Formula 1

Published on Novembre 22nd, 2022 | by Massimo Campi

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Verstappen: monologo ad Abu Dhabi.

 

Di Carlo Baffi

Quindicesimo trionfo stagionale per il Campione del Mondo olandese che chiude in bellezza una stagione perfetta, al volante della Red Bull. Dietro di lui il ferrarista Leclerc che fa suo il secondo posto nel mondiale, aggiudicandosi il duello contro la RB18 di Perez, giunta terza. La Ferrari è la seconda forza nel mondiale costruttori respingendo l’assalto finale delle Mercedes. Vettel, al suo ultimo Gran Premio della carriera, arpiona un decimo posto al volante della modesta Aston Martin.

Sul tracciato di Yas Marina è andato in scena l’ultimo round del Mondiale 2022, che in sostanza ha confermato i valori espressi durante questi nove mesi di gare. Max Verstappen, partito dalla pole ha salutato la compagnia subito dopo lo spegnimento dei semafori involandosi al volante della sua RB18 verso il suo 34esimo trionfo in carriera e 15esimo in un mondiale, ritoccando il record di cui è appena diventato detentore, superando Michael Schumacher e Sebastian Vettel a quota 13. Un finale che incornicia un dominio assoluto di questo binomio attualmente insuperabile, non semplice da ripetere nel 2023. La monoposto disegnata da quel genio di Adrian Newey s’è perfettamente combinata con le doti di guida dell’orange che dopo un inizio con qualche problema di troppo, ha imposto la sua legge annichilendo gli avversari a cui ha lasciato poche briciole. Un vero e proprio cannibale, restio anche ad aiutare il proprio compagno di squadra nella lotta per il secondo posto nella classifica piloti. Comportamento reso noto apertamente via radio in Brasile e pure ai microfoni dei media. Sergio Perez ha così dovuto fare buon viso a cattivo gioco dichiarando:” Io ho dato tutto e anche la squadra, dobbiamo essere contenti di quello che abbiamo fatto nel corso della stagione “. La differenza vista in pista durante l’anno tra lui ed il due volte iridato è palese e Abu Dhabi è stata la prova del nove.

Il messicano era in battaglia con il ferrarista Charles Leclerc, entrambi si sono presentati a pari punti e malgrado partisse dalla prima fila con il monegasco alle spalle, s’è dovuto accontentare del terzo posto staccato di un solo punto. Allo start è rimasto dietro alla Red Bull numero uno difendendosi dall’assalto di Leclerc e restandogli davanti. La svolta s’è avuta alla 33esima delle 58 tornate previste, quando “Checo” ha effettuato la seconda sosta per montare nuovamente le gomme dure, mossa un po’ troppo anticipata complice un primo cambio al giro 16. Da li in avanti Perez ha dato inizio ad una remuntada che avrebbe dovuto coronarsi all’ultima tornata con il sorpasso sul diretto rivale, come gli era stato detto via radio. Una ricorsa vana però dal momento che Sergio, pur raggiunta la rossa, non è mai entrato in zona Drs. Precedentemente aveva perso tempo nella lotta con Hamilton e poi rallentato dalla lotta fra Gasly ed Albon a due giri dalla fine, un contrattempo che gli ha fatto perdere le staffe. Ma ciò non deve togliere alcun merito a Leclerc ed alla Ferrari. Si sapeva che la partenza sarebbe stato un momento chiave, ma seppure il monegasco non fosse riuscito a sopravanzare Perez, non ha perso la testa. Grazie ad un ottimo passo e ad un guida superlativa e delicata con gli pneumatici (37 giri con le bianche contro i 38 di Verstappen), è stato in grado di mettere in pratica la strategia su una sola sosta beffando la concorrenza e blindando la titolo di vice campione del mondo. Il ferrarista aveva effettuato il primo pit-stop al 22esimo giro passando dalle medie alle dure e sul box del Cavallino aleggiava l’incognita di una seconda fermata, che invece è stata scongiurata. Bene anche Carlos Sainz giunto quarto, un piazzamento che ha così permesso alla Ferrari di essere la seconda forza tra i costruttori. Uno status più che meritato, dal momento che è stato l’unico team a cercare di contrastare concretamente la Red Bull.

