Published on Maggio 14th, 2023 | by Massimo Campi
0Italiani in Formula 1
I piloti italiani in Formula 1 oggi sono una vera rarità, anzi non ce ne sono, ma c’è stato un periodo, tra gli anni ’70 e la fine del secondo millennio, in cui il tricolore aveva un suo peso tra i personaggi del circus mondiale.
Dopo i grandi successi degli anni ’50, con Nino farina ed Alberto Ascari, bisogna fare un salto temporale fino a quando iniziano a formarsi una serie di giovani piloti nelle categorie promozionali. Nel mezzo ci sono stati validi esponenti tricolori come Lorenzo Bandini e Lodovico Scarfiotti, arrivati nelle stanze nobili dell’automobilismo grazie ad Enzo Ferrari. Poi ci sono stati una serie di giovani brillanti, come Ignazio Giunti, che sono finiti nel dramma prima di potere dimostrare le loro doti velocistiche nel panorama mondiale.
Anni di crisi ci sono stati anche negli anni sessanta: nel 1969 nessun italiano al via in un gran premio, anche se Tino Brambilla avrebbe dovuto correre a Monza, ma a causa di una caduta in moto e di una vettura lenta, nell’abitacolo della Ferrari ci sale Pedro Rodriguez. Poi è arrivato Clay Regazzoni, svizzero ticinese ma da cuore italiano, a risollevare le sorti e la coppia Andrea De Adamich e Nanni Galli che corrono con la March motorizzata Alfa Romeo. il pilota di Trieste continua con Brabham e Surtees, fino a quando rimane invischiato nell’incidente di Silverstone 1973 che mette fine alla sua carriera con le monoposto. Fino alla metà degli anni ’70 troviamo nella massima formula esponenti della generazione del decennio precedente. Oltre a De Adamich e galli ci sono Arturo Merzario, Vittorio Brambilla, Renzo Zorzi, Alessandro Pesenti Rossi e Lella Lombardi.
Con le formule promozionali degli anni settanta, soprattutto F.Italia e F.Fiat Abrath, iniziano a formarsi una serie di giovani piloti che vincono in Formula 3 ed in Formula 2, andando a formare una sorta di Nazionale Italiana che arriva fino alla Formula 1. Alcuni di loro avranno concrete possibilità di vittoria, molti altri finiranno per essere semplici comparse, ma la loro presenza nel circus mondiale attira sponsor e tanta immagine per il tricolore facendo diventare la Formula 1 molto popolare anche in Italia.
Tar i giovani più promettenti che escono dalle lotte della F.Italia ci sono Riccardo Patrese, Bruno Giacomelli, Michele Alboreto e Piercarlo Ghinzani. Tutti e quattro vincono in Formula 3 e fanno vedere ottime cose anche in Formula 2, con Giacomelli che domina anche la serie con la March-BMW nel 1978, vincendo 8 corse su 12 disputate, un record rimasto imbattuto nella categoria. Il primo dei giovani a mettersi in luce è Riccardo Patrese che è anche uno dei protagonisti del drammatico incidente a Monza 1978, dove perde la vita Ronnie Peterson. Il padovano, dopo i problemi iniziali, diventa uno dei principali portacolori italiani gareggiando con macchine al top come la Williams FW14 a sospensioni attive. Nel suo palmares ci sono sei vittorie mondiali, 257 Gran Premi ed un secondo posto nel mondiale 1992 alla spalle di Nigel Mansell.
Gli italiani iniziano ad essere ben visti nel mondo della Formula 1 dominato dagli interessi inglesi: alcuni giovani arrivano con la valigia piena di soldi ed altri arrivano soprattutto per le loro doti. Alcuni di loro hanno preferito trasferirsi e vincere all’estero, come Giacomelli che vince in Inghilterra. Dopo Patrese i giovani più veloci sono Teo Fabi, Eddie Cheever, Andrea De Cesaris, Bebbe Gabbiani e soprattutto Michele Alboreto ed Elio De Angelis.
Il pilota romano rimane uno dei piloti italiani degli anni 80 più rappresentativi. Nasce nel 1958, oltre alla velocità la sua grande passione è la musica, ed è uno dei giovani che si è messo in luce con i kart. Vince in F.3 a Monaco nel 1978 e la stagione successiva è al volante della Shadow. Passa alla Lotus, dove rimane per sei stagioni cogliendo due vittorie. Non sopporta la rivalità con il giovane Senna, e nel 1986 è nell’abitacolo della Brabham BT55. La sua vita finisce durante una sessione di test al Paul Richard quando si stacca in piena velocità l’alettone delle monoposto in piena velocità facendolo volare fuori pista.
Il campione di Rozzano, con un inizio praticamente senza mezzi economici nella F.875 Monza, scala i vertici vincendo in tutte le formule grazie al suo grandissimo talento. Arriva in Formula 1 con Ken Tyrrell, vince due GP e viene chiamato da Enzo Ferrari. Con la scuderia di Maranello trascorre cinque anni arrivando secondo nel mondiale 1985 perso per colpa dei vari cedimenti meccanici alla sua vettura. Innamorato delle corse, dopo la Formula 1 gareggia in F.Indy, nel DTM e nel 1987 conquista la 24 Ore di Le Mans con la TWR-Porsche. Dopo la sua scomparsa a causa di un incidente durante un test con l’Audi nel 2001, è rimasto nel cuore di tanti tifosi. È stato il maggiore idolo italiano, in molti hanno visto in Michele l’autentica passione di un uomo sempre pronto a dare il massimo con qualsiasi vettura si fosse trovato a guidare.
Tra gli italiani che sono arrivati in Formula 1 carichi di vittorie e di un passato importante ci sono Bruno Giacomelli e Andrea De Cesaris che hanno legato la loro storia a quella dell’Alfa Romeo. il pilota romano ha avuto una carriera lunghissima, travagliata ma mai banale, dopo Alfa Romeo e McLaren, ha corso con la Rial, la prima Jordan e le ultime Tyrrell competitive. Mauro Baldi dopo le monoposto ha scelto le ruote coperte diventando uno dei riferimenti della categoria.
La generazione successiva è quella nata dalla Formula Fiat Abarth con Alessando Nannini, Emanuele Pirro, Nicola Larini, Giancarlo Martini, Paolo Barilla, Alex Caffi, Claudio Langes, a cui si mischia la generazione nata con i kart con Ivan Capelli, Stefano Modena e Gabriele Tarquini.
Il senese Nannini è l’unico che è riuscito a salire sul gradino più alto del podio a Suzuka 1989 dopo la squalifica di Senna, mentre Ivan Capelli ha corso con la Ferrari nella disastrosa stagione 1992. Alcuni di loro, dopo non essere riusciti a trovare un volante competitivo in monoposto, hanno ripiegato sulle ruote coperte dove hanno dimostrato le loro doti cogliendo importanti vittorie. Nannini e Larini hanno vinto con le Alfa nel DTM, Tarquini è stato un grande campione con le turismo, Barilla e Martini sono riusciti a vincere una edizione della 24 Ore di Le Mans. Emanuele Pirro dopo avere vinto con le turismo BMW ed Audi è stato uno degli alfieri della squadra tedesca vincendo due titoli nella American Le Mans Series e ben cinqua volte la 24 Ore di Le Mans.
Immagini ©Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto