Published on Giugno 8th, 2023 | by Massimo Campi
0Barcellona: ennesimo monologo di Verstappen
di Carlo Baffi
Il Campione del Mondo ha stradominato sulla solita Red Bull perfetta. Completano il podio le rinate Mercedes di Hamilton e Russell. Alla Ferrari non resta che consolarsi con un magro quinto posto di Sainz, partito secondo a fianco dell’olandese. Leclerc fuori dalla top-ten dopo una qualifica disastrosa.
L’interesse verso il Gran Premio di Spagna non era tanto rivolto ai fini della leadership nell’attuale stagione di Formula Uno, bensì sullo stato di salute dei rivali della Red Bull pigliatutto. Parliamo in primo luogo di Mercedes e Ferrari che a Barcellona schieravano le evoluzioni delle rispettive monoposto. E’ risaputo infatti quanto la pista catalana sia indicativa per verificare l’aerodinamica delle vetture visto che presenta una vasta tipologia di curve, praticamente una galleria del vento a cielo aperto. Scontato il domino di Max Verstappen che ha allungato la striscia di successi nella solita maniera perentoria ed ha siglato il suo quinto trionfo del 2023. Ma non solo, il due volte iridato ha portato a casa pure l’hat trick: pole, vittoria, giro veloce e sempre leader nei 66 giri della corsa. Numeri che dicono tutto e che lo collocano tra i cinque piloti più grandi di sempre come ha dichiarato in diretta tv Nico Rosberg. Ma nell’esaminare quanto offertoci dalla gara, questa volta preferiamo partire non dai vincitori, bensì da chi s’è piazzato alle loro spalle, ossia la Mercedes.
E luce fu. E’ tornata a brillare la Stella a Tre Punte, dopo oltre un anno in balia di problemi, difficoltà, alti e bassi. La Mercedes ha offerto una prova convincente frutto della rivoluzione tecnica applicata alla W14B. In sostanza un modello rivisto da James Allison richiamato a Brackley dopo due anni per raccogliere le redini lasciate da Mike Elliot, “promosso” ad altro incarico. Le precedenti W13 e W14 sviluppate intorno al concetto “zero pod” hanno fallito, da qui il grande lavoro dei tecnici per ritrovare la competitività e ridare il sorriso ai propri piloti. Per la verità questa nuova nata doveva debuttare già ad Imola due settimane fa, ma con la cancellazione dell’evento a causa della drammatica alluvione che ha colpito la Romagna tutto è stato rimandato a Monte Carlo, dove s’è subito visto che qualcosa era cambiato: un rodaggio molto utile. Però la cosiddetta prova del nove era rappresentata da Montmelò, dal momento che il tracciato monegasco conta poco in quanto richiede molto carico ed è anomalo. Ebbene su una pista permanente (la seconda dopo il Bahrain), utilizzata dai team per i test pre-stagionali, le Frecce Nere hanno confermato il salto di qualità. Malgrado una qualifica che non ha espresso i valori della vettura, Lewis Hamilton e George Russell sono saliti sul podio rispettivamente secondo e terzo. Anche in passato i due erano giunti alle spalle della Red Bull, ma non in modo così convincente. Partito dalla seconda fila dalla quarta piazza (grazie anche alla retrocessione di Gasly), Hamilton sopravanzava la McLaren di Norris ed il contatto tra i due favoriva Stroll che al volante dell’Aston Martin passava la Mercedes. Il canadese resisteva sino al giro 8, quando l’eptacampione si riprendeva la terza posizione ed andava alla caccia di Sainz, secondo. Nel frattempo anche Russell, scattato dodicesimo, risaliva ed alla 21^ tornata entrambe le Frecce Nere erano alle spalle di Verstappen costringendolo a forzare l’andatura e prolungare lo stint. Il terzetto si fermava tra il 25° ed il 27° giro con Hamilton e Russell che montavano le medie e Verstappen le hard. Il sette volte iridato riagguantava la piazza d’onore ai danni di Sainz che dopo nove passaggi doveva arrendersi