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mercoledì 30 Aprile 2025

Spa: Max detta legge.

 

Di Carlo Baffi

L’olandese, autore di una rimonta annunciata dalla 14esima posizione a causa della penalità per la nuova power unit, centra il nono trionfo stagionale al volante di una Red Bull stratosferica. L’altra RB18 è seconda con Perez. Delude la Ferrari, terza con Sainz che scattava dalla pole e sesta con Leclerc partito 15esimo con la nuova unità motrice. Verstappen mette le mani sul titolo portando a 98 i punti di vantaggio sul monegasco, terzo nella classifica piloti, superato da Perez.

Giù il cappello, è proprio “Super Max Verstappen” e pure “Super Red Bull”. Il Campione del Mondo era chiamato all’ennesima “Mission Impossibile” e ce l’ha fatta. Del resto, se ha vinto in Ungheria partendo decimo dove si supera difficilmente, figuriamoci a Spa dove i sorpassi hanno scritto la storia di questo leggendario tracciato, ribattezzato l’Università dell’automobilismo. La sua impresa è già leggenda, basta citare qualche numero: in qualifica ha rifilato 6 decimi a Carlos Sainz secondo ed 8 al suo compagno Sergio Perez. Ha tagliato il traguardo con più di 17” di vantaggio sul messicano e mezzo minuto sul terzo classificato. Per non parlare del gap patito da Charles Leclerc, di oltre un minuto. Distacchi abissali, che ci riportano alla memoria le cavalcate di Michael Schumacher negli anni d’oro della Ferrari, di Vettel sulla Red Bull, per arrivare ad Hamilton sulla Mercedes. Le premesse di assistere all’inizio di un nuovo ciclo ci sono eccome. A 24 anni l’olandese ha già siglato 29 successi, nessuno ha fatto meglio di lui. L’unico punto interrogativo riguarda la conquista del suo primo titolo mondiale, l’anno scorso nell’ultimo round di Abu Dhabi, quando è riuscito a detronizzare Lewis Hamilton grazie ad una provvidenziale safety-car che l’ha rimesso in gioco a tempo quasi scaduto. Con questo, lungi da noi mettere in discussione il suo talento che sta confermando in questo mondiale, dove intende fare il bis. E sappiamo quanto sia difficile vincere e ancora di più ripetersi. Però stiamo ammirando un pilota cambiato radicalmente nella mentalità. Non più preda di quell’aggressività che lo portava a fare strike alla prima curva, a prendersi rischi inutili, o a comportarsi da arrogante (secondo la scuola di papà Jos). Probabilmente dopo aver sconfitto l’odiato Hamilton s’è tolto un macigno di dosso e raggiunta la corona iridata, è maturato. Adesso guida in modo esemplare capitalizzando al meglio le occasioni che gli capitano. Verstappen e la Red Bull sono un connubio perfetto, sempre più vicini al titolo 2021. Nel mondiale piloti, Max è saldamente primo con 93 lunghezze su Perez e ben 98 dal ferrarista Leclerc, l’avversario più temibile, quello che a inizio stagione l’aveva messo alle corde, poi la situazione s’è ribaltata completamente. C’eravamo lasciati con la sua affermazione all’Hungaroring prima della pausa estiva e siamo ripartiti con un altro trionfo, questa volta ancora più eclatante. Si pensi che partito 14esimo, per aver sostituito la power unit, era già ottavo dopo il primo passaggio (ha superato sei concorrenti) e dopo 12 tornate era leader del Gran Premio. La rimonta più rapida nella storia della F.1 e senza mai mostrare di essere al limite. Certo, un merito va riconosciuto anche alla RB18, tornata dalle ferie ancora più potente di prima. E pensare che la scuderia anglo-austriaca non ha utilizzato il telaio più leggero omologato recentemente. Altra considerazione da fare riguarda la tanto discussa direttiva TD39 introdotta proprio a Spa, che ha alzato maggiormente le vetture da terra al fine di eliminare il porpoising. Qualcuno ipotizzava che avrebbe potuto influire sulle performances dell’auto di Verstappen. Ebbene, forse ha messo in difficoltà altre monoposto, ma non il bolide realizzato a Milton Keynes. Teniamo sempre a mente che nella scuderia diretta da Chris Horner il responsabile tecnico risponde al nome di Adrian Newey, un mago dell’aerodinamica in grado di estrarre il coniglio dal cilindro in qualsiasi momento. Basti vedere tutti i miglioramenti introdotti ad ogni gara. Non pago di quanto dimostrato, Verstappen s’è tolto pure lo sfizio di effettuare il giro più veloce in 1’49”354, quando ne mancavano 12 alla conclusione. Perez, chiudendo in seconda piazza ha vinto il Gran Premio dei cosiddetti “terrestri”, svolgendo a dovere il suo compito nel portare punti utilissimi alla squadra e pure a se stesso, visto che torna secondo nel mondiale piloti a spese di Leclerc.” Ho fatto una brutta partenza perdendo alcune posizioni – ha dichiarato Checo – per poi recuperare. Speravo di ottenere qualcosa di più, ma oggi Max volava, era su un altro pianeta.” E l’alieno non nascondeva la grande felicità sul podio, osannato dalla “tribù arancione” che lo segue dappertutto. “E’ stato un primo giro frenetico nel quale sono riuscito ad evitare contatti. La vettura pareva viaggiasse sui binari, sono riuscito a trovare i punti giusti dove fare i sorpassi e gestire le gomme. Poi una volta davanti sono stato in grado di controllare la corsa. Dobbiamo continuare così. Voglio altri week-end come questo.” Chiuso il capitolo riguardante i dominatori, passiamo alla Ferrari. Sarebbe troppo facile sparare a zero su Maranello, in evidente difficoltà e l’ironia lasciamola magari al bravo Maurizio Crozza nell’imitazione del team principal Mattia Binotto.

