Formula 1

Published on Settembre 7th, 2023 | by Massimo Campi

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G.P. d’Italia nella storia – 14 settembre 2008

 

Di Carlo Baffi

E’ un’edizione significativa quella del 79esimo Gran Premio d’Italia, perché la Formula Uno fa la sua conoscenza con un futuro mostro sacro del motorsport. Il campionato, giunto al 14° appuntamento, vive ancora del dualismo tra Ferrari e McLaren-Mercedes. Una guerra iniziata l’anno prima spintasi oltre la pista, sconfinando purtroppo tra tribunali e carte bollate complice la squallida spy-story che ha comportato l’azzeramento dei punti nella classifica costruttori per la scuderia anglo-tedesca, oltre che una pesante sanzione pecuniaria. Il Cavallino s’è quindi aggiudicato di diritto il titolo marche ed in pista ha fatto suo pure quello piloti con Kimi Raikkonen al primo anno con la Rossa orfana di “Kaiser Schumi”. A farne le spese sono stati i due piloti delle “Frecce d’Argento”, Fernando Alonso e Lewis Hamilton, protagonisti di una faida interna che ha portato lo spagnolo a ritornare in Renault. Per la stagione 2008, Ron Dennis, il team boss di Woking, ha sostituito l’iberico con il finnico Heikki Kovalainen alla seconda annata in F.1, puntando tutto su Hamilton, che aveva sfiorato il titolo all’esordio. Una sorta di baby fenomeno considerato da tutti un predestinato che si presenta nel “Tempio della Velocità” in qualità di leader della classifica piloti con 76 punti, incalzato però dal ferrarista Felipe Massa a 74. Un po’ più ampio è invece il margine che la Ferrari vanta sulla McLaren tra i costruttori, comandando con 12 lunghezze in più. Nel frattempo si registrano grandi manovre e pure qualche attrito in campo politico-economico. Da qualche mese è nata la Fota, ossia la Formula One Team Association, che raggruppa tutti i team iscritti. E’ una terza entità avente come obiettivo la partecipazione nella gestione del Circus insieme alla Fia ed alla Fom di Bernie Ecclestone, il quale non gradisce il fronte comune delle squadre. Del resto, il grande business dei diritti televisivi e non solo quello fa gola a tutti. In una riunione tenutasi il giovedì presso la Villa Reale di Monza, vicinissima all’Autodromo, in cui tutte le scuderie sono rappresentate dai loro team principal, vengono eletti i vertici dell’organizzazione e Luca di Montezemolo diventa il neo Presidente. I pronostici per il fine settimana sono tutti per le due compagini di vertice, ma le prime sorprese spuntano già nelle libere del venerdì mattina. E’ il maltempo a farla da padrone con un violento nubifragio che costringe i tecnici a modificare i loro programmi ed i meccanici (muniti di scope) a scongiurare l’allagamento dei propri box. Nel pomeriggio spunta qualche raggio di sole, ma la pista non è completamente asciutta quando prendono il via le libere 2, in cui si issa al comando Raikkonen fresco del rinnovo con Maranello sino al 2010. Dietro il finnico ci sono le Bmw di Kubica ed Heidfeld, poi Hamilton, Rosberg (Williams-Toyota) e Massa. Pure il sabato delle qualifiche è flagellato dalla perturbazione che continua a stazionare su Monza condizionando le strategie per il giorno successivo e trasformando la sessione pomeridiana in un terno al lotto in cui s’impone tra lo stupore generale un giovane tedesco alla sua seconda annata in F.1. Si chiama Sebastian Vettel e coglie la sua prima pole in carriera (girando in 1’37”555), prima anche per la sua scuderia la Toro Rosso. Trattasi di una realtà italiana con sede a Faenza anche se è lo junior team della Red Bull Racing, che a fine 2005 ha rilevato la Minardi e la cui proprietà attuale è di divisa al 50% tra Dietrich Mateschitz il fondatore dell’azienda omonima produttrice della bevanda energetica e Gerhard Berger, l’ex pilota austriaco di F.1. Un colpo mica da ridere per questa piccola realtà che a Monza piazza in seconda fila anche la vettura gemella del francese Sebastian Bourdais autore del quarto crono. Tra i due si trovano Kovalainen secondo e Webber (Red Bull). Logico che tutte le attenzioni siano per Vettel, che grazie ai suoi 21 anni 2 mesi e 10 giorni diventa il più giovane poleman della F.1, soffiando il primato detenuto da Alonso dalla Malesia del 2003. Il tedesco ancora un po’ incredulo ironizza:” Prima delle qualifiche scherzavo col mio ingegnere di pista dicendogli che se avesse piovuto avrei realizzato la pole.” Detto fatto.” Stiamo facendo un gran lavoro – aggiunge Seb – e quando camminiamo per il paddock la gente sa che non siamo qui solo per partecipare.” E poi rivela che quella pole monzese è nata a Kerpen, proprio nel kartodromo gestito dai genitori di Michael Schumacher, il suo idolo che aveva conosciuto sin da piccolo. Vettel infatti aveva voluto prepararsi sul bagnato in vista di Spa, invece quel training gli è ritornato utile anche per Monza, una pista con la quale è stato amore a prima vista:” Quando arrivai due anni fa in qualità di terzo pilota Bmw – dice il giovane – feci il miglior tempo nelle libere del venerdì, avendo alle spalle una sola sessione di test.” Circa il duello mondiale invece, Massa è sesto ed Hamilton addirittura 15esimo per una scelta sbagliata delle gomme: Lewis ha optato per le intermedie anziché le full-wet. Arriviamo così a domenica. Il cielo è sempre grigio, le nuvole continuano a scaricare acqua e gioco forza si annuncia una gara bagnata.