anche a Russell. Tornati secondo e terzo, Lewis e George affrontavano l’ultima fase di gara mantenendo un buon ritmo e chiudendo a podio dopo esser passati alle soft. Pensate che ad un certo punto, Russell pensava persino di azzardare una sola sosta tanto la sua W14 era efficace. Al 25enne inglese va il plauso di esser giunto al traguardo davanti alla Red Bull di Sergio Perez che gli partiva davanti e questo senza beneficiare dell’aiuto della safety car. Anche un anno fa il britannico finì terzo staccato dalle Red Bull di Verstappen e Perez, con Hamilton quinto dopo un avvio sfortunato. Oggi però il quadro è decisamente diverso. Toto Wolff, il team principal, fa il pompiere pur ammettendo che gli sviluppi funzionano:” Restiamo coi piedi per terra, Max è ancora lontano. E’ il nostro primo risultato solido, ma non abbiamo vinto.” E’ però eloquente l’umore nel post-gara di Hamilton, che non vedevamo sorridere così da tanti G.P. Appena transitato sotto la bandiera a scacchi, Lewis ha ringraziato la squadra urlando via radio:” Mega job!” E davanti ai media è andato avanti con gli elogi:” Voglio togliermi il cappello di fronte alla mia squadra, e ringraziare tutti coloro che sono tornati in fabbrica per aver continuato a spingere e ad avvicinarci un po’ di più alla Red Bull, che è ancora un po’ più avanti. Ma continueremo ad inseguirla. Al momento è troppo veloce, però ci stiamo lavorando. Un passo alla volta. E se riuscissimo ad avvicinarci alla fine dell’anno sarebbe fantastico. Se così non fosse, lo faremo l’anno prossimo” ha concluso l’inglese rivolgendo le proprie lodi al compagno che gli ha fatto eco:” Complimenti al team, perché mi ha dato una grandissima vettura. Partire dodicesimo ed arrivare terzo è un grande risultato, che va oltre quelle che erano le nostre speranze. Se guardiamo i tempi sul giro siamo sempre stati molto più rapidi rispetto alla Ferrari ed all’Aston Martin. Con un maggiore carico aerodinamico abbiamo messo la monoposto in una finestra migliore che ci ha portati sul podio.” Dunque grande felicità ed ottimismo per i due alfieri della Mercedes che in Q2 avevano rischiato parecchio con un contatto in piena velocità, complice un errore di comunicazione interna al team costata pure un’investigazione per George, poi assolto. Ora la scuderia di Brackley ha guadagnato il secondo posto nel mondiale costruttori vantando 18 punti sull’Aston Martin e vola in Canada, prossima trasferta fra due settimane, con l’onere di confermare i valori espressi a Montmelò.
Il fuggitivo. Ha forse avuto qualche difficoltà allo start tenendo a bada Sainz, poi passata la prima curva ha conservato la testa ed ha via via allungato a bordo della sua astronave blu-opaca contrassegnata dal numero uno fino a fare il salto nell’iperspazio. Da li in poi chi ha visto più Verstappen? Nessuno, manco le telecamere che da un po’ di gare faticano a riprenderlo per il malcontento dei suoi sponsor i cui loghi non vengono inquadrati. Di fatto la regia predilige la lotta nelle retrovie per evitare colpi di sonno ai telespettatori. Paradossalmente è il pegno che deve pagare chi domina. Battute a parte, “Mad Max” ha costruito l’ennesimo capolavoro fin dalle libere su un palcoscenico a cui è inevitabilmente affezionato. Proprio a Barcellona colse la sua prima affermazione in Formula Uno al suo esordio sulla Red Bull. Era il 15 maggio del 2016 e lui, alla sua seconda stagione nella massima serie, aveva solo 18 anni, 7 mesi e 15 giorni. Certo, le Mercedes di Hamilton e Rosberg si erano eliminate a vicenda mentre lottavano per la testa, ma si ebbe subito l’impressione che Max non fosse un fuoco di paglia e negli anni successivi lo ha dimostrato. Dopo la pole di sabato (24esima in carriera come Lauda