Toyota e gare di durata, una sfida che parte dagli anni ’80 e solo nel terzo millennio ha dato i suoi frutti, con titoli mondiali e vittorie alla 24 Ore di Le Mans. Tra i prototipi del costruttore giapponese, un posto di riguardo spetta alla Toyota TS010, la vettura che ha corso una sola stagione, cogliendo molti meno risultati delle aspettative, ma che ha lasciato un segno per le sue linee aerodinamiche.
Finita l’era delle gruppo “C”a fine degli ’80, il nuovo regolamento tecnico per Mondiale Sport Prototipi prevede solo gare corte e la 24 Ore di le Mans. La stagione ’92 ha avuto solo sei prove in calendario ed una scarsità notevole di partecipanti che ha avuto il suo culmine nella 500 km di Monza con solo una vettura sotto la bandiera a scacchi.
Per il 1992 la Toyota scende in campo con la nuova TS010, realizzata secondo i dettami tecnici in voga, con un motore aspirato di 3,5 litri V10. Il prototipo è progettato dall’ingegnere Tony Southgate, ideatore di diverse monoposto e prototipi vincenti della TWR/Jaguar e Mazda. La vettura ha introdotto il nuovo aspirato da 3,5 litri, nome in codice RV-10. La precedente vettura Gruppo C, aveva un V-8 biturbo da 3,6 litri.
Il telaio della TS010 è realizzato da una monoscocca in fibra di carbonio con inserimenti di alluminio a nido d’ape. La carrozzeria è in fibra di carbonio e come per le monoposto di F.1 il gruppo motore-cambio svolge una funzione portante. L’impianto frenante è composto da 4 freni a disco in carbonio ed il corpo vettura ha un peso totale di circa 750 kg.
Il motore è un V10 con angolo tra le bancate di 72°, realizzato completamente in lega leggera, con la distribuzione a 5 valvole per cilindro azionate da doppio albero a camme per bancata. La trasmissione è costituita da un cambio manuale a 6 rapporti, le sospensioni hanno uno schema push rod a triangoli sovrapposti con puntoni diagonali sia all’avantreno e che al retrotreno con barre antirollio regolabili, e lo sterzo è servoassistito elettricamente. Il propulsore Toyota sviluppa la potenza massima di oltre 600 cv nelle specifiche utilizzate per la 24 Ore di Le Mans, mentre nelle gare sprint è utilizzata una evoluzione da oltre 700 cv.
Particolarmente curata è la veste aerodinamica con un marcato effetto suolo. Il diffusore sul fondo della vettura, assieme all’elettone posteriore, creano molta deportanza, e lungo le fiancate le ruote posteriori sono carenate dalla carrozzeria per sigillare meglio l’estrattore. Sulla TS010 i radiatori dell’acqua e dell’olio sono collocati all’avantreno sul muso, mentre alle spalle dell’abitacolo è collocata la presa dinamica per convogliare l’aria ai collettori di aspirazione del motore. La deportanza aerodinamica è molto accentuata sulla TS010, durante una sessione di test sulla pista di Eastern Creek, i due collaudatori Wallace e Ogawa hanno subito delle forze laterali prossime ai 5G, con problemi alle costole.
La vettura è pronta al debutto per l’ultima gara della stagione 1991. Nella 430 km di Autopolis in Giappone, la TS010/002 guidata dai britannici Geoff Lees e Andy Wallace e gestita dalla squadra metà inglese e metà giapponese Tom’s, conclude la prova 6° assoluta a tre giri dalla Mercedes vincente.
Per la prima prova del 1992, a Monza, la Toyota ha pronto ben quattro telai, ma solo due vetture vengono iscritte alla gara, mentre viene portato il terzo telaio come riserva. La TS010/002 è quella che sale sul gradino più alto del podio nelle mani di Geoff Lees e Hitoshi Ogawa, mentre la TS010/004 è ferma per un incidente ad inizio gara. La vittoria della Toyota, unica nella stagione mondiale, arriva dopo l’uscita di strada, a pochi giri dal termine, della Peugeot 905 in testa alla gara. Per il resto della stagione, sono sempre le vetture del Leone a tagliare per prime il traguardo. Alla 24 Ore di Le Mans , con il completamento dei nuovi telai 005 e 006, la Toyota iscrive ben tre vetture alla gara. Sekiya/Raphanel/Acheson sono secondi, Lammers/Wallace/Teo Fabi concludono ottavi, mentre Lees/Wallace/Katayama non vedono il traguardo. A fine stagione mondiale la Toyota è seconda dietro la Peugeot. Dopo la gara di Suzuka, Toyota TS010 partecipa alle ultime prove dell’ All Japan Sports Prototype Championship, vincendo sul tracciato del Fuji. A fine stagione la TS010 conquista la vittoria in campionato. Sono gli ultimi risultati, per il 1993, sia il World Sportscar Championship che l’All Japan Sports Prototype Championships vengono cancellati, lasciando le TS010 senza nessun posto dove correre se non alla 24 Ore di Le Mans di quell’anno .
Altri tre telai sarebbero stati costruiti appositamente per questa gara, numerati #007, #008 e #009. Il futuro pilota di Formula 1 Eddie Irvine , Masanori Sekiya e Toshio Suzuki porterebbero a casa una TS010 al 4° posto assoluto, della maratona francese 1993, dietro al trio di Peugeot. È l’ultima gara per la TS10, per il futuro gli sforzi della Toyota saranno dedicati all’IMSA americana con altre vetture.
Con la Toyota TS010, tra prove, gare mondiali ed in Giappone, hanno corso Geoff Lees, Andy Wallace, Eddie Irvine, Kenny Acheson, Pierre-Henri Raphanel, Hitoshi Ogawa, Masanori Sekiya, Toshio Suzuki, Jan Lammers, Teo Fabi, David Brabham , Tom Kristensen, Jacques Villeneuve, Juan Manuel Fangio II, alcuni di questi, ancora giovani ed alle prime esperienze mondiali, scriveranno in seguito pagine importanti nel motorsport.
Immagini © Massimo Campi