Fino ad un terzo di campionato le rosse sono rimaste in gioco sia sul fronte piloti, che su quello costruttori e ciò con qualche sbaglio di troppo. Poi la Red Bull ha avuto una marcia in più ed i sogni di gloria del popolo ferrarista sono evaporati. Le lunghezze di distacco tra Leclerc e Verstappen sono 146 e quelle nei confronti della Red Bull sono 205. Un gap abissale che ha generato non poche polemiche e critiche feroci indirizzate ai vertici di Maranello, qualcuna giustificata. Però alla fine la seconda piazza testimonia la rinascita di una scuderia che ha voltato pagina rispetto alle ultime due stagioni alquanto deludenti. Ricordiamoci che approdare in Q3 era un successo, per non parlare del passo gara che relegava le due rosse a centro gruppo. Ebbene, oggi la Ferrari è davanti alla Mercedes, quella corazzata che spadroneggiava dal 2014. Mica poco! Alla presentazione della F1-75 l’obiettivo dichiarato era quello di tornare a vincere dei Gran Premi e quattro sono entrati nel carniere: tre con Leclerc ed uno con Sainz. La vettura s’è dimostrata competitiva su tutti i tracciati sin dal venerdì e sotto il profilo della velocità è stata impeccabile. A testimoniarlo sono le 15 pole position siglate tra Leclerc e Sainz. Certo, se da un lato l’inizio sfolgorante ha galvanizzato ambiente e tifosi, ha contemporaneamente fatto alzare l’asticella e probabilmente la scuderia non era ancora pronta ad affrontare il corpo a corpo con la Red Bull, ben più rodata a gestire certe pressioni. Ma ripetiamo, non è giusto parlare di campionato fallimentare. La Ferrari è riuscita a respingere l’assalto finale della Mercedes in una situazione non facile, in cui nelle officine di Maranello l’aria s’era fatta pesante. Le notizie circolate la scorsa settimana sulla cacciata del team principal Mattia Binotto, sostituito dal team boss dell’Alfa Romeo-Sauber in prospettiva 2023, non erano il miglior viatico per affrontare l’appuntamento decisivo a Yas Marina, anche se poi era arrivata puntuale la smentita ufficiale dal Cavallino. A guardare il bicchiere mezzo pieno, sia in Brasile che ad Abu Dahbi, la F1-75 ha fornito buone performances non avendo più denunciato i fastidiosi problemi di degrado gomme.

