Published on Agosto 24th, 2023 | by Massimo Campi
0Ungheria 2003, quando la F.1 scoprì Alonso
La brillante carriera del bi-campione spagnolo, iniziò col primo successo nel 2003 all’Hungaroring.
Di Carlo Baffi
E’ il 24 agosto del 2003 quando va in scena in 19esimo Gran Premio di Ungheria. E’ il tredicesimo appuntamento del Mondiale di Formula Uno, la cui classifica vede al comando il ferrarista Michael Schumacher con 71 punti, davanti a Juan Pablo Montoya sulla Williams-Bmw (65) e Kimi Raikkonen sulla McLaren-Mercedes (63). Siamo in pieno dominio del Cavallino iniziato nel 1999 con la conquista del titolo costruttori e proseguito negli anni successivi con le corone iridate di “Kaiser Schumi”. Nel 2003 però la lotta s’è fatta più dura per la Scuderia di Maranello data la crescita di Williams e McLaren ed in questa battaglia a tre occorre prestare attenzione pure una realtà emergente, la Renault. Il popolare gruppo francese, è tornato nel Circus in veste di costruttore da un anno dopo un’assenza di 17 anni. Ha rilevato la Benetton, il team a cui forniva i propulsori e sotto la direzione del vulcanico Flavio Briatore (team boss della Benetton ai tempi si Schumacher) aspira a scalare i vertici della massima formula. I piloti sono il nostro Jarno Trulli ed un giovane spagnolo messosi in luce nelle categorie addestrative, che dopo aver esordito in F.1 sulla Minardi ha svolto il ruolo di tester per la scuderia d’oltralpe per tutto il 2002 con ottimi riscontri: parliamo di Fernando Alonso. Asturiano di Oviedo, classe 1981, sfodera il suo talento già al suo secondo Gran Premio con la Renault, in Malesia, siglando la pole e conquistando il suo primo podio chiudendo terzo. A Sepang è una prima fila tutta azzurra, perché alle spalle dell’iberico c’è Trulli: segno che la R23 è competitiva. E nelle gare che seguono la monoposto si dimostrerà solida permettendo ai due drivers di raccogliere punti preziosi. Alla vigilia della trasferta magiara il team di Briatore è la quarta forza del mondiale. Alonso è sesto tra i piloti a quota 66, mentre Trulli è ottavo a 22. Il gap dalle scuderie di vertice è pesante, ma ad Enstone stanno lavorando alacremente per accelerare la risalita. All’Hungaroring, sin dalle prime prove le Renault spingono e le qualifiche salutano la pole di Alonso, la seconda. Si mette dietro Ralf Schumacher sulla Williams-Bmw e Mark Webber con la Jaguar-Cosworth: una sorpresa vedere l’australiano terzo a bordo di una monoposto problematica. Dietro a questi c’è Montoya, mentre Trulli è solo sesto. Guarda caso i primi quattro posti sono occupati da vetture gommate Michelin, forti del fatto che gli pneumatici francesi rendono meglio col caldo rispetto a quelli della giapponese Bridgestone.
Le Ferrari infatti sono quinta con Barrichello ed ottava con Schumi e sono le uniche vetture con gomme nipponiche ad entrare nella top-ten. I riscontri cronometrici parlano di circa 1 secondo al giro a favore della Michelin, un bel vantaggio per la Renault da sfruttare anche in gara. In griglia fa il suo debutto un pilota di casa sulla Jordan, è Zsolt Baumgartner il 22enne collaudatore del team irlandese chiamato a sostituire il titolare Ralph Firman vittima di una violenta uscita di pista sabato mattina nel corso delle libere. Uno schianto ad oltre 200 km/h avvenuto a causa della perdita in pieno rettilineo dell’alettone posteriore. Per sua fortuna il britannico non ha riportato conseguenze grazie alla solidità della scocca ed ai vari sistemi di sicurezza, in primis il collare Hans. Baumgartner, piazzatosi in fondo alla griglia, ha l’onore di essere il primo ungherese a correre in F.1. Al via Alonso mantiene la testa e fa il vuoto complice la presenza alle sue spalle di Webber che rallenta il gruppo degli inseguitori. Ed è proprio nelle prime tredici tornate che il giovane fuoriclasse pone le basi del suo successo accumulando un margine di circa una ventina di secondi, fondamentali su un tracciato tortuoso che non agevola i sorpassi. Alle sue spalle intanto è successo di tutto e di più. Ralf Schumacher è finito in testa coda alla seconda curva per aver forzato troppo. Stessa sorte per Barrichello che al terzo passaggio va all’assalto di Webber e si gira rientrando quinto. Quando al giro 13 dei 70 previsti, Alonso e Webber effettuano la loro prima sosta sale primo Raikkonen sulla McLaren che ricederà il comando poco dopo allo spagnolo, quando dovrà rifornire. Per le Ferrari il Gran Premio è un autentico calvario. Barrichello è costretto al ritiro alla 20esima tornata, tradito dal cedimento della sospensione posteriore sinistra. Tutto si verifica in fondo al rettilineo dei box quando il brasiliano è in frenata, di colpo la sua F2003GA diventa incontrollabile e arresta la sua corsa contro le protezioni. Rubinho confesserà di aver vissuto attimi di terrore nel vedere le barriere avvicinarsi senza la possibilità di sterzare, ma anche per lui non ci sono danni fisici. L’unica rossa in gara resta così quella del Campione del Mondo in carica, il quale cerca di guadagnare posizioni, ma non è giornata nemmeno per lui. Nel momento in cui s’appresta ad effettuare il secondo pit-stop, Schumi resta senza benzina, percorrendo con il cambio in folle la pit-lane e solo il provvidenziale intervento dei suoi meccanici gli permetterà di riprendere