Di Carlo Baffi
Con il suo 41esimo successo in carriera, il Campione del mondo eguaglia i trionfi del fuoriclasse brasiliano. Sul podio salgono anche due veterani del calibro di Alonso ed Hamilton, protagonisti di una lotta serrata. Le Ferrari chiudono rispettivamente quarta e quinta con Leclerc e Sainz, offrendo una prestazione convincente.
Il conto alla rovescia era scattato da tempo e così, grazie ad un ruolino di marcia da fenomeno, Max Verstappen può contare lo stesso numero di successi di Ayrton Senna, “The Magic”, il mito. Un obiettivo centrato con la solita e monotona autorità al volante di una super RB19: pole e sempre leader in gara per i 70 giri previsti. Gli è mancato il giro veloce, fatto registrare dal suo compagno Sergio Perez. Un’ impresa nell’impresa perchè si combina con il centesimo trionfo della Red Bull in F.1. Il tutto condito da un palcoscenico tanto blasonato quanto insidioso come quello canadese che sorge sull’isola di Notre Dame a Montreal. Una pista storica intitolata al grande Gilles Villeneuve, dove si sono scritte pagine memorabili della storia del Circus e l’ultima porta proprio la firma del binomio Verstappen-Red Bull. Insomma, numeri che la dicono lunga. Per il resto, la 58esima edizione del Gran Premio del Canada, al di là dell’acceso confronto tra Fernando Alonso e Lewis Hamilton come ai vecchi tempi, non è stato il massimo dello spettacolo. Illudersi di veder salire sul gradino più alto del podio un pilota diverso dal Campione del Mondo in carica era pura utopia ed il risultato finale ha confermato i pronostici della vigilia.
Senza rivali. La Red Bull ha allungato il filotto di vittorie stagionali partito dal Barhain, portandole ad otto su otto. Saremo ripetitivi, ma è doveroso ricordare la profezia fatta da George Russell ad inizio campionato, secondo cui la Red Bull vincerà tutti i G.P. in programma. La RB19, frutto del genio di Adrian Newey è pressoché perfetta, ma a fare un’ulteriore differenza è l’aggiunta di “Mad Max” che procede inesorabilmente come un caterpillar verso il suo terzo titolo mondiale consecutivo. Grazie al suo sesto trionfo nel 2023 è al pari di Senna diventando anch’egli il quinto driver più vincente di sempre. D’accordo, parliamo di dati statistici la cui importanza è relativa, in quanto l’olandese volante può già ritenersi leggenda. A Montreal, l’unico momento di criticità l’ha vissuto in Q3, quando complice la pioggia è riuscito a strappare con grande maestria la sua quinta pole dell’anno garantendosi la partenza al palo. Una volta in gara è scattato in modo perfetto prendendo il comando e gestendo la situazione in tutta tranquillità senza strafare, forse perché il tracciato non presentava quei curvoni veloci tanto graditi dalla sua vettura. Ha guidato con determinazione ed alla ripartenza dopo la Safety Car al 17esimo giro, s’è ripreso il vantaggio portando a termine la missione:” Non è stata una gara semplice – ha spiegato Max – perché le gomme non riuscivano ad entrare nella finestra ideale. Faceva più freddo rispetto a venerdì e scivolavamo un po’. Ma abbiamo vinto il centesimo Gran Premio per la