A fine gara, Leclerc non ha nascosto la sua soddisfazione:” Ho dato il 110% dal primo all’ultimo giro – ha confessato il monegasco – e per battere “Checo” dovevamo adottare una strategia diversa facendo funzionare al meglio le gomme.” E sul futuro ha aggiunto:” Occorre lavorare ancora sul passo gara per arrivare un gradino più avanti l’anno prossimo.” Eloquente anche il pensiero di Sainz, secondo cui il risultato di Yas Marina dimostra lo stato dell’arte alla Ferrari, tornata ad esibire il proprio potenziale. Lo spagnolo giunto a ridosso del podio e non è mai stato in grado di insidiare i primi tre, però nel confronto con le W13 non ha avuto grossi problemi a tenerle a bada. Con Hamilton, al primo giro, ha usato le maniere forti costringendolo a tagliare la variante (fortuna sua non è stato punito), successivamente è stato ripassato dall’inglese che al nono passaggio ha iniziato a calare l’andatura ed è stato infilato da Carlos. Anche contro Russell, s’è evidenziata la supremazia del madrileno, complice anche la penalità di 5” inflitta al britannico per unsafe release nel corso del suo primo pit-stop. Dunque un auspicio confortante per il 2023 sottolineato pure da Binotto che ha sottolineato:” Questo secondo posto in entrambe le classifiche è frutto del lavoro di un’intera stagione, non solo della gara di oggi. In questo fine settima la squadra ha lavorato bene non facendosi distrarre dalle speculazioni. Può sembrare una banalità, ma tutti sono rimasti sempre concentrati.” E circa il futuro ha aggiunto:” Quest’anno s’è visto che non siamo ancora maturi e pronti per la vittoria del titolo, abbiamo fatto degli errori, ma cresceremo ulteriormente. Essere competitivi e vincere sono due cose diverse e c’è un ulteriore passo da compiere.” Permangono ovviamente i dubbi circa il “giallo del licenziamento” del manager reggiano. E’ tutto rientrato? S’è trattato di una sorta di golpe fallito e la candidatura di Vasseur è stata bruciata? Belle domande, che solo il tempo che ci separa dal 5 marzo 2023, quando si riaccenderanno i motori in Bahrain, potrà chiarire Un altro verdetto confermato riguarda le Frecce d’Argento, che dopo un avvio da incubo hanno rialzato parzialmente la testa fino ad insidiare la Ferrari, ma che alla fine hanno concluso con una prova decisamente incolore dopo l’exploit con doppietta in Brasile. Lewis Hamilton a caccia del record di almeno una vittoria in ogni suo mondiale disputato, ha chiuso a bocca asciutta, per di più con un ritiro alla tornata 56 tradito dal cambio. Un epilogo amaro per l’eptacampione  che dal primo Gran Premio, non è mai parso a suo agio con la W13. Trattasi della peggiore monoposto realizzata a Brackley, che di sicuro non finirà nel prestigioso museo Mercedes. Il destino di questo modello non può essere che una pronta rottamazione. Partorita da una filosofia in cui sono stati estremizzati i concetti del nuovo regolamento introdotto in questa stagione, la vettura ha palesato sin dall’inizio grosse lacune, in primis quella del “porpoising” (i ripetuti saltellamenti che hanno reso la guida difficile ai piloti), risolto con la direttiva TD39 introdotta dalla Fia a partire dal G.P. del Belgio, adducendo motivi legati alla sicurezza. Un provvedimento che ha suscitato non poche polemiche e che forse ha finito per danneggiare la Ferrari. Tra i costruttori la “Stella a Tre Punte” ha totalizzato 515 punti, 275 conseguiti da George Russell e 240 da Hamilton. Il giovane 24enne inglese s’è ritrovato alle prese con la peggior Mercedes degli ultimi anni, ma grazie alla sua immensa classe che fa di lui un predestinato, ha conseguito la sua prima pole (Ungheria) ed il suo primo trionfo (Brasile) terminando davanti ad certo “Sir” Lewis Hamilton. Un risultato che lo proietta con ottimismo verso la prossima stagione, in cui sarà nuovamente chiamato a confrontarsi con “Hammertime” nella lotta al vertice. Una circostanza in cui, se la vettura lotterà ai piani alti, Toto Wolff dovrà sfoderare tutta la sua abilità politica al fine di evitare squilibri e lotte fratricide all’interno del team; come dimenticare la faida tra lo stesso Lewis e Nico Rosberg? Pure in qualifica, le Frecce d’Argento s’erano piazzate alle spalle di Red Bull e Ferrari, troppo lente sui rettilinei e contavano di riscattarsi la domenica com’era accaduto altre volte. Invece sono sembrate una brutta copia di quelle viste ad Interlagos, quasi avessero patito un’involuzione. Come detto Hamilton non ha visto la bandiera a scacchi e Russell non è andato oltre la quinta posizione.

