24H LeMans

Published on Maggio 26th, 2023 | by Massimo Campi

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100 anni della 24 Ore di Le Mans

 

Millenovecentoventitre, duemilaventitrè, è passato un secolo da quando, il 26 maggio 1923 fa prendeva il via quella sfida lunga come due giri dell’orologio, ovvero 24 ore, a Le Mans. La gara, è stata la prima maratona automobilistica sulle strade delle Sarthe organizzata dall’Automobile Club de l’Ouest con un regolamento che prescriveva principalmente vetture conformi a quelle presenti nei cataloghi delle varie case e presentassero tutti gli accorgimenti obbligatori per una vettura da normale turismo. I promotori della corsa erano Charles Faroux, Emile Coquille e George Durand. Faroux era un giornalista, Durand, il Segretario generale dell’Automobile Club de l’Ouest e Coquille che donò la Coppa Rudge-Whitworth in omaggio a chi avrebbe vinto per tre volte la gara negli anni. La gara sarebbe servita a dimostrare la affidabilità delle vetture turismo e vennero raccolte 35 iscrizioni con vetture di 18 marche diverse. Alle ore 16 del 26 maggio 1923 le 33 automobili schierate alla partenza erano allineate in base all’ordine cronologico di iscrizione. Il via venne dato sotto una violenta grandinata tramutatasi poi in pioggia battente per ben 4 ore, un terzetto di Chenard & Walcker e l’unica Bentley 3 Litre presente, andarono subito al comando guidando la corsa. Dopo 24 Ore erano ancora trenta le vetture in gara dimostrando che le vetture turismo erano ampiamente affidabili. All’arrivo i vincitori furono l’ingegnere André Lagache ed il capo collaudatore René Léonard con la loro Chenard & Walcker da circa 3 litri di cilindrata ad una media di poco superiore ai 92 km/h. Nell’arco delle 24 Ore avevano percorso 128 giri del tracciato lungo 17,262 km per un totale di 2.209,536 km, distanziando il secondo equipaggio classificato di 4 giri anche loro a bordo di una Chenard & Walcker. Inizia così una corsa che segnerà tutta la storia del motorsport fino ai giorni nostri nelle diverse epoche con sfide epiche.

Gli anni dei Bentley Boys e dell’Alfa Romeo

Ben presto la gara della Sarthe diventa una grande vetrina internazionale che richiama appassionati e case costruttrici. Nei primi anni la marca più vittoriosa è la Bentley con le varie 3 Litre4½ Litre e 6½ L che tra il 1924 e il 1930 conquistarono cinque vittorie, intervallate da due successi della Lorraine-Dietrich nel 1925 e nel 1926. La casa britannica fondata da Walter Owen Bentley con un team rinominato Bentley Boys partecipa già alla prima edizione, poi vince la prima 24 Ore nel 1924 con Duff/Clement. I Bentley Boys rimarranno famosi nelle storia della maratona della Sarthe per le loro imprese e per avere dato la vera prima immagine di internazionalità alla gara. Dopo la Bentley è il turno dell’Alfa Romeo che vince quattro edizioni consecutive con varie versioni del modello 8C. Tra i piloti che le condussero anche Tazio Nuvolari, che vinse nel 1933 e Luigi Chinetti che legò per anni il suo nome a quello di questa corsa, dapprima come pilota e in seguito come team manager.

La grande rinascita dopo la Guerra Mondiale con le vittorie Ferrari, Jaguar, Mercedes ed Aston Martin

Con la ripresa economica dopo il secondo conflitto mondiale riparte anche la 24 Ore di Le Mans ed è la Ferrari con la 166 MM che conquista la prima vittoria assoluta nella edizione del 1949. Al volante c’è Luigi Chinetti che vinse guidando per 23 ore e mezza su 24, e per la restante mezz’ora guidò il compagno di squadra e proprietario della vettura, “Lord Selsdon” Peter Mitchell-Thomson. Gli inglesi della Jaguar vincono per la prima volta nel 1951 con la C-Type ed anche i tedeschi scelgono la maratona della Sarthe per dimostrare che la loro industria è rinata e nel  1952 sono primi con la 300SL W194. Nel 1954 tornò alla vittoria la Ferrari con la 375 Plus che montava un V12 da 5 litri. Sono gli anni in cui le vetture Sport dominano la scena delle corse, le sfide sono tra l’industria italiana, con Ferrari in testa, i tedeschi delle Mercedes e gli inglesi della Jaguar ed in questo contesto avviene la più grande tragedia della storia nel 1955, quando la Mercedes 300SLR di Pierre Levegh vola tra folla facendo oltre ottanta vittime. A causa dello shock provocato dal disastro, molte gare più o meno importanti vennero cancellate nel 1955 e molti tracciati vennero rivisti per la sicurezza del pubblico sugli spalti. Dopo la Jaguar c’è anche la Aston Martin che vince l’ultima edizione degli anni ’50 con Shelby/Salvadori.