scuderia. E’ incredibile, non mi sarei mai aspettato di arrivare a questi livelli, quindi andiamo avanti a lavorare duro e a divertirci.” Inutile dire che l’insaziabile orange abbia già messo nel mirino i 51 Gran Premi vinti da Alain Prost “il Professore”, primato che potrebbe raggiungere già quest’anno. Decisamente più lontani, almeno per ora, Michael Schumacher con 91 ed Hamilton a quota 103. Unica nota dolente per la scuderia anglo-austriaca è rappresentata da Sergio Perez, ormai divenuto un caso. Dopo le due affermazioni di Jeddah e Baku, il messicano ha inanellato una serie di flop che lo stanno condizionando negativamente. In Canada, il team l’ha messo in condizione di marcare il giro più veloce montandogli le gomme soft all’ultima tornata e lui s’è portato a casa il punto addizionale oltre alla sesta posizione. Un bottino magro. Se pensiamo al mezzo che ha a disposizione i risultati conseguiti lasciano molto a desiderare. Dopo le critiche ricevute da Helmut Marko (eminenza grigia di Milton Keynes), anche Verstappen non s’è dimostrato tenero nei confronti di “Checo”:” Se mi trovassi nella situazione del mio compagno non sarei felice. Ma non è una faccenda che mi riguarda, sono concentrato sul mio lavoro ed il resto non è un mio problema.” Domenica, Perez partiva 12esimo (escluso dalla Q3 per la terza volta consecutiva) e non è riuscito a sopravanzare le Ferrari (quarta forza nel mondiale) posizionate subito davanti a lui. Pur mantenendo ancora il secondo posto nel mondiale ad una distanza siderale dal leader Verstappen, Perez deve guardarsi da un Alonso sempre più minaccioso, ormai a sole nove lunghezze. L’occasione buona per rifarsi gli si presenterà fra due domeniche in Austria, sul circuito di Spielberg, gara di casa per la Red Bull. Ovviamente, Max permettendo.
Riscatto! Aveva lasciato la sua Spagna, dopo l’ultimo G.P. dicendosi ottimista benchè avesse mancato il podio e fosse finito dietro alle Mercedes. Ebbene Fernando Alonso è stato di parola. Forte degli aggiornamenti apportati sulla Aston Martin (cofano motore, fondo e pance), l’iberico ha piazzato il secondo miglior tempo in qualifica ed in corsa ha avuto ragione di un Hamilton che l’aveva sorpreso allo start. L’antica rivalità e ruggine con l’eptacampione è venuta ancora fuori e Fernando non intendeva mollare la seconda piazza. Ha rischiato la collisione in pit-lane con Lewis durante il primo pit-stop ed una volta rientrata la safety car s’è portato negli scarichi della Mercedes del rivale e l’ha infilzata alla staccata dell’ultima chicane: era il passaggio 22. Nella fase finale ha tenuto a bada il britannico assicurandosi il 6 podio stagionale.” E’ stata una battaglia entusiasmante perché Lewis ha spinto per tutta la gara – ha detto l’asturiano – per cui non ho avuto un giro in cui potevo rilassarmi. All’inizio avevo un ritmo maggiore, mentre alla fine credo ne avesse di più Hamilton. Ho corso 70 giri come se fossero una qualifica.” L’Aston Martin esce dalla trasferta nordamericana con 20 punti in più in classifica costruttori, 18 quelli di Alonso e 2 quelli di Lance Stroll, il pilota di casa giunto nono.
