Published on Maggio 21st, 2023 | by Massimo Campi
0Lotus 79: il debutto a Zolder 1978
Ventuno maggio millenovencentosettantotto, Mario Andretti scende in pista a Zolder con la nuova Lotus 79, la prima monoposto progettata per sfruttare completamente l’effetto suolo. La vettura venne affidata solo Mario Andretti, mentre Peterson ha il vecchio modello 78, antesignana della nuova 79. Mario conquista la pole position e vittoria, mentre Ronnie conquista il settimo tempo in griglia, a fine gara si piazza secondo facendo registrare il giro più veloce in gara.
La Lotus 79 costituisce un capitolo importante nell’era della Formula 1 moderna: vince, domina nei gran premi e si impone con una netta supremazia sulle altre monoposto consentendo a Mario Andretti di vincere facilmente il titolo mondiale. Era la prima wing car, ovvero una vettura con il profilo aerodinamico ad ala rovesciata nella storia delle corse. Le sue principali caratteristiche erano la ridotta altezza da terra, le minigonne ed il passo molto più lungo rispetto alle altre vetture. Riusciva a sfruttare l’effetto suolo grazie ai due canali venturi all’interno delle fiancate, una soluzione tecnica che condizionava fortemente le linee di questa vettura.
Il punto di forza della monoposto era proprio l’aderenza in curva che consentiva ai piloti di viaggiare con traiettorie più redditizie e una maggiore velocità in curva rispetto alle altre monoposto tradizionali. L’effetto aerodinamico, con il conseguente miglioramento dell’aderenza in curva, aumentava esponenzialmente con l’aumentare della velocità, più le curve erano ad ampio raggio, quindi veloci, e più aumentava la depressione aerodinamica verso il suolo permettendo al pilota di viaggiare più rapidamente. Il segreto era gelosamente nascosto nei cassoni laterali, frutto di esperimenti iniziati tre anni prima e sviluppati in galleria del vento. La monoposto era progettata come se fosse un’ala di aereo rovesciata con le minigonne che sigillavano le fiancate laterali per impedire la fuoriuscita accidentale dell’aria sui fianchi che veniva espulsa dalla parte posteriore. Il profilo alare rovesciato si estendeva per tutta la lunghezza delle fiancate e le minigonne a contatto con l’asfalto intrappolavano l’aria generando la depressione di elevata intensità causata dall’aumento della velocità dei flussi all’interno.
Chapman aveva già realizzato la Lotus 78 che aveva una deportanza maggiore del 15% rispetto ad una vettura tradizionale, pur con le minigonne realizzate da semplici spazzole che strisciavano sul terreno. Con la 79, concepita integralmente attorno all’efficienza aerodinamica, con le minigonne costituite da bandelle in plastica che sigillavano le fiancate lateralmente, senza causare la fuoriuscita accidentale dell’aria , i valori di deportanza salirono ad oltre il 30% rispetto ad una vettura tradizionale.
Immagini © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto