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giovedì 20 Marzo 2025

Spa 1998: Rissa ai box!

 

Di Carlo Baffi

 

Dopo un pauroso incidente che interrompe la sua marcia trionfale, Schumacher si scaglia contro Coulthard accusandolo di aver provocato volutamente la collisione per compromettere la sua corsa al titolo in favore di Hakkinen, compagno dello scozzese.

 

30 agosto 1988, è il giorno del 56° Gran Premio del Belgio, 13esimo round del Campionato del Mondo di F.1. E’ in corso il 26° giro di una gara tormentata dalla pioggia sin dal via. La pista di Spa-Francorchamps, considerata non a caso l’università del motorsport, è di per sé già insidiosa di suo, figuriamoci con l’asfalto bagnato. Michael Schumacher è saldamente in testa dalle prime battute. Ma sulla strada del tedesco c’è un concorrente da doppiare: è David Coulthard. In prossimità della curva Rivage, con le bandiere blu agitate e la visibilità ridotta, lo scozzese si mantiene sulla destra senza cambiare traiettoria, ma decelera di colpo. Dalle riprese televisive si vede che Schumi scarta nervosamente per superare l’avversario e uscito dalla nube d’acqua tampona la monoposto del rivale con la gomma anteriore destra. Un urto violento dal quale la Ferrari esce su tre ruote; è quasi un miracolo che non ci siano conseguenze ben più gravi per il pilota. Michael procede al rallenty, a bordo della sua F300 trasformata in “triciclo”, percorrendo in equilibrio i pochi chilometri che lo separano dai box. Ma per comprendere meglio l’accaduto, è bene fare un passo indietro. La prima fila è occupata dalle velocissime “Frecce d’argento” di Mika Hakkinen e Coulthard, a conferma di una stagione condotta al vertice fin dal G.P. d’Australia. Il Cavallino è però deciso a vendere cara la pelle galvanizzato dalla vittoria ottenuta da Schumacher in Ungheria. Alla vigilia di Spa, la classifica recita: Hakkinen primo a quota 77, Schumi secondo a 70. Il primo colpo di scena ha luogo subito dopo lo start. Mentre serpentone di vetture esce dalla Source, la prima curva e si dirige verso la temibile Eau Rouge, si verifica una carambola in cui rimangono coinvolte ben 13 vetture e che costringe la direzione gara ad esporre bandiera rossa. Secondo via e secondo colpo di scena! Damon Hill sorprende Hakkinen, che per resistergli si sposta all’esterno. La sua gomma anteriore tocca la fiancata di Schumacher e si gira, venendo centrato da Herbert che pone fine al G.P. del finnico. Con il diretto rivale out, Schumi attacca e quando all’8° giro supera Hill si ritrova non solo al comando della gara, ma anche della classifica iridata. Un brutto colpo per il clan McLaren-Mercedes che non può manco contare sull’apporto di Coulthard, relegato nelle ultime posizioni dopo un contatto con la Benetton di Alex Wurz. E’ risaputo però che nel motorsport “tutto si evolve e tutto si trasforma” e Coulthard torna ad essere un preziosissimo alleato di Hakkinen, come insinueranno più voci. Come? Semplice. David è uno dei doppiati che Schumacher dovrà superare e con la scarsa visibilità di quella giornata autunnale nella foresta delle Ardenne i sorpassi diventano rischiosi, guarda caso proprio come accadrà nel passaggio incriminato. Una volta parcheggiata la vettura nel porpio box, Schumi si precipita verso quello della McLaren deciso a chiarire l’accaduto con Coulthard. Pure quest’ultimo è appena uscito dalla monoposto. Il tedesco è furibondo, allontana il suo team manager Stefano Domenicali che cerca di fermarlo e quando si trova davanti allo scozzese esplode di rabbia:” Maledetto, volevi uccidermi!” David lo fulmina:” Esci di qui!” Si sfiora la rissa grazie all’intervento provvidenziale di un meccanico della scuderia anglo-tedesca. Alcuni uomini del Cavallino tra cui Jean Todt, riescono faticosamente ad allontanare Michael, mentre lo scozzese risale in macchina e riprende la sua corsa (alla fine si piazzerà 7° a 5 giri). Schumacher cerca dapprima di sbollire la rabbia nel motorhome Ferrari e dopo essersi recato in direzione gara, dove è in corso l’interrogatorio di Coulthard, si presenta verso le 18 davanti ai media. “Sono arrabbiatissimo – attacca il “Kaiser” – perché era ormai chiaro che saremmo andati in testa al campionato, non c’era alcun motivo di pensare che qualcosa avesse potuto impedire questo, ero di gran lunga il pilota più veloce in gara. Poi è successo qualcosa di veramente incredibile, non riesco a darmi pace per quello che mi ha fatto Coulthard, proprio lui che solitamente è un pilota corretto.” Ma qual è la “cosa incredibile” di cui parla Michael? Egli sostiene che Coulthard girasse normalmente su tempi intorno a 2’10 e 2’11”, ma con la Ferrari n° 3 in fase di sorpasso, il crono è salito improvvisamente a 2’16” e 2’17”. “E poi perché Coulthard ha alzato il piede dall’acceleratore in rettilineo, quando si corre in queste condizioni?” – si chiede il tedesco, che va oltre:” A questo punto potrete forse anche voi capire quello che noi pensiamo e cioè che ci sia stato qualcosa dietro, perché sono in lotta per il mondiale.” E a chi gli parla di una foga eccessiva, il ferrarista replica:” Da due giri cercavo di superarlo e lui rallentava apposta, faceva di tutto per non facilitarmi la manovra pur essendo un doppiato e nonostante ci fossero le bandiere blu. Ho anche detto via radio a Todt – aggiunge