Amaro in bocca. Dopo il salto in avanti di Barcellona, la Mercedes era attesa ad una conferma definitiva a Montreal e confidava nel guadagnare un altro doppio podio. Nelle libere 2 Hamilton e Russell si erano issati nelle prime due posizioni, ma nelle qualifiche venivano sopravanzate da Verstappen, Hulkenberg (una sorpresa con la Haas-Ferrari, poi penalizzata di tre posizioni) ed Alonso. Ottimo il guizzo di Hamilton allo spegnimento dei semafori che si metteva alle spalle di “Super Max”, ma l’impressione è che l’Aston Martin fosse più competitiva. A peggiorare il quadro ci si metteva pure Russell che nell’inseguire Alonso, perdeva il controllo della sua W14 sbattendo il posteriore contro il muretto alla tornata 12. Domenica compromessa per il 25enne inglese, che si sarebbe poi ritirato al 55° giro per noie ai freni, dopo esser risalito ottavo da ultimo.” Sono finito un po’ largo alla curva 8 – analizzava George – sapevo che avrei colpito il cordolo, ma non mi aspettavo che questo fosse a forma di salsiccia e di subire un contraccolpo così forte da trovarmi in aria. Quando sono atterrato ho perso il retrotreno e sono finito contro le barriere. Pensavo di ritirarmi invece ho potuto proseguire. Dopo la sosta la vettura non era al 100%, ma sufficiente per andare avanti. L’ottavo posto era alla mia portata, però c’era parecchio traffico e non ci aspettavamo di trovarci in quella posizione ad inizio gara. Probabilmente per questo motivo abbiamo sbagliato a configurare i freni, che non erano preparati a quella situazione. Dovrò verificare col team, resta il fatto che è un ritiro difficile da mandare giù.” Di altro umore Hamilton che ha completato il podio dei mostri sacri.” E’ positivo essere li e lottare con costanza per il podio. Purtroppo oggi non avevamo il passo giusto – ha ammesso Lewis – sapevamo che questo circuito non fosse adatto a noi, perché fatichiamo in particolare nelle curve a bassa velocità. Proprio in questi punti perdevo rispetto a Max e Fernando. Abbiamo però ancora molto lavoro da fare per aumentare il carico al posteriore della vettura e prima o poi ci riusciremo. Penso che stiamo andando nella giusta direzione.” L’inglese ha detenuto il giro più veloce (fatto segnare al 58° passaggio) fino alla penultima tornata quando è stato beffato da Perez.
Boccata d’ossigeno. Malgrado non sia stato raggiunto il podio, la corsa della Ferrari è stata una delle più consistenti disputate sinora in questo Mondiale. Finalmente il Cavallino è stato più rampante del solito! Già nelle libere 2 del venerdì le SF-23 avevano dato segnali positivi, che purtroppo non hanno avuto seguito il giorno dopo in qualifica. La pioggia ha sicuramente contribuito ad aumentare le difficoltà con l’asfalto viscido ed a farne le spese è stato Charles Leclerc non riuscendo a superare la Q2. Durante questa fase il team lo aveva mandato in pista con le gomme intermedie (al pari di Sainz), mentre lui voleva le slick dal momento che aveva smesso di piovere e la pista andava asciugandosi. Via radio non nascondeva le sue perplessità, ma i tecnici gli ribadivano di fare almeno un giro con la mescola scelta. Forse innervosito, il monegasco non è stato perfetto. Quando veniva richiamato per montare le soft ricominciava a piovere e doveva rientrare per passare di nuovo alle intermedie. Un tira e molla che gli è stato fatale. Una volta fuori dall’abitacolo il “Principino”, si è sfogato:” No, non sono d’accordo con la squadra. Onestamente questa volta le condizioni della pista non erano così difficili da leggere. Non era difficile leggere che la pista fosse asciutta. L’ho detto via radio nell’out lap all’inizio della Q2. Purtroppo non so perché siamo rimasti con le intermedie su una pista completamente asciutta e siamo passati alle Soft quando è cominciato a piovere. Ci rendiamo la vita molto più difficile. La Q2 – concludeva il ferrarista – doveva essere una sessione facile. Partiamo, facciamo l’out lap, capiamo la situazione, torniamo subito ai box per mettere le slick e andiamo.” Un tono acceso che veniva smorzato in una successiva dichiarazione sempre ai microfoni di Sky Sport:” Prima mi sono fatto prendere dall’adrenalina. Anche io non ho fatto un grande lavoro. Parleremo per migliorare. Non è una bella giornata e forse mi sono lasciato andare. C’è passione e voglia di fare bene, ma oggi non è andata come volevamo. Speriamo di fare una bella gara e