La partenza ha luogo dietro la safety car e miete subito una vittima, Bourdais. La sua STR non si mette in moto ed il transalpino, riportato ai box, si ritrova in coda al gruppo con un giro di ritardo. Quando la safety car esce di scena le monoposto tutte con le full-wet si lanciano sul tracciato sollevando grandi nuvoloni d’acqua che riducono notevolmente la visibilità. Vettel mantiene la testa seguito da Kovalainen, Webber, Rosberg e Massa. Il tracciato nasconde molte insidie, ma il capofila dimostra di sentirsi a proprio agio resistendo agli attacchi di Kovalainen, riuscendo pure a guadagnare una decina di secondi sul finnico. Nelle retrovie intanto, Hamilton da spettacolo compiendo sorpassi a raffica (alla fine se ne conteranno nove) malgrado le condizioni precarie. Il leader effettua il suo primo rifornimento al passaggio 18 e rientra alle spalle di Massa, che si fermerà a sua volta. Dopo il primo valzer di pit-stop, tutti i concorrenti viaggiano ancora con le coperture full-wet, ma la pioggia inizia ad allentare la sua morsa. Alla 36esima tornata delle 53 previste, Vettel entra per la seconda volta ai box ed esce con 9” di margine sull’indomito Kovalainen. Per tutta la Toro Rosso inizia la fase più difficile della corsa perché con l’avvicinarsi di un traguardo così tanto ambito, le paure che un minimo inconveniente rovini la festa sono tante. Anche Seb è conscio del momento che sta vivendo e mantiene la flemma dei grandi: guida con estrema precisione la sua vettura spinta dal propulsore Ferrari 056. Dal canto loro i suoi avversari sembrano intenzionati a consolidare le proprie posizioni dando vita ad una sorta di quiete agonistica che accompagna gli ultimi giri del Gran Premio. Quando Vettel transita vittorioso sotto la bandiera a scacchi, esplode finalmente l’entusiasmo della sua squadra: Vettel e la Toro Rosso sono entrati nella storia! Dietro giungono Kovalainen ed un fantastico Robert Kubica. Il polacco ha portato a podio la Bmw dopo esser partito 11esimo. A seguire Alonso, Heidfeld, Massa, Hamilton, Webber, Raikkonen e Piquet jr. Sul podio Vettel è accompagnato da Berger che proprio vent’anni prima, su quel leggendario circuito aveva festeggiato il trionfo con la Ferrari precedendo il compagno Alboreto a poche settimane dalla scomparsa del grande patron Enzo. “E’ il giorno più bello della mia vita – dirà il vincitore – gli ultimi 2-3 giri mi hanno regalato una sensazione piacevole, anche se non sono stati i più veloci. E poi il podio, vedere tutta quella gente, la mia famiglia, sentire l’inno nazionale mi ha commosso. Anche quello italiano, è l’omaggio ad una scuderia che è cresciuta tanto e che ha cambiato mentalità. Un po’ ci credevamo – ammette Seb – ed abbiamo dimostrato che un piccolo team di 160 persone può tenersi dietro le scuderie di vertice. Siamo piccoli, ma tosti.” Nell’incontro con i media, emerge un altro curioso retroscena in merito agli ultimi chilometri:” La pista si stava asciugando – racconta Vettel – e dai box mi ripetevano P1, P1. Io replicavo “fuck”, scusate la parolaccia, “ma allora posso vincere davvero.” Grazie a questa affermazione, dopo essere il più giovane poleman, il tedesco diventa anche il più giovane vincitore di un Gran Premio. Pure questo primato era di Alonso, che manteneva dal G.P. d’Ungheria del 2003. Alla marcia trionfale ha assistito anche Mateschitz felice di annoverare tra i suoi driver la nuova stella del Circus. Quello di Vettel non è stato un exploit isolato in una corsa condizionata dal meteo. Già nelle due gare precedenti a quella monzese, Seb era andato a punti e lo farà anche in altri tre appuntamenti sui quattro da disputare. Chiuderà il campionato in ottava posizione con 35 punti: quelli complessivi guadagnati dalla Toro Rosso saranno 39. I vertici dei “bibitari” hanno visto lungo nell’investire su questo giovane che per l’anno seguente, non a caso, è stato promosso titolare alla Red Bull ereditando il volante di Coulthard, prossimo al ritiro. Una decisione ufficializzata a luglio in occasione del G.P. di Germania (in casa di Seb per ragioni di marketing) e che sarà l’inizio di una scalata ai vertici della F.1, che proietterà il tedesco e la squadra di Milton Keynes  nell’olimpo del Circus. Ed il mondiale 2008? Il confronto tra Hamilton e Massa vivrà il suo epilogo all’ultima gara in Brasile. Un finale thrilling ed amarissimo per il brasiliano, che malgrado la vittoria sarà beffato per un solo punto dal britannico che gli soffierà il titolo nelle ultime curve sotto la pioggia.

 

 

 

 

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Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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