Il lungo e veloce tracciato delle Ardenne ha messo in evidenza le lacune della F1-75, che almeno per ora non è più la vettura di riferimento, status passato alla RB18. Già in Ungheria erano emersi problemi di passo ed i tecnici del Cavallino confidavano di rifarsi nel G.P. belga, purtroppo per loro l’involuzione è proseguita. Si pensava che avessero influito la pioggia ed il freddo, come accaduto a Budapest dove c’era stato un repentino calo dielle temperature. Invece rispetto a libere e qualifiche, la domenica è tornato il sole con 15 gradi in più (22° nell’aria e 36° sull’asfalto). Elemento su cui scommettevano in tanti, ma che non ha portato alcun beneficio, anzi. E qui dobbiamo interrogarci sul perché ogni qualvolta si verifichi una forte variazione di temperatura, il rendimento della rossa cala. In qualifica Sainz otteneva la pole, grazie alla scia di Leclerc messosi al suo servizio e per via della retrocessione di Verstappen. “Sono felice di partire in pole – confessava il madrileno – ma non nel vedere il distacco che ho preso da Max. Parto da una buona posizione e cercherò di vincere domani.” C’era quindi l’interesse nel vedere se il giorno dopo la situazione sarebbe cambiata; icordiamoci come in Austria Max avesse dominato il venerdì ed il sabato per poi inseguire Leclerc la domenica. Ed infine c’era parecchia curiosità sul duello ravvicinato tra Charles e Max nelle retrovie, entrambi intenti a risalire ai piani alti. Allo spegnimento dei semafori, Sainz teneva la testa e Perez era sopravanzato da Hamilton e Alonso, che di li a poco si sarebbero urtati a Les Combes con il ritiro del britannico. Da qui l’entrata della safety car, mentre nelle retrovie Verstappen e Leclerc si tenevano d’occhio dopo essere scattati bene. Il ferrarista però imboccava inaspettatamente la pit-lane. Dalla sua macchina s’alzava del fumo in corrispondenza della parte anteriore destra. Giusto il tempo di cambiare le gomme ed il monegasco rientrava in ultima posizione. Motivo della sosta non preventivata era un surriscaldamento provocato da una visiera a strappo finita nella presa d’aria dei freni. Ironia della sorte si scoprirà che il tear-off era di Verstappen, il quale se n’era liberato gettandola in pista. Azione che non si dovrebbe fare. Esiste il divieto da parte della Fia di buttare oggetti fuori dall’abitacolo. Un’inconveniente non da poco che ha condizionato la prova di Leclerc compromettendone la strategia prevista. Intanto Sainz iniziava a lamentare un degrado eccessivo sulle sue soft e dopo aver effettuato il pit-stop al 12esimo passaggio, passava leader a sesto. Il consumo anomalo delle coperture e la mancanza di velocità avrebbe perseguitato le Ferrari per tutta la corsa. Condizione denunciata dai piloti, probabilmente frutto di un cattivo bilanciamento. A differenza della Red Bull, che con Verstappen percorreva 16 giri con le soft, montate allo start. A dieci passaggi dal termine, Sainz, con le hard in crisi, chiedeva via radio se poteva fare una terza sosta, ottenendo una risposta negativa: sarebbe finito dietro a Russell. La Mercedes del britannico infatti, era troppo vicina e con fatica lo spagnolo riusciva a resistergli agguantando un buon terzo posto. Più di tanto non poteva fare. Leclerc invece concludeva sesto, vittima di una scelta discutibile da parte dei suoi strateghi e anche della sfortuna. Ma cos’era successo? Alla tornata 43 di 44, Charles, quinto davanti ad Alonso, era richiamato ai box per montare le soft e tentare il giro veloce, con il punto addizionale. Forse un azzardo inutile, perché il ferrarista non aveva il margine sufficiente. Gioco