Published on Aprile 9th, 2023 | by Massimo Campi
0Mille Miglia 1933, la prima vittoria della “Scuderia Ferrari”
La scuderia modenese, che fa correre le Alfa Romeo, ottiene il primo successo nella Mille Miglia
Che anno il 1933, soprattutto per Tazio Nuvolari e l’Alfa Romeo, due delle maggiori glorie italiane dell’epoca ed un binomio che rimarrà indelebile nella storia. La fabbrica del Portello ha già vinto tanto, ha vinto il primo titolo mondiale nel 1925, è la vettura ancora da battere, ed a Milano hanno deciso il ritiro momentaneo dalle gare per potere preparare le nuove vetture per i futuri regolamenti che prevedono la formula libera con un peso massimo di 750 k. Enzo Ferrari, ex pilota della fabbrica lombarda, ha creato la sua scuderia a Modena, ed acquista le vetture del Portello. Ben presto, con i risultati ottenuti, verrà affidato alla neonata Scuderia Ferrari la gestione delle rosse per quella stagione.
Alle sette del mattino dell’otto aprile 1933 si alza la bandiera tricolore della settima edizione della Mille Miglia. Al via ci sono più di 80 macchine suddivise in varie categorie: 1.100 cc, 1.500 cc, 2.000 cc, 3.000 cc, oltre 3.000 cc, “vetture a guida interna” “vetture utilitarie” fino a 1.100 cc e oltre 1.100 cc. Il tempo è incerto, l’Alfa Romeo la favorita e la Mercedes pronta ad inseguire e cogliere l’eventuale successo. La scuderia di Modena schiera al via le potenti e collaudate 8C 2.300. Gli equipaggi più forti sono formati da Borzacchini-Lucchi, Nuvolari-Compagnoni, Trossi Brivio, ma ci sono anche Cortese-Castelbarco e Taruffi-Pellegrini sempre molto veloci sui 1.635 km della maratona italiana. Sulla SSKL Mercedes ci sono Von Brauchitsch-Zimmer come equipaggio top.
Mario Umberto “Baconin” Borzacchini si scatena subito dopo il via, sa che Nuvolari e la Mercedes lo seguono a ruota e transita in testa a Bologna, mentre Trossi si è già ritirato a Manerbio per un incidente. Sui passi appendici prima di Firenze la bianca Mercedes si ferma per un problema meccanico ma Borzacchini, inseguito da Nuvolari e Cortese continua a viaggiare veloce, cercando di cogliere un nuovo successo dopo quello del ’32, ma sulla via del ritorno verso Brescia il motore della sua Alfa lo abbandona lasciando strada libera al Mantovano volante che arriva come una furia a Bologna, dove trova al rifornimento Enzo Ferrari che gli intima di rallentare per non rovinare un risultato certo.
Nuvolari da professionista obbedisce, arriva a Brescia in 15 ore, 11 minuti e 50 secondi, per una media di 108,875 km/h, seguito da Franco Cortese, Piero Taruffi e da una cinquantina di superstiti. Il mantovano è colto a Brescia come un eroe, è la sua seconda vittoria alla Mille Miglia ed in quella stagione vincerà, sempre con le Alfa Romeo, ben sette Gran Premi, la 24 Ore di Le Mans ed il Tourist Trophy.