fondamentale per capire le potenzialità dei vari team. Una nota dolente soprattutto per la Ferrari, che non ha rialzato la testa dopo Montreal dove aveva rimediato un doppio zero. In Spagna, Leclerc e Sainz sono partiti rispettivamente quinto e sesto e così sono arrivati, non riuscendo a sopravanzare chi li precedeva. Un bottino magro se ti chiami Ferrari e che palesano delle difficoltà su un certo tipo di layout soprattutto il sabato quando occorre piazzarsi bene in qualifica.
Max-dipendente – Appena uscito dall’abitacolo, Verstappen s’è lanciato verso i suoi meccanici per festeggiare un trionfo tutto suo. Un po’ come otto anni fa sempre su questa stessa pista, quando al suo esordio con la Red Bull (era la sua seconda stagione in F.1) siglò il suo primo trionfo. In quel giorno, era il 15 maggio 2016, beneficiato anche dalla collisione tra i missili d’argento di Hamilton e Rosberg, il 18enne Max marciò verso la gloria senza alcuna sbavatura tenendosi dietro un iridato del calibro di Raikkonen. Da sottolineare che la Red Bull cercava di ritornare ai vertici e non era stratosferica: per la cronaca, l’ultima vittoria risaliva al G.P. del Belgio di due anni prima. Ebbene anche in quell’occasione il pilota fece la differenza per la gioia di Horner e Marko (erano ancora amici). Avevano trovato un fenomeno che ben si sarebbe coniugato con le trovate geniali di Adrian Newey. Ma se allora i “bibitari” erano all’inizio di un nuovo ciclo, oggi il quadro è differente. Pur potendo contare sull’olandese, c’è un fronte tecnico che allarma non poco. Newey è in uscita ed ufficialmente non si sta più occupando dello sviluppo della sua RB20 che essendo una vettura estrema, forse un po’ troppo, mostra delle criticità. Un tempo la Red Bull era efficace sin dal venerdì su ogni tracciato, adesso richiede un lavoro intenso nella messa a punto e se Verstappen alla fine ci mette del suo per trovare il giusto feeling col mezzo, Perez è nel marasma. La RB20 è allergica ai cordoli, tant’è che prima di sbarcare a Barcellona, lo stesso Verstappen ha effettuato un test il mercoledì con la vettura del 2022 ad Imola, proprio dove erano emersi i problemi. Se da un lato questo evidenzia la volontà di lottare col coltello fra i denti, dall’altro conferma la crisi, che potrebbe ripercuotersi sul futuro, in cui mancherà Newey. Ed è forse questo il grosso punto interrogativo: se non ci saranno dei miglioramenti a breve fino a quando “Mad Max” potrà metterci una pezza? Nel dopo gara il Team Principal Chris Horner pur esaltando il suo pupillo, ha parlato di perfetta combinazione tra pilota e team. Certo la squadra essendo navigata non sbaglia le strategie, come quella di aver schierato la RB20 del n°1 con le soft usate al fine di avere il set di nuove per l’ultimo stint. Ma la sensazione è che nelle ultime imprese, Max sia contato al 70% se non di più. Sorpreso in partenza da Russell, è stato davanti a Norris finendo anche sull’erba per poi freddare George al secondo giro. Da li in poi ha gestito al meglio la situazione. Diverso il discorso per il suo compagno Sergio Perez. Partiva 11° complice una penalità rimediata in Canada ed ha concluso ottavo giocando su tre soste, ritornando finalmente a punti. Però ha sempre navigato ai margini della top-ten. Horner si dice certo che nel 2025 Verstappen sarà un suo driver, anche perché ha un contratto, ma poi? La Mercedes lo corteggia da mesi e occorre riflettere sulla replica che il team boss Toto Wolff ha riservato ad Horner in merito al mercato piloti.” La priorità è quella di lavorare per Lewis e George per portarli ad alti livelli. Dobbiamo spingere per essere competitivi, perché se la macchina andrà bene tutti i piloti vorranno venire da noi” Un chiaro messaggio per Max, perché la partita si giocherà proprio su questo terreno. Quali prospettive la Red Bull può assicurare all’orange in vista del 2026, quando a Milton Keynes dovranno produrre anche una power unit in proprio, pur con il supporto della Ford? Da buon cannibale, Verstappen punta a raggiungere i record di Schumi ed Hamilton e vorrà disporre della monoposto migliore. Non a caso Wolff ha punzecchiato ulteriormente Horner sentenziando:” Oggi è Max che vince le gare.” Opinione condivisa anche dall’olandese:”La McLaren ha il pacchetto più forte e la Red Bull non è più la vettura che dominava.”
