Published on Marzo 5th, 2023 | by Massimo Campi
0Bugatti Type 41 Royale, la regina di Ettore
Nel Museo dell’Automobile di Mulhouse tra le tantissime le vetture esposte sono molte quelle che meritano attenzione, iniziando dalla Panhard & Levassor Tipo A del 1891, riconosciuto ad oggi come “il più antico autoveicolo a benzina del mondo ancora in circolazione” ed elencato come monumento storico nel 2011. Sono però le Bugatti prodotte dalla fabbrica di Molsheim quelle che attirano più l’attenzione e tra loro, le più ammirate sono i tre esemplari della Type 41, la Royale vettura mastodontica e di gran lusso prodotta in soli sei esemplari tra il 1929 ed il 1933. Ettore Bugatti aveva progettato la vettura per principi e reali, una auto mastodontica, esagerata in tutto, con un telaio caratterizzato inizialmente da un passo di ben 4.57 metri ed un motore 8 cilindri in linea di 14.726 cc. In seguito viene ridotto il passo a soli 4,318 metri e la cilindrata a 12.763 cc. Il motore è di derivazione aeronautica con testata unita a monoblocco, distribuzione monoalbero in testa e tre valvole per cilindro.
Enormi anche gli ingombri del propulsore, lungo 140 cm ed alto 110 cm, con una potenza di circa 300 cv. La lunghezza del telaio è di ben sei metri con un peso a vuoto di 3.200 kg. Le sospensioni sono realizzate con classiche molle a balestra, ma impressionante sono le dimensioni delle ruote e dei tamburi frenanti di ben 455 mm, necessari a fermare la vettura che poteva raggiungere i 200 km/h. Ettore Bugatti era un grande visionario, la Royale rappresentava il sogno di realizzare la vettura più bella, esclusiva elegante, maestosa, imponente, lussuosa ed esagerata mai vista fino a quel momento. Tra le particolarità c’era la statuetta a forma di elefante da posizionare sul cofano realizzata da Rembrant Bugatti, il fratello artista di Ettore morto suicida anni prima. Il primo prototipo viene realizzato nel 1926, con quella vettura è Ettore Bugatti in persona che parte per diversi viaggi in Europa occidentale con lo scopo di testare le soluzioni impiegate. Il costruttore alsaziano porta la Royale a Milano, attraversandoi passi alpini svizzeri, poi guida la vettura sulle strade del Massiccio Centrale francese e sui Pirenei fino a San Sebastian in Spagna. La Royale viene anche provata in pista sul tracciato tedesco del Nurburgring. Dopo due anni la vettura è pronta per essere messa in vendita, Bugatti conta di produrne 25 esemplari, ma deve fare i conti con la crisi mondiale alla fine degli anni 20 e gli ordini previsti non arrivano nella fabbrica alsaziana.
Monarchi e facoltosi imprenditori non vogliono esporsi acquistando un mezzo così particolare ed esagerato ed il primo esemplare viene venduto nel 1932. In tutto verranno consegnate solo sei Royale, l’ultimo venduto a prezzo stracciato negli anni 50. Intanto a Molsheim vengono messi in produzioni diversi esemplari del mastodontico motore che verrà impiegato per le motrici ferroviarie ad alta velocità prodotte dalla azienda alsaziana. Saranno i treni a salvare finanziariamente Bugatti dal fiasco commerciale della vettura che comunque rimarrà una delle auto più iconiche di sempre prodotte al mondo. Tutte le sei Bugatti sono state realizzate con una diversa carrozzeria, compreso il settimo esemplare che è una replica della Royale Roadster realizzata originariamente per il magnate della moda Armand Esders. A Mulhouse sono presenti due esemplari originali della Royale, la Coupè Napoleon e la Park Ward, oltre alla replica Esders. La Coupè Napoleon è realizzata secondo lo schema coupè De Ville con l’abitacolo per i passeggeri separato, con una paratia fissa, dai posti anteriori destinati allo chauffeur e altra persona di servizio.
Acquistata dagli Schlumpf, era la vettura privata di Ettore Bugatti, dotata di carrozzeria bicolore nera e blu, tetto vetrato ed interni in velluto blu. Durante la Seconda guerra mondiale la Coupè Napoleon venne murata con la la Berline de Voyage e la Coach Kellner all’interno del castello della famiglia Bugatti, affinché non venisse trovata e requisita dai nazisti. La Limousine Park Ward è stata acquistata da un industriale inglese che l’ha fatta vestire dal noto carrozziere inglese. Park Ward ha realizzato la vettura in stile molto sobrio, completamente nera, ed internamente tappezzata con tessuti di altissimo pregio. Tra le caratteristiche gli enormi pneumatici da ben 24 pollici. La Royale replica Esders venne realizzata dai fratelli Schlmupf dopo avere tentato di acquistare la vettura dall’americano Bill Harrah che aveva fatto ricarrozzare la vettura, inizialmente vestita da Esders, come coupè De Ville.
Dopo il rifiuto del ricco americano gli Schlumpf acquistano un motore ferroviario della Royale, con le loro maestranze ed i disegni recuperati iniziano la realizzazione della replica fino a quando i lavori vengono interrotti dal fallimento delle loro attività. Dopo la confisca delle vetture ed il passaggio dei beni al museo, i funzionari dello Stato francese, inizialmente restii ad ultimare i lavori relativi alla replica della roadster, danno il via libera all’ultimazione dell’opera, considerato il grande significato storico si convinse in seguito di andare avanti con tale opera, visto l’enorme significato storico della vettura
Immagini ©Massimo Campi