darò tutto per cercare di rimontare. Se è asciutto si può fare. Non so dove arriveremo, ma le sensazioni sono state molto buone.” L’esclusione della Q3 è stato un brutto colpo per la rossa a cui s’è sommata la penalità di tre piazze inflitta a Carlos Sainz, reo di aver ostacolato Ocon: il madrileno retrocedeva così da ottavo ad undicesimo. Da rilevare che Carlos era finito fuori nelle libere 3 (corse con asfalto bagnato) dopo un testa coda rimediando non pochi danni sulla monoposto. Della serie un sabato proprio da dimenticare. Come? Confidando nel passo mostrato nelle libere. Scattati entrambi con le medie, Leclerc e Sainz si sono dapprima difesi e poi nel momento in cui è entrata la vettura di sicurezza hanno messo in atto una strategia rivelatasi giusta. Le SF-23 sono rimaste in pista (insieme a Perez), a differenza degli altri, risalendo in quarta e quinta posizione. Hanno effettuato la loro sosta solo al 39° e 40° giro (prima Sainz e poi Leclerc), ritornando in pista con la gomma dura e sarebbero andate sino al traguardo facendo registrare tempi in linea con i piloti di testa, che hanno fatto un secondo pit. Alla fine Leclerc e Sainz chiudevano rispettivamente a 18”648 e 21”540 dal vincitore: distacchi accettabili in confronto a quelli rimediati recentemente. Ma ciò che è più confortante è stato il passo mostrato e l’assenza del solito degrado eccessivo delle coperture, sia medie che dure. Condizione che ha permesso alle Ferrari di fare una sosta in meno della concorrenza. D’accordo che il manto canadese non fosse particolarmente abrasivo ed il tracciato risultasse a basso carico aerodinamico (un po’ come quello azero in cui Leclerc siglò la pole e giunse secondo), ma i riscontri emersi fanno ben sperare e lo si è compreso anche dai commenti rilasciati dai drivers.” Il feeling è positivo – ha dichiarato Leclerc – ma non dobbiamo essere troppo felici perché Montreal è una pista unica nel suo genere. Peccato per la qualifica, ma a questo punto non serve a nulla guardare quanto è accaduto ieri. Probabilmente abbiamo trovato qualcosa, perché già da venerdì mi sentivo bene in macchina ed oggi abbiamo visto la miglior Ferrari della stagione. Questo mi da il sorriso, ma quello vero lo avrò quando torneremo a lottare per la prima posizione e non per la quarta come stiamo facendo oggi. Abbiamo fatto un bel passo avanti, ma da domani dobbiamo tornare a lavorare assiduamente per recuperare ancora il gap che ci manca”. Gli faceva eco Sainz:” Abbiamo fatto una gara solida, potevamo attaccare e gestire le gomme nel modo migliore. Mi sono sentito particolarmente bene nello stint con gomma media ed abbiamo fatto anche una buona strategia. Pure il ritmo mi è parso buono. Rispetto a Barcellona dove sapevamo che avremmo faticato, qui siamo andati meglio per via delle caratteristiche del circuito. Al momento le prestazioni dipendono ancora da pista a pista.” Soddisfatto anche il team principal Frederic Vasseur:” Già venerdì avevamo visto di avere un buon passo sia sul giro secco che per la gara. In qualifica è stato tutto molto più difficile anche per il meteo. Siamo partiti decimi ed undicesimi ed è stato frustrante, ma siamo risaliti. Buona anche la strategia, avendo lasciato le vetture in pista durante la Safety Car per avere qualche giro con aria pulita e poter spingere. Negli ultimi 30 giri avevamo il ritmo di Hamilton ed Alonso e penso che questo sia un bel passo avanti.” E ritornando sulle qualifiche il manager francese ha chiarito:” Probabilmente senza gli sbagli del team e dei piloti il risultato finale avrebbe potuto essere diverso e forse migliore. E’ una buona lezione anche in vista dell’Austria, dove dobbiamo fare un weekend perfetto sia in qualifica che in gara per ottenere un risultato migliore di questo. Non voglio parlare di una Ferrari pronta a vincere un Gran Premio – ha aggiunto Vasseur – sappiamo che intendiamo raggiungere un grande risultato e sono ottimista.” Il Red Bull Ring sarà un banco di prova più indicativo di Montreal, ci sarà anche la variabile della Sprint Race (seconda del 2023) ed i tecnici di Maranello potranno verificare se abbiano realmente voltato pagina. A detta di Vasseur la SF-23 beneficerà di ulteriori novità che si spera funzionino come quelle portate in Canada. Chissà che con una qualifica più fortunata le rosse partano nelle prime file e possano insidiare Mercedes e Aston Martin…Vedremo.
