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domenica 26 Gennaio 2025

Vale Rossi campione anche a quattro ruote

 

Dalle due alle quattro ruote, Rossi è sempre campione

Campioni sulle due e sulle quattro ruote, la lista dei piloti è lunga nella storia del motorsport. Ultimo arrivato sembra essere Valentino Rossi, dopo i suoi nove titoli mondiali con le moto si sta ritagliando una nuova carriera con le granturismo andando a scegliere una categoria al top, quella del GT Fanatec.

Dopo un anno di apprendistato è passato alla BMW ed è arrivata la prima vittoria. Valentino Rossi e Maxime Martin si sono assicurati una vittoria decisiva al Fanatec GT Europe nella gara Sprint Cup a Misano, trionfando sul terreno di casa di Rossi con la loro #46 Team WRT BMW. La vittoria ha posto anche fine a un’attesa di otto anni dall’ultima vittoria della Sprint Cup per la BMW ed è stata la prima per il Team WRT da quando ha iniziato la sua alleanza con il marchio tedesco. Significativamente per Rossi, è arrivata su un circuito situato a soli 15 chilometri dalla sua città natale.

Valentino  Rossi che ha guidato nel secondo stint è stato quello che ha preso la bandiera a scacchi per assicurarsi la sua prima vittoria al Fanatec GT Europe davanti a una vasta folla di suoi appassionati sostenitori. Sempre lo showman, è sceso dalla sua auto durante il giro di ritorno per ringraziare i fan prima di tornare a festeggiare con un giubilante Martin e l’equipaggio del Team WRT.

Per Vale Rossi non è la prima vittoria sulle quattro ruote, ricordiamo i suoi successi nel Monza Rally Show, dove aveva già dimostrato di avere ottime doti di pilotaggio anche sulle quattro ruote, anche se, alcune di queste, hanno destato qualche perplessità sul motore della sua vettura che sfoggiava lo stesso sponsor che sosteneva la manifestazione.

Valentino Rossi è l’ultimo di una lunga schiera di piloti che sono passati dalle due alle quattro ruote, una usanza che è venuta a mancare negli ultimi decenni, dove i giovani partono dal kart, ma molto frequente in passato.

Tra i colleghi più illustri del pesarese è doveroso citare i due grandi assi italiani anteguerra, ovvero Tazio Nuvolari ed Achille Varzi. La competizione tra loro due è partita dalle due ruote, con il mantovano volante che inizia la sua carriera il 20 giugno 1920 a Cremona con una Norton e l’anno seguente ha già un contratto da professionista con la Indian, per poi passare alla Bianchi dove vince sul Circuito del Lario prima di iniziare la sua carriera da professionista anche con le auto.

Il campione di Galliate corre in moto nel 1922, già l’anno dopo conquista il titolo di campione italiano seniores, vincendo numerose gare tra cui il Circuito del Lario, con la Garelli 350 e con la Sunbeam 500. Varzi e Nuvolari sono i principali alfieri a due ruote che si contendono il titolo nel 1924 e da allora saranno amici e avversari irriducibili sui campi di gara, sia con le due che con le quattro ruote.

Tra i grandi campioni degli anni ’30 c’è anche Bernd Rosemayer, uno dei piloti più veloci che abbiano mai solcato le piste. Bernard Willhem “Bernd” Rosemeyer nasce a Lingen (Germania, Bassa Sassonia) il 14 ottobre 1909 e, come moltissimi altri colleghi, inizia la carriera nel mondo delle corse con le motociclette, nel 1931. Compete con successo in numerose gare locali e nazionali in Germania con BMW e NSU. Il talento e le grandi capacità gli fruttano numerose vittorie e viene notato dagli osservatori, tanto che presto viene ingaggiato dalla DKW. Con la moto tedesca continua a ben figurare e diventa presto uno dei giovani più considerati dai tecnici e dai giornalisti e uno dei più amati dai tifosi. Gli osservatori della Auto Union (del cui gruppo la DKW fa parte) sono alla ricerca di un giovane pilota di talento da affiancare occasionalmente ai titolari Varzi e Stuck e Bernd, assieme ad altri, viene convocato per effettuare un test.Nel Novembre del 1934 ha così l’occasione di provare l’auto dei quattro anelli al Nurburgring: è la prima volta in assoluto che guida un’auto da corsa. Nonostante l’inesperienza emerge tra gli altri e ottiene un contratto per correre qualche gara l’anno successivo. Willi Walb, direttore sportivo della squadra, lo fa debuttare sul velocissimo tracciato dell’AVUS, dove si mette subito in mostra ma si deve ritirare per la rottura del motore. Il 1936 è ricordato negli annali della storia dell’automobilismo come l’anno di Rosemeyer: il tedesco ha a disposizione una nuova versione migliorata dell’Auto Union e domina nettamente la stagione, lasciando le briciole agli avversari. La popolarità di Rosemeyer, negli anni ’30, ha rasentato quella di una pop stars degli anni nostri, è stato la meteora più brillante nella storia delle competizioni: comparso quasi dal nulla, si è subito inserito ai vertici dell’automobilismo, prima di volare via, nell’inverno del ’38, mentre inseguiva il mito della velocità, assieme alla sua Auto Union. Fra il 26 maggio 1935, data della sua prima gara all’Avus ed il 28 gennaio 1938 sono passati solamente 978 giorni. In mezzo ci sono 33 gare, 10 vittorie e sei secondi posti, un matrimonio con una delle donne più famose al mondo e la nascita del loro unico figlio, Bernd II, che il 28 gennaio aveva solamente 77 giorni di vita.