Morale: per Wolff & C. è stato proprio un anno da dimenticare. Nel 2023 sarà vietato fallire per il secondo anno consecutivo, con Hamilton intenzionato a far suo il primato delle otto corone iridate. Alle spalle di Russell, hanno completato la top ten Norris, Ocon, Stroll, Ricciardo e Vettel. Nel bilancio finale tra i costruttori, l’Alpine-Renault s’è messa alle spalle la McLaren-Mercedes soffiandogli il quarto posto. Rispetto al 2021, la factory di Zak Brown ha un po’ deluso le aspettative e spera di invertire la rotta nel 2023 con Norris ed il promettente Piastri. Dietro, in sesta piazza troviamo a pari punti l’Alfa Romeo-Sauber e l’Aston Martin-Mercedes. La compagine di Hinwil può ritenersi felice del risultato, perché se nel 2021 era penultima a quota 13, oggi ha fatto un salto di qualità e le lunghezze sono 55. Per contro non sorridono in casa di Lawrence Stroll, l’AMR22 non ha mostrato grandi miglioramenti rispetto alla stagione prima e confida nell’arrivo del bicampione Fernando Alonso, la cui esperienza rappresenterà sicuramente un valore aggiunto. Annata positiva per la Haas-Ferrari, ottima ottava e con 37 punti all’attivo: la ciliegina sulla torta è stata la pole in Brasile di Kevin Magnussen. A fianco del danese ci sarà Nico Hulkenberg, un pilota esperto e di sostanza che erediterà il sedile di Mick Schumacher. Annus horribilis invece per l’Alpha Tauri, retrocessa dal sesto al nono posto. Pierre Gasly verrà rimpiazzato da Nick De Vries le cui qualità sono ben conosciute ed hanno trovato conferma a Monza quando ha sostituito Albon sulla modesta Williams. Yuki Tsunoda dovrà invece cambiare registro assicurando al team di Faenza un rendimento più consistente. Il ruolo di fanalino di coda tocca alla Williams-Mercedes, che ha pagato la dipartita di Russell, il quale riusciva a sopperire per buona parte le carenze tecniche della vettura. Solo otto punti in classifica per il team di Grove, di cui 4 conseguiti da Alexander Albon, l’altra metà da De Vries e dal deludente Latifi, che cederà il volante a Logan Sargeant. In conclusione, merita un doveroso tributo Sebastian Vettel, che ad Abu Dhabi ha chiuso una lunga e luminosa carriera durata quindici stagioni. Il tedesco nato il 3 luglio 1987 ad Heppenheim, vanta 4 corone iridate (tutte con la Red Bull), 53 vittorie, 122 podi, 67 pole e 43 giri veloci. Che dire d’altro? Se dopo l’avventura in Ferrari è parso sul viale del tramonto, ha deciso di proseguire dal 2021 con l’Aston Martin, ritrovandosi purtroppo alle prese con una macchina poco competitiva. A Yas Marina, ha patito le conseguenze di una strategia non perfettamente azzeccata, ma grazie alla sua classe s’è tolto la soddisfazione di portare al termine la sua ultima fatica rientrando tra i primi dieci: un punto che a detta della matematica dice poco, ma sotto l’aspetto morale conta molto di più. Una volta tagliato il traguardo, Seb s’è sfogato compiendo alcuni donuts davanti alle tribune, ricevendo poi l’ovazione del pubblico. Non ha potuto nascondere la commozione durante l’intervista di Jenson Button:” Mi servirà un po’ di tempo per assorbire tutto – ha confessato Vettel – Arriveranno dei momenti in cui ci ripenserò. Mi sento un po’ vuoto – ha aggiunto  – gli ultimi due anni sono stati forse deludenti sotto l’aspetto sportivo, ma molto utili nella mia vita. Trovarsi nella mia posizione è un privilegio, ma comporta delle responsabilità che spero di poter trasmettere agli altri piloti. E’ bello vedere che abbiamo il potere di ispirare il pubblico con quello che facciamo e diciamo.” Un pensiero profondo che denota ancora una volta la grande personalità di questo campione.

Immagini Pirelli Press

Campionato Piloti
1° Verstappen 454 – 2° Leclerc 308 – 3° Perez 305 – 4° Russell 275 – 5° Sainz 246 – 6° Hamilton 240 – 7° Norris 122 – 8° Ocon 92 – 9° Alonso 81 – 10° Bottas 49 – 11° Ricciardo, Vettel 37 – 13° Magnussen 25 – 14° Gasly 23 – 15° Stroll 18 – 16° Schumacher, Tsunoda 12 – 18° Zhou 6 – 19° Albon 4 – 20° Latifi, De Vries 2

Campionato Costruttori
1^ Red Bull-Honda 759 – 2^ Ferrari 554 – 3^ Mercedes 515 – 4^ Alpine-Renault 173 – 5^ McLaren-Mercedes 159 – 6^ Sauber-Ferrari, Aston Martin-Mercedes 55 – 8^ Haas-Ferrari 37 – 9^ Alpha Tauri-Honda 35 – 10^ Williams-Mercedes 8

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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