Mea culpa – “In gara avevo la macchina più veloce e non l’ho fatto. Dovevo vincere. Siamo in lotta per il campionato e per le vittorie, non possiamo perdere queste occasioni. La vettura era fantastica, ma sono partito male. Non so cosa ho sbagliato al via, avevo Max (Verstappen) da un lato e George (Russell) mi ha sorpreso.” Sono eloquenti le parole con cui Lando Norris s’è rammaricato dell’enorme chance sprecata dopo aver ottenuto una pole magistrale, beffando Verstappen per 20 millesimi. Alla fine solo 2 secondi e 219 l’hanno separato dal vincitore che ha cercato di rincorrere nel finale riducendo via via il gap, ma non abbastanza. L’inglese mastica amaro perchè dalle sue affermazioni si evince che ha capito di poter puntare in alto grazie ad una super McLaren. Nella classifica piloti è salito secondo a 69 lunghezze dal leader orange, quando mancano 14 G.P. alla fine e la Red Bull attualmente zoppica. Dopo il pessimo start, Norris s’è ritrovato dietro a Verstappen e Russell pur avendo il mezzo più rapido. Ha preso il comando dopo le soste dei primi due ed è rimasto in pista sino al 23° dei 66 giri previsti. Rientrato sesto, il britannico s’è liberato facilmente di Sainz, poi di Hamilton e s’è lanciato all’inseguimento di Russell. Una volta raggiunto il connazionale s’è accesa una lotta all’arma bianca e ha dovuto sudare sette camicie per pigliarsi la seconda piazza. Come detto, l’inseguimento al capofila è stato vano e così Norris s’è consolato col giro veloce alla tornata 51 (1’17”115). Ci si attendeva di più da Oscar Piastri solo settimo. Una pessima qualifica l’aveva fatto scivolare al decimo posto e ciò è stato un handicap pesante in vista della gara. Malgrado i punti persi, la McLaren è terza tra i costruttori a 33 lunghezze dalla Ferrari, però visto il potenziale e senza certi errori di gioventù i trionfi non mancheranno.
Svolta? – Il weekend della Mercedes s’è aperto con la rivelazione da parte del Team Principal Toto Wolff, di un’indagine della polizia in merito ad una e-mail anonima inviata ai rappresentanti del Circus e dei media che accusa la Mercedes ed in particolare lo stesso Wolff di sabotare Hamilton (nel 2025 sarà della Ferrari). Wolff ha smentito categoricamente che la gola profonda si troverebbe a Brackley, aggiungendo di voler andare fino in fondo per smascherare il colpevole. Intanto però una risposta al corvo è arrivata dalla pista. Dapprima Hamilton svettava in testa alle libere 2 per 22 millesimi su Sainz e 55 su Norris, poi in qualifica ha arpionato il terzo crono precedendo il compagno Russell. Una seconda fila di colore argento che confermava i progressi visti a Montreal, tant’è che l’eptacampione si diceva “estremamente felice di essere tra i primi tre, dopo un inizio di stagione in salita. Ed altri segnali positivi sarebbero arrivati dalla corsa. Russell è stato protagonista di un autentico blitz allo spegnimento dei semafori e di un corpo a corpo con Norris concludendo quarto. Hamilton, data la sua grande esperienza, conosceva bene l’asfalto del Montmelò e dopo un coriaceo faccia a faccia con Sainz, ha guidato con cura conservando le sue Pirelli per il finale. Per intenderci, Lewis ha corso alla “Lauda” (suo grande mentore alla Mercedes) ed è ritornato sul podio da cui era assente dal G.P. del Messico 2023. “Non siamo ancora perfetti – ha sottolineato il britannico nel post-gara – ma abbiamo fatto un enorme passo avanti. La partenza m’è costata tanto, se fossi scattato meglio non sarei finito così dietro. Credo che nelle ultime gare siamo progrediti, ma non ancora abbastanza per riprendere quelli che ci stanno davanti.” Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Wolff che parla di un risultato solido con un secondo podio consecutivo, ma avverte:” la vettura va bene, sebbene Red Bull e McLaren sono più veloci.” In sostanza, per capire se la “Stella a Tre Punte” è prossima all’uscita del tunnel, sarà necessario attendere le prossime due settimane in cui sono in programma il G.P. d’Austria e quello di Gran Bretagna.