ed il futuro suocero Piquet), domenica ha colto il suo terzo successo sulla pista catalana, 40esimo in F.1, ormai ad uno solo da quelli del grande Ayrton Senna; da notare che il brasiliano raggiunse quel traguardo a 33 anni, mentre l’olandese ne ha ancora 25. Una volta in fuga ha gestito il Gran Premio, ma da cannibale andando alla caccia pure del giro veloce superando i track limits e pigliandosi una bandiera bianco-nera (vantava un margine di 18” su Hamilton). E ciò che impressiona è la semplicità disarmante con cui raggiunge questi obiettivi. Diciamolo, Max sta vivendo un momento magico in cui non ha ostacoli che lo mettono in crisi. Una condizione frustrante per i rivali, figuriamoci quanto lo sia per il suo compagno Sergio Perez. Dopo il flop di Monte Carlo (contro le barriere in Q1), il messicano ha dichiarato di credere ancora nel titolo perché la velocità della RB19 c’è. Per contro è arrivata la rasoiata di Helmut Marko, eminenza grigia a Milton Keynes:” Deve concentrarsi sulle singole corse e non sul mondiale. A Monaco per tutto il weekend era più lento di Max tra i 3 e 5 decimi. Credeva nel sogno di vincere il campionato del mondo, ma si sta svegliando in maniera relativamente brusca. Comunque si rialzerà.” A Barcellona però, “Checo” è finito in sabbia nella Q2 rovinando le gomme e restando escluso dalla Q3. Chiamato a rimontare malgrado il mezzo a disposizione, è giunto alle spalle delle Mercedes e questo testimonia il suo momento no, anche se non va dimenticato che le Red Bull sono progettate per lo stile di guida dell’orange. Al di là di tutto, il bilancio momentaneo della compagine anglo-austriaca è di sette centri su sette, con la profezia di Russell che prende sempre più corpo.
Warning? Per l’Aston Martin, il round catalano è stato al di sotto delle attese subendo il ritorno della Mercedes che gli ha soffiato lo status di seconda forza. E’ significativo il fatto che Stroll abbia preceduto Alonso (6° il canadese, 7° l’asturiano) finito giù dal podio come a Baku. Un risultato che fa notizia per come sta viaggiando quest’anno la scuderia di Silverstone. I guai di Fernando sono iniziati con il fuori pista in Q1 all’ultima curva, in cui ha rovinato il fondo e pur entrando in Q3 non ha potuto lottare per la pole rimediando il nono tempo. Confidava nella remuntada davanti al suo pubblico che ha colorato di verde le tribune di Montmelò (la pista che dieci anni fa salutò il suo ultimo successo in F.1 sulla Ferrari) puntando ad entrare tra i primi cinque. Invece all’AMR23 è mancato il ritmo gara come ha confermato il team boss Mike Krack e nel traffico il compito s’è fatto più arduo. A fine gara Alonso ha ammesso la giornata storta dicendo che andrà trovata una spiegazione, al tempo stesso ha sottolineato che tra tante difficoltà sono stati fatti più punti della Ferrari in ottica Costruttori. Poi riferendosi alle Frecce Nere non ha nascosto una certa preoccupazione:”…hanno portato un grande upgrade sia a Monaco che qui a Barcellona, noi però avremo qualcosa di nuovo in Canada e a Silverstone. Il lavoro svolto in fabbrica sull’evoluzione della vettura è molto importante in una stagione dove i valori sono molto ravvicinati. Quindi sono tranquillo.” Una serenità che ha mostrato anche in corsa seppure fosse col fiato corto. Al 58esimo giro, raggiunto Stroll ha scherzato via radio dicendo:” Dite a Lance di non preoccuparsi. Zero rischi.” Stiamo scoprendo un Alonso inedito, senza malumori, capace di evitare le sferzate alla scuderia quando le cose non si mettono bene. Sull’impegnativo tracciato di Montreal, gara di casa per la squadra di Lawrence Stroll, la AMR23 sarà chiamata alla prova d’appello per tornare ai piani alti, scacciando i fantasmi emersi a Barcellona.