Il più grande campione sia delle due che delle quattro ruote è stato John Surtees. Campione mondiale con le moto e con le auto, il sogno di tanti piloti, soprattutto nel primo dopo guerra quando non esisteva ancora la scuola di kart per chi voleva correre con le quattro ruote ed erano le moto a fare da scuola ai futuri campioni dell’automobilismo. Sono ben otto i titoli mondiali a carico di John Surtees, simbolo della passione e del successo parlando in termini di competizioni in pista. Un pilota a tutto tondo, in grado di vincere sette titoli con le due ruote ed il titolo mondiale del 1964 con la F1. Nessun pilota ad oggi è stato in grado di fare tanto e di farlo con il suo stile. Entusiasmo, passione, rigore e una dettagliata analisi dei circuiti e degli avversari trasformano la lunga carriera del talento inglese in continui successi, in tutte le categorie e su tutti i tipi di pista.

John Surtees ha corso con i maggiori marchi del suo tempo:Norton, MV Agusta, Cooper, BRM, Ferrari, Honda, Lola, ed infine ha anche creato una propria scuderia in F.1, ma senza nessun particolare risultato.

Dopo Surtees è doveroso citare Mike Hailwood. Talento puro, un vero fenomeno, soprattutto con le due ruote. Questo è stato Mike, al secolo Stanley Michael Bailey Hailwood, nato il 2 aprile del 1940 a Great Milton nell’Oxfordshire. Hailwood è stato una stella di primo piano, forse il più talentuoso, il più eclettico, il più versatile, sicuramente uno tra i più vincenti nonostante un ristretto arco temporale di partecipazione al motomondiale, dal 1958 al 1967, ma ha anche vinto con le quattro ruote, dove ha conquistato il Titolo Europeo di Formula 2 nel 1972. Mike “the bike” come è stato soprannominato, eredita la passione dal padre Stan, l più importante commerciante inglese di motociclette dell’epoca che lo mette in sella alla sola età di 8 anni nel campo vicino a casa. Debutta il 22 aprile 1957, a Oulton Park, in sella ad una MV Agusta. Appena diciassettenne, si piazzò all’11º posto, ma cominciò presto a vincere. Ha corso e vinto in tutte le classi vincendo soprattutto con MV e Honda, ma anche Ajs, Benelli, Ducati, Emc, Itom, Mondial, Mz, Norton, Nsu, Paton, Triumph. I suoi avversari sono stati tra i più grandi di tutti i tempi come Giacomo Agostini, Billy Ivy, Phil Read, Jim Redman, Renzo Pasolini e tanti altri. Tra i record di Halwood, ci sono 9 titoli di campione del mondo di motociclismo tra il 1966 e nel 1967, in cinque occasioni vince tre Gran Premi in una giornata, il tutto in appena 7 anni da professionista. Dalle due passa alle quattro ruote, anche se la sua carriera non ebbe i successi che ha avuto sulle moto, ma fu comunque caratterizzata da alcuni risultati di tutto rilievo come il titolo di F.2 .

Per Vale Rossi i principali esempi sono questi, per ora c’è la vittoria a Misano, vediamo in futuro come riuscirà nuovamente ad emergere in categorie sempre più professionali.

Immagini ©Massimo Campi

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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