Alta tensione – Il risultato della Ferrari è tutt’altro che esaltante, ma a fare notizia sono le scintille scaturite dal confronto prima in corsa e poi davanti ai microfoni tra i fantini del Cavallino. Al via i due restavano 5° e 6° (com’erano partiti) ed al giro 3 entravano in rotta di collisione mentre affrontavano curva 1. Leclerc sopravanzava Sainz che lo toccava lievemente nella ruota posteriore. L’iberico era costretto a tagliare la curva, ma restava davanti al “Principino”, il quale si lamentava subito via radio e finito il G.P. rincarava la dose:” La lotta con Carlos non è stata corretta e neanche giusta, soprattutto dopo il briefing di questa mattina. Sapevamo che dovevamo salvare le gomme, ma lui è entrato in curva deciso, mi ha toccato danneggiandomi l’ala anteriore. Ne parleremo all’interno del team. Capisco che era il suo G.P. di casa – ha continuato Charles – che è in un momento importante della carriera e che voleva fare qualcosa di spettacolare, ma così mi è costato almeno una posizione e non è stato molto bello.” Sainz informato della reazione del compagno ha prontamente replicato:” Per me è tutto chiaro. Noi avevamo una soft nuova e le Mercedes quella usata, dovevamo andare all’attacco subito ed io l’ho fatto. Non so di cosa si lamenti e non so cosa gli sia successo al primo giro, o se abbia commesso un errore. Io avevo l’occasione per superarlo e l’ho fatto. Non posso stargli dietro tutta la vita.” Frederic Vasseur, il Team Principal ha cercato di ridimensionare l’accaduto:” Non bisogna dar troppo peso alle dichiarazioni a caldo. Un piccolo contatto c’è stato, ma non è li che abbiamo perso. Non avevamo il passo e ci è mancato un giro per raggiungere Russell.” Ora, è da tempo che la rivalità tra i due ferraristi serpeggia e quest’anno s’è acuita dal momento che Sainz non essendo stato riconfermato è una scheggia impazzita. Il rischio concreto è che da qui alla fine del mondiale potrebbero volare altri colpi bassi. Tutto ciò a discapito della lotta tra i costruttori, dove la Rossa sta perdendo terreno costantemente rispetto alla McLaren. Entrambi i piloti sono stati concordi nel riconoscere una mancanza di ritmo:” Ci è mancato un giro per raggiungere Russell” – ha detto Leclerc. Sainz è stato ancora più severo:” Le McLaren e le Red Bull sono lontane e le Mercedes sono così migliorate che su piste come questa ci stanno davanti. Se tornassimo a Monaco lotteremmo per la vittoria, ma a Barcellona no e adesso ci sono più piste come questa. Dobbiamo migliorare, perché sulle curve lunghe e di media velocità fatichiamo più degli altri.” Quello di Sainz è una sorta di “SoS”, soprattutto se consideriamo che la Ferrari pur presentandosi con ulteriori aggiornamenti non è riuscita a contrastare McLaren e Mercedes che non avevano sviluppi. Vasseur ha comunque sdrammatizzato:” Con valori così ravvicinati l’ordine di classifica può cambiare anche in base alla pista: ci sono quattro squadre in due decimi-due decimi e mezzo, per questo la settimana prossima in Austria, dove avremo anche la Sprint, mi aspetto uno scenario diverso e migliore.”