Ferrari contro Ford, una guerra leggendaria

La Ferrari è la vera protagonista tra gli anni ’50 e ’60 dove conquista diverse edizioni della gara con la sua vetture. Henry Ford tenta di comperare la piccola fabbrica modenese, ma Enzo Ferrari non cede ed allora decide di sfidare le rosse mettendo in campo ingenti capitali ed una vettura realizzata appositamente. Nasce la Ford GT40 che riesce a vincere a Le Mans nel 1966 in una edizione epica proprio contro le vetture di Maranello. La sfida sembra quella di Davide contro Golia, il genio ed il lavoro artigianale italiano contro i soldi degli americani che alla fine vincono, ma la Ferrari esce sempre a testa alta dimostrando che, con mezzi infinitamente minore, riesce sempre a tenere testa agli avversari.

Arriva la Porsche ed i francesi

Dopo la Ferrari e la Ford, la grande protagonista a Le Mans è la Porsche che inizia a vincere nel 1970 con la 917 e da allora è la marca che ha più vittorie nella maratona francese. Negli anni settanta c’è anche il ritorno delle marche francesi, prima la Matra poi la Renault. Le Mans si distingue anche per le sue  innovazioni e diverse vetture con soluzioni tecniche innovative hanno partecipato ed anche vinto sulla Sarthe. Negli anni ’60 si sono viste delle vetture con il motore a turbina, Rover ed Howmet, ma entrambe non hanno avuto grandi risultati. Invece il motore turbo vince per la prima volta con la Porsche 936 nel 1977, e la Renault conquista la gara nel 1978 per poi dedicarsi alla Formula 1.

Le Mans una gara con varie sperimentazioni

Dopo il turbo ci sono tante altre innovazioni che hanno preso il via proprio da Le Mans. Negli anni ’80 le gare si disputano con il regolamento Gruppo C, ovvero con la formula consumo, dimostrando che anche in una gara complessa di durata si possono prevedere i consumi di benzina. Nel 1991 sul traguardo passa per prima la Mazda 787B di Weidler0Gachot/Herbert con il motore rotativo Wankel. Dopo una serie di regolamenti con varie formule, ed un rilancio della 24 Ore con sempre più costruttori che credono ancora nella gara francese, si arriva al terzo millennio con l’ingresso dalla Audi che diventerà la vettura da battere nei primi anni. I tedeschi sperimentano varie soluzioni vincenti, dalla iniezione ad alta pressione nei motori a benzina con la R8, una soluzione che permette una ottimizzazione nella combustione con un risparmio nei consumi. Poi è il turno del turbodiesel e con la R10TDI arriva la prima vittoria nel 2006. Nel 2012 l’Audi è ancora la prima vettura che vince con un motore ibrido, si tratta della R18E-Tron Quattro con Fassler/Lotterer/Treluyer.

Porsche e Toyota i protagonisti delle ultime edizioni

La ACO diventa la massima autorità per le gare di durata e sotto l’egida delle FIA riparte il campionato mondiale. Nel WEC arriva un nuovo regolamento con il rilancio delle GT e la nuova categoria delle vetture Hybrid basato ancora sui consumi di potenza nell’arco di un giro. Principale protagonista a Le Mans è la Porsche che vince tre edizioni tra il 2015 ed il 2017 con la 919 Hybrid. Dopo il ritiro dei tedeschi tocca alla Toyota lo scettro della maratona francese che domina dal 2018 con la TS050 Hybrid e con la nuova GR010 Hybrid, figlia dei nuovi regolamenti Hypercar.

Immagini © Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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