Formula 1

Published on Settembre 25th, 2022 | by Massimo Campi

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Las Vegas 1982, la prima di Alboreto

Era l’ultima gara della stagione, la prima vittoria per il campione milanese

Il “boscaiolo” Ken Tyrrelll, che di talenti se ne intendeva, lo definì “il più grande pilota italiano del dopoguerra”, stiamo parlando di Michele Alboreto, della sua prima vittoria in quel fantomatico circuito di Las Vegas. Una vittoria quanto mai inaspettata, dopo che l’Italia ha vissuto attimi terribili nell’arco della stagione 1982, nella speranza di aver trovato un nuovo talento. Una stagione da incubo, con la scomparsa di Gilles Villeneuve, l’incidente che era costato la carriera a Didier Pironi, le lotte tra i team e Bernie Ecclestone che proclamava lo sciopero di Imola. Una stagione con la rossa che doveva dominare, m il campionato andò nelle mani di Keke Rosberg, una sola vittoria, tanti piazzamenti a punti, ma anche tanta fortuna con gli avversari che scomparivano dalle scene lasciando al pilota della Williams quella vittoria che a molti pareva immeritata.

L’Italia in F.1 era ben rappresentata, squadre, piloti, tanta gente, tutti a cercare il loto posto al sole. Poi c’era quel ragazzo venuto dal nulla, da Rozzano, periferia della metropoli lombarda. Andava forte, pochi soldi, ma un campionato Europeo di F.3 vinto, vera laurea per i campioni. Poi con l’aiuto del magnate, Conte Zanon, il debutto in F.1, con lo zio Ken, il boscaiolo, uno dei più grandi talent scout. Aveva subito visto giusto, Michele da Milano andava forte, ma soprattutto non sbagliava, aveva subito capito l’importanza del risultato, come i grandi campioni. Debutto ad Imola nel 1981, la prima stagione come apprendistato, nessun punto, ma con le Tyrrell di quell’epoca si poteva fare ben poco. Nel 1982 la riconferma con il team inglese ed i primi punti ad Imola, terzo sul podio in una gara complicata, dal punto di vista politico, ma facile da quello agonistico con solo 14 vetture al via.

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Alboreto, Las Vegas 1982 – Copyrigt sconosciuto

La parte centrale della stagione riservò, però, poche soddisfazioni al pilota milanese e solo al Gran Premio di Francia riuscì a ottenere un sesto posto, seguito da una quarta piazza alla successiva corsa. Proprio alla vigilia dell’appuntamento monzeseEnzo Ferrari riservò al pilota parole di stima sia dal lato professionale sia da quello umano, assicurandogli un posto nella sua squadra per il 1984. Alboreto, rimasto colpito, ringraziò il costruttore, ma affermò di doversi soprattutto concentrare sulla stagione in corso. Due settimane più tardi, il 25 settembre si corre l’ultima gara della stagione, il Gran Premio di Las Vegas sul circuito del Caesars Palace. Terzo in griglia, fu anche baciato dalla sorte: come raccontato dal fratello Ermanno, dopo la partenza entrò in collisione con Cheever, che gli piegò il braccetto della sospensione. In difficoltà, commise un errore e uscì di strada.

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Alboreto Las Vegas 1982 – Copyrigt sconosciuto

La ruota anteriore toccò il muretto: nell’urto il braccetto si raddrizzò e l’assetto della macchina ritornò normale. Sul podio la madrina della corsa Diana Ross gli chiese pure un autografo. Con quella vittoria la Tyrrell rompeva un digiuno che durava da quattro anni, per Alboreto iniziava la gloria e si apriva definitivamente la porta di Maranello per il 1984.

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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