Eterno dilemma. Il Gran Premio di Spagna rappresentava un test molto importante per il pacchetto di novità della SF-23, vale a dire fondo, cofano motore e pance: mica poco. I tecnici della Ferrari erano ad un bivio, dovendo decidere se proseguire sui concetti sposati finora, o ripartire dal foglio bianco. Purtroppo il Cavallino torna a casa con tanti, troppi dubbi. Forse una situazione peggiore rispetto ad una disfatta totale che avrebbe portato alla bocciatura del progetto. Altro che segnali di crescita, il salto in avanti della Mercedes ha reso maggiormente amara la domenica della Rossa. A nostro avviso il problema più grave ha coinvolto il sabato Charles Leclerc, costretto ad alzare bandiera bianca dopo la Q1. E la causa non è da imputarsi ad una circostanza insolita, quale l’incidente, o l’acquazzone improvviso, bensì ad un guaio tecnico. “E’ successo qualcosa – rivelava il monegasco – perché in mattinata abbiamo girato bene. Nel pomeriggio invece, facevo le curve a destra e andava benissimo, mentre in quelle a sinistra c’era qualcosa sul posteriore destro che era un disastro. Avevo lo stesso set-up di Carlos e le modifiche apportate non possono giustificare quanto accaduto.” Sensazioni confermate pure dal direttore sportivo Frederic Vasseur, secondo il quale doveva esserci qualcosa di rotto sulla vettura. Le speranze erano tutte riposte su Sainz che piazzava la SF-23 a 462 millesimi da Verstappen. Relegato al penultimo posto, Leclerc coglieva l’occasione per cambiare il retrotreno partendo dalla pit-lane insieme a Sargeant della Williams. E veniamo alla gara. Allo spegnimento dei semafori Sainz cercava di mettere in crisi Verstappen per poi accodarsi dopo il primo tornante. Il madrileno è andato presto in affanno (al 12° giro le sue soft si erano già consumate) ed è finito preda delle Frecce Nere e di Perez. Leclerc, partiva con le gomme dure mirando alla top five, ma non è andato oltre l’11° posto senza riuscire a regolare Pierre Gasly sull’Alpine. Nella delusione c’è anche posto per una dissertazione tra Charles ed il suo pit-wall riguardo all’ultimo pit-stop in cui gli è stato riservato un set di hard quando preferiva le soft. Proprio una domenica no (una delle tante) per il Principino il cui volto davanti alle telecamere non lasciava spazio ad interpretazioni. “C’è tanto lavoro da fare. Dobbiamo concentrarci sulle gomme, la cui gestione è stata difficile, un problema che dura da troppo tempo. Il minimo cambio delle condizioni ci scombina i piani. Abbiamo un’inconsistenza incredibile. Stiamo soffrendo molto più di quanto pensavo ad inizio stagione, la macchina è instabile ed imprevedibile.” Scoraggiato anche Sainz:” Io più di così non potevo fare. Ho fatto il massimo in qualifica come in gara. Non ho una vettura facile da guidare e non brilla, dobbiamo sempre guardare nello specchietto perché ci superano con facilità. Io non ho potuto difendere il secondo posto e Charles non è riuscito a rimontare.” Ed in merito agli sviluppi? “C’erano grandi novità – ha spiegato lo spagnolo – a volte le cose funzionano subito, altre hai bisogno di due o tre gare.” Meno severa l’analisi di Vasseur, che alla vigilia del fine settimana disse di credere nella possibilità di vincere in questa stagione:” Il problema principale è in linea con gli ultimi Gran Premi. Il potenziale c’è perché in qualifica eravamo in seconda posizione. Fatichiamo invece di più ad avere costanza in gara con le varie mescole da stint a stint. Dobbiamo separare i punti positivi da quelli negativi, concentrarci sul lavoro da fare e su cosa va fatto. Essendoci il potenziale prima o poi riusciremo a sprigionarlo comprendendo meglio le gomme e la loro gestione.” Pertanto non resta che attendere, sperando che il Canada dia qualche segnale confortante. Prima di spostare l’attenzione sull’isola di Notre Dame, il Cavallino andrà a caccia di soddisfazioni sul circuito de la Sarthe, nella mitica 24 Ore di Le Mans. Si tratta di un ritorno in veste ufficiale nella maratona automobilistica francese dopo tanto tempo. L’arma di Maranello è la 499P, l’ Hypercar che sta ben figurando nel mondiale endurance alle spalle della fortissima Toyota.
