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giovedì 24 Aprile 2025

Jaguar XJR9 Regina del 1988

 

Le gara Endurance secondo il regolamento Gruppo C stanno vivendo un momento di grande richiamo nella seconda degli anni ’90 con l’arrivo di nuovi costruttori oltre la Porsche che domina la serie con i suoi prototipi. Tra i nuovi arrivati c’è la Jaguar, grazie al Tom Walkinshaw Racing, l’organizzazione del team manager inglese, che realizza i prototipi in stretta collaborazione con il marchio inglese. Nel 1988 debutta la nuova XJR9, evoluzione della precedente XJR8 che ha dominato la scena nella stagione 1987 vincendo 8 delle 10 prove del Campionato Mondiale Sport Prototipi. A fine anno la casa del giaguaro conquista il titolo mondiale costruttori e Raul Boesel vince il titolo piloti. L’unica sconfitta di rilievo è quella subita alla 24 Ore di Le Mans, dove la Jaguar XJR8 è solo quinta assoluta.

L’equipe di Tom Walkinshaw costruisce la XJR-9 attorno ad una scocca in fibra di carbonio e kevlar con un il motore V12 portante a cui viene attaccato tutto il retrotreno posteriore. Il V12 della casa di Coventry è derivato da quello di serie montato sulla Jaguar XJ-S con un angolo di 60° tra le bancate. È un motore in lega di alluminio rivisto dalla Cosworth con la cilindrata di 6.995 cc ed una potenza massima di 760 cv a 7.250 giri. Oltre al modello che gareggia nella serie mondiale, c’è anche la versione per le gare americane IMSA GTP con una cilindrata limitata a 5.996 cc, capace di 670 cv a 7.500 giri/min.

Anche la stagione 1988 vede il giaguaro come indiscusso protagonista. La XJR-9 si aggiudica 6 delle 11 prove del Campionato del Mondo Sport Prototipi, ma soprattutto riporta al successo la casa britannica alla 24 Ore di le Mans dopo 31 anni di digiuno. La sfida sul tracciato della Sarthe vede cinque XJR-9 LM combattere contro le numerose e veloci Porsche 962. Durante la gara 2 Jaguar hanno problemi tecnici con conseguente ritiro. Sulla XJR-9 di John Watson/Raul Boesel/Henri Pescarolo si rompe il cambio dopo 8 ore di gara, mentre sulla vettura di Martin Brundle/John Nielsen si rompe una guarnizione di testa dopo 19 ore. Rimangono 3 Jaguar nelle posizioni di vertice a giocarsi la vittoria contro le Porsche, nelle fasi conclusive anche sulla Jaguar al comando della corsa, guidata da Jan Lammers, ci sono problemi al cambio, con forti vibrazioni in terza marcia. Lammers riduce l’andatura, e riesce a terminare la gara senza usare senza utilizzare la terza marcia per preservare la trasmissione. L’olandese in equipaggio con Johnny Dumfries e Andy Wallace, transita sotto il traguardo con due minuti di vantaggio sulla Porsche 962 seconda classificata di Hans-Joachim Stuck Jr/Klaus Ludwig/Derek Bell. La Jaguar vince anche la 24 Ore di Daytona, conquista il Titolo Mondiale Sport Prototipi ed è terza nella IMSA GTP.

Immagini © Massimo Campi

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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