Storia

Published on Settembre 18th, 2022 | by Massimo Campi

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IL FLOP DELLA SUPER-LOTUS NEL 1971

 

Di Carlo Baffi

Sebbene avesse ampiamente dominato il mondiale 1970, sia sul fronte piloti con Jochen Rindt iridato postumo, che sul fronte costruttori, la Lotus visse una profonda crisi nella stagione successiva. Il miglior risultato fu un secondo posto di Emerson Fittpaldi, nel Gran Premio d’Austria. Eppure, malgrado questa situazione, la blasonata scuderia inglese riuscì ugualmente a calamitare l’interesse dei media nel fine settimana del 42° Gran Premio d’Italia. A scendere in pista fu infatti il modello 56 B a turbina, una monoposto innovativa ed estrema, realizzata dal progettista Maurice Phillipe e frutto del vulcanico cervello di Colin Chapman, il quale era solito azzardare. Si devono proprio al suo ingegno le monoposto che hanno sbaragliato la concorrenza, ma a volte essendosi spinto oltre, la potenzialità di certi progetti venne bocciata dalla pista. E la 56 è stata proprio uno di questi.

Una vettura che aveva fatto il suo debutto cinque mesi prima sul tracciato d’oltre Manica di Brands Hatch in occasione della Race of Champions e che era stata sviluppata inizialmente in vista della “500 Miglia di Indianapolis”. Fin da subito ci fu molta curiosità verso questa vettura priva di cambio di marce, dotata di trazione sulle quattro ruote e spinta da una turbina aeronautica prodotta dall’azienda canadese “Pratt & Whitney”, in grado di sviluppare circa 580 cavalli (rispetto ai 480 delle migliori F.1 del lotto), raggiungendo una rotazione che va da 20 a 40 mila giri al minuto. Il boato che sprigionava una volta in azione ricordava il tipico rumore dei jet di linea. Il costo della turbina venne stimato intorno ai 150 milioni di vecchie Lire; per contro non richiedeva alcuna manutenzione. Altra caratteristica peculiare era rappresentata dai due serbatoi laterali capaci di contenere 282 litri di kerosene aeronautico, con l’olio di lubrificazione che in corsa arriva a toccare i 1000 gradi centigradi. Il telaio in monoscocca era costituito da una vasca con pannelli in lega leggera che occupava anche i lati del motore. Una soluzione sicuramente originale, ma destinata a non avere futuro dal momento che fin dalle prime uscite aveva palesato molte criticità. Prima fra tutte quella legata al sistema frenante. A Brands Hatch non andò oltre il 34esimo dei 50 giri previsti, complice un problema alla sospensione posteriore.

A detta di Emerson Fittipaldi che la guidò più volte, occorreva pigiare l’acceleratore anche in curva in modo che il motore restasse su di giri anche in frenata, altrimenti mancava la ripresa. Un handicap rilevante che condizionò le prestazioni di Fittipaldi sin dal venerdì nelle prove del Gran Premio d’Italia 1971. Alla domanda rivoltagli dai giornalisti sul perché i suoi tempi fossero così alti, rispose:” Perché la turbina funziona meglio con le temperature basse. Col caldo va di meno e non prende tutti i giri che ci vorrebbero. All’uscita della Parabolica – spiegava il brasiliano l’accelerazione della vettura è troppo lenta e mi è quindi impossibile sfruttare le scie ed abbassare i tempi.” La scelta di utilizzare questo modello sulla pista monzese si fondava sull’idea di sfruttare la potenza nei lunghi rettilinei. Un auspicio che venne meno. Morale, Fittipaldi dovette schierarsi sulla griglia in nona fila col 18esimo tempo di 1’25”4, contro l’1’22”4 di Chris Amon, autore della pole. In compenso riuscì a terminare il Gran Premio, chiudendo ottavo a un giro dal vincitore Peter Gethin. La bandiera a scacchi fece anche calare il sipario sulla Lotus 56. Esplicita la dichiarazione di Fittipaldi rilasciata già il venerdì:” Ormai il ciclo di questo progetto si è esaurito ed anche i vertici della Lotus lo sanno.” Le soddisfazioni per il fuoriclasse brasiliano sarebbero arrivate nel ‘72, quando sempre al volante di una Lotus, ma molto più competitiva, avrebbe conquistato suo primo titolo iridato.

Immagini ©Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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