Il motivatore – In una famosa scena del capolavoro di Quentin Tarantino “Pulp fiction”, ad un certo punto entra in azione un signore molto elegante che si presenta dicendo:” Sono Wolf, risolvo problemi…” Ecco tale figura potrebbe essere paragonata a Flavio Briatore che dopo alcune voci di corridoio s’è palesato nella realtà Alpine chiamato in tutta fretta dal Presidente Luca De Meo. I due sono stati più volte inquadrati insieme nel box intenti a fare il punto della crisi che sta affliggendo il team che fa capo alla Reanult. Il popolare manager piemontese, classe 1950, ricoprirà il ruolo di consigliere esecutivo per la F.1, probabilmente disporrà di ampi poteri e dovrà occuparsi delle questioni politico-sportive della squadra. Per Briatore si tratta di un ritorno in quel paddock che l’ha visto protagonista per tante stagioni in cui alla guida della Benetton prima e dalla Renault poi, ha collezionato successi a raffica e 4 titoli piloti, rispettivamente con Michael Schumacher e Fernando Alonso. Allora erano due giovani emergenti e proprio grazie a “FB” sono saliti alla ribalta. Deciso e vulcanico, Briatore vanta delle credenziali di tutto rispetto e questo fa presagire che sia l’uomo giusto per risollevare le sorti della compagine d’oltralpe. Sarà un caso, ma proprio in concomitanza con la sua prima apparizione in veste di advisor dell’Alpine, le due A524 sono entrate in Q3 e dopo essersi piazzate 7^ e 9^, hanno concluso la corsa con Gasly ed Ocon nei primi dieci; ripetendo il risultato del Canada, con altri punti d’oro portati in cascina.
Coma profondo – Dieci round e zero podi. E’ questo il fallimentare bilancio dell’Aston Martin, lontanissima dalla competitività mostrata la scorsa stagione, quando di questi tempi era la terza forza del mondiale. Fuori dalla Q3 con entrambe le vetture, la via crucis è proseguita la domenica. Fernando Alonso è transitato 12° sotto la bandiera scacchi dopo esser stato doppiato. Peggio è andato Stroll, finito 14°.
Ordine d’arrivo
1° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 66 giri
2° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 2″219
3° Lewis Hamilton (Mercedes) – 17″790
4° George Russell (Mercedes) – 22″320
5° Charles Leclerc (Ferrari) – 22″709
6° Carlos Sainz (Ferrari) – 31″028
7° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 33″760
8° Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 59″524
9° Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’02″025
10° Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1’11″889
11° Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’19″215
12° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
13° Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari) – 1 giro
14° Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
15° Daniel Ricciardo (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
16° Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari) – 1 giro
17° Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1 giro
18° Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1 giro
19° Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
20° Logan Sargeant (Williams_Mercedes) – 1 giro
Classifica Piloti
1° Verstappen 219 – 2° Norris 150 – 3° Lelerc 148 – 4° Sainz 116 – 5° Perez 111 – 6° Piastri 87 – 7° Russell 81 – 8° Hamilton 70 – 9° Alonso 41 – 10° Tsunoda 19 – 11° Stroll 17 – 12° Ricciardo 9 – 13° Bearman, Hulkenberg 6 – 15° Gasly 5 – 16° Ocon 3 – 17° Albon 2 – 18° Magnussen 1
Classifica Costruttori
1° Red Bull-Honda 330 – 2° Ferrari 270 – 3° McLaren-Mercedes 237 – 4° Mercedes 151 – 5° Aston Martin-Mercedes 58 – 6° Racing Bulls-Honda 28 – 7° Alpine-Renault 8 – 8° Haas-Ferrari 7 – 9° Williams-Mercedes 2