Michael – di andare a parlare con Ron Dennis (il team principal McLaren).” Parole confermate anche dal Direttore della Gestione Sportiva del Cavallino:” Ho aspettato un po’, prima di andare a lamentarmi da Dennis e quando l’ho fatto lui mi ha risposto che avrebbe avvertito il suo pilota.” Ma subito dopo c’è stato il botto. ”Dennis doveva avvertirlo prima, – continua il manager transalpino – era inaccettabile che Coulthard viaggiasse prima su tempi buoni e poi quando Schumacher ha cercato di superarlo si siano alzati. E anche quando è tornato in pista dopo l’incidente – conclude il gran capo della Ges – si è messo ad andare velocemente.” Totalmente opposta invece, la versione di Coulthard:” Dal muretto mi hanno detto che Schumacher era dietro alla curva 7 e mi hanno suggerito di lasciarlo passare. All’uscita della curva 9, mi sono spostato a destra per consentirgli di passare e ho immediatamente sentito che si era schiantato nel mio retrotreno. Non potevo lasciare la traiettoria ideale per non decollare. In queste condizioni – prosegue David nella sua autodifesa – anche guardando negli specchietti non si vede nulla. E’ più facile vedere per chi segue, visto che c’è la luce rossa posteriore.” Quello che però da più fastidio allo scozzese è il tentativo di aggressione del teutonico:” Inaccettabile la sua reazione da maleducato.” Anche Bernie Ecclestone, il patron del Circus, ha modo di esprimere un suo parere sull’accaduto dopo essere entrato nel motorhome Ferrari: “Quando succedono certi incidenti, si dice sempre che fanno parte del gioco. Ma Coulthard – prosegue Mister E – ha commesso qualcosa di strano, Schumi non farebbe errori del genere.” Per contro nel paddock i difensori dello scozzese non mancano, anzi. Frank Williams, Patrick Head, Cesare Fiorio difendono l’accusato e Alain Prost dichiara:” Chi sostiene che Coulthard abbia scelto volontariamente di favorire Hakkinen facendosi tamponare da Schumacher, dice una cosa grave e ridicola. Chi è dietro – sostiene il quattro volte iridato – ha una valutazione migliore delle distanze, anche se per la pioggia, le condizioni di visibilità erano proibitive.” Solo in serata, il mistero inizia a dissolversi grazie alle telemetrie di Coulthard fornite dalla McLaren ai commissari. I dati dimostrano infatti che David stava affrontando il giro sotto inchiesta, alla stessa velocità dei precedenti e che nelle fasi del sorpasso non aveva affatto rallentato. Da qui si potrebbe evincere che a commettere l’errore sia stato proprio il ferrarista. Secondo le testimonianze, Coulthard è stato avvisato dal suo team del sopraggiungere di Michael mentre transitava dopo il tratto di Malmedy. Una volta sul rettilineo successivo alla curva Rivage è rimasto sulla destra, lasciando libera buona parte della pista a favore del Kaiser. Quindi toccava a quest’ultimo valutare bene gli spazi per effettuare il sorpasso. Però con la visuale ridotta, il teutonico può essersi reso conto solo all’ultimo della presenza troppo vicina della McLaren: da qui l’impressione che lo scozzese avesse rallentato improvvisamente. E’ vero altrettanto che quando si lotta per il mondiale non si dovrebbero prendere rischi tanto eccessivi, lasciando da parte l’irruenza e vestire i panni di un “ragioniere” alla Lauda: il quale però, con questa filosofia, di corone iridate ne ha portate a casa tre. E forse alla base della violenta reazione in pit-lane di Michael, ha giocato proprio la cocente delusione per la vittoria sfumata, che avrebbe reso ancor più prestigioso il traguardo dei 600 G.P. in F.1 raggiunto dal Cavallino. Per la cronaca, la corsa se l’è poi aggiudicata l’inglese Damon Hill davanti al compagno Ralf Schumacher (fratello minore del ferrarista), entrambi sulla Jordan-Mugen al suo primo trionfo nel mondiale. La guerra Schumacher-Coulthard ebbe comunque il suo epilogo a distanza di quindici giorni, per la precisione il 10 settembre, durante il fine settimana del Gran Premio d’Italia a Monza. La presunta pace venne siglata in campo neutro, nel motorhome della Williams vicino a quello della FIA, che nei giorni precedenti aveva avviato i negoziati per placare le acque troppo agitate. Dalle poche indiscrezioni emerse pare che Schumacher e Coulthard non si siano scusati, bensì abbiano parlato. Della serie “patti chiari e amicizia lunga”? Fino ad un certo punto. Se i due imputati non arrivarono più ai ferri corti come in Belgio, due anni più tardi, nel corso del Gran Premio di Francia a Magny Cours si registrò un nuovo screzio. Quando al 34esimo giro, Coulthard attaccò Schumi all’esterno della curva Adelaide, il tedesco allargò la traiettoria costringendo lo scozzese ad andare lungo. Automatica la reazione di David che esternò tutta la sua ira porgendo il dito medio all’indirizzo dell’avversario. Il tutto ripreso in mondo visione. Il mondiale 1998, si sarebbe risolto all’ultimo appuntamento in Giappone, sul veloce tracciato di Suzuka, con la conquista da parte di Hakkinen della sua prima corona iridata. Schumacher costretto a partire dal fondo per aver spento il motore in griglia vanificando la pole, si lanciò in una disperata rimonta conclusasi al 31° passaggio causa l’esplosione della gomma posteriore destra.

 

 

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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