Concretezza. Tra i costruttori, l’Alpine blinda il quinto posto con 40 punti all’attivo, mantenendo a distanza di sicurezza la McLaren-Mercedes ferma a 17. Il podio di Monaco ottenuto da Esteban Ocon forse aveva un po’ illuso, ma il gap di 60 lunghezze dalla Ferrari la dicono lunga. Tuttavia a Barcellona, davanti al Presidente della Renault Luca De Meo, Ocon e Gasly han guadagnato punti utili grazie all’ottavo ed al decimo posto.
Dalla Cina con furore. Un bravo a Guan Yu Zhou che ha condotto al nono posto la sua Alfa Romeo spinta dal motore Ferrari. E’ il secondo piazzamento dopo quello conseguito a Melbourne (sempre nono) per il cinese, classe 1999 nato a Shanghai, il quale raggiunge il suo compagno Valtteri Bottas nella classifica piloti a quota 4. Zhou partiva col 13esimo tempo e non s’è affatto tirato indietro lottando per entrare nei primi dieci. Coriaceo il duello con Yuki Tsunoda, c’era in palio la nona posizione ed il nippon della Alpha Tauri sentendo aria di “derby” ha pensato bene di mandare il cinese fuori pista in curva 1, beccandosi 5” di penalità.
Amarezza. Che per la McLaren sia un anno di passione lo diciamo da inizio anno, ma a Woking lavorano sodo e qualche progresso si vede. In qualifica le due MCL60 sono approdate in Q3, con Lando Norris addirittura terzo ed il rookie Oscar Piastri decimo (sarebbe avanzato di una posizione con Gasly retrocesso). Purtroppo in partenza, il 23enne britannico ha urtato Hamilton danneggiando l’ala anteriore ed è tornato ai box. Da li in avanti la sua gara ha preso un corso diverso e s’è chiusa col 17° posto. Poco fortunata anche la prova di Piastri che ha perso subito terreno ed è giunto 13esimo.
Ordine d’arrivo
1° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 66 giri
2° Lewis Hamilton (Mercedes) – 24″090
3° George Russell (Mercedes) – 32″389
4° Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 35″812
5° Carlos Sainz (Ferrari) – 45″698
6° Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1’03″320
7° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’04″127
8° Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1’09″242
9° Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’11″878
10° Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’13″530
11° Charles Leclerc (Ferrari) – 1’14″419
12° Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 1’15″416
13° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 1 giro
14° Nyck De Vries (Alpha Tauri-Honda) – 1 giro
15° Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1 giro
16° Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1 giro
17° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 1 giro
18° Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1 giro
19° Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 1 giro
20° Logan Sargeant (Williams-Mercedes) – 1 giro
Classifica piloti
1° Verstappen 170 – 2° Perez 117 – 3° Alonso 99 – 4° Hamilton 87 – 5° Russell 65 – 6° Sainz 58 – 7° Leclerc 42 – 8° Stroll 35 – 9° Ocon 25 – 10° Gasly 15 – 11° Norris 12 – 12° Hulkenberg 6 – 13° Piastri 5 – 14° Bottas, Zhou 4 – 16° Tsunoda, Magnussen 2 – 18° Albon 1
Classifica costruttori
1^ Red Bull-Honda 287 – 2^ Mercedes 152 – 3^ Aston Martin-Mercedes 134 – 4^ Ferrari 100 – 5^ Alpine-Renault 40 – 6^ McLaren-Mercedes 17 – 7^Haas-Ferrari, Alfa Romeo-Ferrari 8 – 9^ Alpha Tauri-Honda 2 – 10^ Williams-Mercedes 1