Eroico! Un elogio particolare è doveroso riservarlo ad Alexander Albon che ha condotto la sua Williams-Mercedes al settimo posto, dietro a Perez e davanti all’Alpine di Esteban Ocon. Il 27enne thailandese partito ottavo ha lottato con caparbietà seppur non disponesse di un mezzo competitivo. Quando alla tornata 58 è stato preso d’assalto dalla W14 di Russell col Drs aperto, ha difeso alla grande la settima posizione, tirando poi un sospiro di sollievo vedendo la Freccia Nera prendere lentamente la via dei box. Due giri dopo, negli specchietti della FW45 è spuntata l’Alpine di Ocon che le ha tentate tutte. Albon non s’è fatto sorprendere precedendo Esteban in volata. In virtù dei 6 punti messi in cascina, l’ex pilota di Toro Rosso e Red Bull agguanta il 12esimo posto nella graduatoria piloti e contemporaneamente la Williams sale nona tra i costruttori lasciando all’Alpha Tauri il ruolo di fanalino di coda.
Risvegli. Criticato per i troppi risultati al di sotto delle attese, Valtteri Bottas s’è destato da un lungo letargo approdando nella top-ten. Gli ultimi punti iridati li aveva conseguiti chiudendo ottavo al primo round in Bahrain, dopodichè non era andato oltre l’11esima posizione: a Barcellona è finito addirittura 19°. Ma in Canada ecco spuntare lo scatto d’orgoglio del finnico, che dopo esser partito dalla 14esima posizione ha pilotato la sua Alfa Romeo-Ferrari al decimo posto.
Ordine d’arrivo
1° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 70 giri
2° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 9″570
3° – Lewis Hamilton (Mercedes) – 14″168
4° – Charles Leclerc (Ferrari) – 18″648
5° – Carlos Sainz (Ferrari) – 21″540
6° – Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 51″028
7° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1’00″813
8° – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1’01″692
9° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1’04″402
10° – Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’04″432
11° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 1’05″101
12° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’05″249
13° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 1’08″363 **
14° – Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 1’13″423
15° – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1 giro
16° – Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1 giro
17° – Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1 giro
18° – Nyck De Vries (Alpha Tauri-Honda) – 1 giro
Ritirati
George Russell
Logan Sargeant
** 5″ di penalità
Classifica Piloti
1° Verstappen 195 – 2° Perez 126 – 3° Alonso 117 – 4° Hamilton 102 – 5° Sainz 68 – 6° Russell 65 – 7° Leclerc 54 – 8° Stroll 37 – 9° Ocon 29 – 10° Gasly 15 – 11° Norris 12 – 12° Albon 7 – 13° Hulkenberg 6 – 14° Piastri, Bottas 5 – 16° Zhou 4 – 17° Tsunoda, Magnussen 2
Classifica Costruttori
1^ Red Bull-Honda 321 – 2^ Mercedes 167 – 3^ Aston Martin-Mercedes 154 – 4^ Ferrari 122 – 5^ Alpine-Renault 44 – 6^ McLaren-Mercedes 17 – 7^ Alfa Romeo-Ferrari 9 – 8^ Haas-Ferrari 8 – 9^ Williams-Mercedes 7 – 10^ Alpha Tauri-Honda 2