la via della pista. Il contrattempo gli è però costato circa sette secondi e s’è giocato la chance di poter insidiare i concorrenti che lo precedevano, ossia Trulli e Coulthard. Alonso prosegue sempre la sua cavalcata in tutta tranquillità ed al 62esimo giro si toglie pure la soddisfazione di doppiare il penta-campione di Maranello, che sportivamente non oppone alcuna resistenza anche per via delle bandiere blu esposte dai commissari. Se a Fernando non pare vero, per Michael è un boccone amaro da digerire. Nelle battute finali cercherà di consolarsi facendosi minaccioso negli specchietti di Trulli, che si difenderà egregiamente. Alla fine il tedesco si classificherà ottavo. Con le posizioni ormai definite la corsa si avvia verso il suo epilogo. Alonso mantiene la leadership cercando di salvaguardare la meccanica della sua R23, Raikkonen è secondo davanti a Montoya, la cui esuberanza rischia di giocargli un brutto scherzo. Il colombiano va in testacoda, ma è graziato dalla buona sorte, rientrando in pista proprio mentre si materializza la Williams gemella di Schumi jr. Il teutonico non sferra alcun attacco e si limita a seguire “Juancho” sino al traguardo lasciandogli la terza piazza. Forse la scuderia è intervenuta a placare la rivalità rusticana che c’è tra i due. Nel momento in cui Alonso transita sotto la bandiera a scacchi esplode la festa al box Renault. Oltre a gioire per una vittoria che torna dopo ben vent’anni, l’ultima portava il nome di Alain Prost nel G.P. d’Austria dell’83, si celebra anche il nuovo record stabilito da Fernando, che coi suoi 22 anni diventa il più giovane vincitore di un Gran Premio battendo di 54 giorni lo statunitense Troy Ruttaman, impostosi ad Indianapolis nel lontano 30 maggio del 1952. Per gli amanti delle statistiche, pure in occasione della pole in Malesia, l’asturiano era divenuto il più giovane poleman del Circus, demolendo il precedente primato registrato da Barrichello nel G.P. del Belgio del ’94. Più che comprensibile l’euforia tra i vincitori, con Briatore soddisfatto che annuncia:” Ho trovato un nuovo campione!” Sempre lui aveva infatti lanciato all’inizio degli anni ’90 Michael Schumacher e proprio su questo argomento scherza:” Sono due piloti diversi. Uno è biondo e l’altro è bruno, ma sono entrambi vincenti.” A parlare è poi Fernando che confessa:” Negli ultimi dieci giri avevo una gran paura di rompere, temevo sorprese, sentivo provenire dalla monoposto rumori strani: erano tutti nella mia testa.” E poi aggiunge:” Porterò in Spagna la passione per la Formula 1, voglio vedere lo stesso tifo che hanno le moto. Spero che la mia avventura nel Circus sia lunga e mi auguro di vincere qualche altra volta.” Volontà e desideri che troveranno conferma nell’immediato futuro. Nella penisola iberica, la passione verso la massima categoria crescerà grazie ai trionfi di questa nuova star. Alonso infatti si laureerà Campione del Mondo per due volte di fila nel 2005 e nel 2006, detronizzando “Kaiser Schumi”. La sua carriera proseguirà in McLaren dove però si troverà al fianco un brutto cliente, il rookie Lewis Hamilton con cui arriverà subito ai ferri corti, optando per tornare alla Renault. Sarà poi ingaggiato dal Cavallino dove resterà dal 2010 al 2014, ma anche qui non riuscirà a mettere le mani sulla terza corona, seppur sfiorandola per due volte. Allora farà nuovamente capolino in McLaren, malgrado avesse lasciato Woking tra le polemiche: ad attrarlo è l’arrivo dei propulsori Honda. Anche in questa circostanza però i risultati saranno al di sotto delle aspettative. Purtroppo la carriera dell’asturiano sarà spesso condizionata da scelte poco felici, approdando in scuderie potenzialmente forti solo sulla carta: quasi una maledizione per lui. Lasciata la McLaren dopo il 2018 e probabilmente deluso, cercherà nuovi stimoli in altre realtà motoristiche: dalla “500 miglia di Indianapolis”, ai prototipi della “24 Ore di Le Mans” e della “24 Ore di Daytona” cogliendo successi in entrambe le manifestazioni. Si cimenterà anche sugli sterrati della pericolosa “Rally Dakar” prima di ricomparire, con grande sorpresa di tutti, nel Circus. Dove? Alla Renault, la compagine che gli aveva regalato le prime grandi soddisfazioni, nel frattempo ribattezzata Alpine. Sarà portacolori dell’ecurie francese dal 2021 al 2022 ritrovando la gioia di salire sul podio. Chiuso improvvisamente il rapporto con Enstone, si trasferirà all’Aston Martin in vista del 2023, vivendo una seconda giovinezza. Prima di chiudere però, è doveroso tornare al 2003 per conoscere l’epilogo di quella stagione. Ripresasi dalla debacle ungherese, la Ferrari tornerà competitiva negli ultimi tre round del mondiale riconfermandosi prima tra i costruttori, con 14 lunghezze di vantaggio sulla Williams e 16 sulla McLaren. La Renault si piazzerà quarta con 88 punti. Schumi metterà le mani sul suo sesto titolo, prevalendo su Raikkonen per sole due lunghezze. Un trionfo al fotofinish andato in scena in un sofferto G.P. del Giappone, ultima fatica del campionato, grazie ai provvidenziali due punti dell’ottavo posto. Nella graduatoria piloti 2003, Alonso avrebbe concluso in quinta posizione preceduto da Ralf Schumacher e davanti a Coulthard. La sua luminosa carriera in Formula Uno era solo all’inizio.
Immagini © Massimo Campi