forza, tornato in pista avrebbe dovuto superare l’asturiano nell’ultimo passaggio. Insomma, una mossa eseguita col fiato sul collo per ottenere una magra consolazione. Leclerc, pur non siglando il “best lap”, ripassava Alonso al Kemmel concludendo 5°. Una fatica sprecata, perchè nell’entrare in corsia box aveva superato il limite di velocità di 80 km/h. La tolleranza arriva sino ad 80,9, mentre il “Principino” era transitato a 81. Un’infrazione che gli costava 5 secondi di penalità con la conseguente retrocessione in sesta piazza. Morale, per guadagnare un punto se ne son persi due. Leclerc, da grande professionista, era pronto a riconoscere la propria colpa, se non che veniva successivamente svelato un retroscena sul primo pit-stop. Il surriscaldamento dovuto al tear off aveva mandato in tilt alcuni sensori, per cui Charles ha dovuto mettere parte del sistema elettrico in modalità recovery per poter proseguire il G.P.. Manovra che ha disturbato il limitatore di velocità. Una beffa nella beffa. Altro episodio che lascia perplessi è quanto accaduto a Charles in Q3, quando s’è visto montare per sbaglio un set di gomme nuove. A fine gara il ferrarista era visibilmente deluso e rassegnato:” Rispetto alla Red Bull ci mancava il passo. Hanno fatto uno step notevole e la differenza vista oggi non è piccola. Dobbiamo rivedere tante cose.” Anche Binotto riconosceva la superiorità della Red Bull, puntualizzando che la direttiva TD39 non aveva pesato in maniera massiccia sulle problematiche della rossa:” Non so cosa sia accaduto agli altri team, ma per quanto riguarda la Ferrari ha influito in modo del tutto trascurabile. I motivi vanno cercati altrove. Spa – ha proseguito il manager – è una pista che mette in evidenza i limiti di una vettura. Le differenze con la Red Bull ci sono, ma non così grosse. Dobbiamo lavorare senza scoraggiarci, perché la salita continua.” Ed in merito al Gran Premio d’Italia (in programma fra due settimane), si diceva ottimista:” Spa e Monza sono piste differenti, avremo ali specifiche per essere veloci sui lunghi rettilinei.” Infine s’è soffermato sulla condizione psicologica di Leclerc:” Charles è sempre motivato, anche se la classifica è sempre più impietosa. Ora non solo deve vincere sempre, ma sperare nei ritiri di Verstappen.” Frasi diplomatiche che sintetizzano il “game over”. Circa le cause della debacle e le differenze dalla Red Bull “non così grosse” restano dei dubbi, ma già dal prossimo fine settimana si potranno avere dei dati più indicativi. Il Circus si trasferisce a Zandvoort, in Olanda, regno inespugnabile di “Super Max Verstappen”, circuito dal layout differente da quello blega, che dovrebbe meglio sposare le caratteristiche della F1-75. E vedremo se andrà in scena nuovamente il film visto a Spa. Un’altra scuderia che torna dalle Ardenne con le ossa rotte è la Mercedes, la cui competitività è parsa molto lontana da quella mostrata all’Hungaroring. Il sabato la W13 arrancava, al punto che il team boss Toto Wolff parlava di qualifica inaccettabile, la peggiore negli ultimi dieci anni. Hamilton e Russell figuravano rispettivamente quarto e quinto, ma a spaventare il dirigente austriaco era il distacco dal miglior crono:” Non si può essere in pole tre settimane prima, anche se in condizioni molto differenti e su un’altra pista e ritrovarsi a 1”8 nel G.P. dopo.” La corsa avrebbe poi solo visto una sola Freccia d’Argento tagliare il traguardo, quella di Russell, quarto e regolarmente a punti. Hamilton come detto sopra doveva alzare bandiera bianca dopo un corpo a corpo con Alonso, il quale via radio non gli ha risparmiato dure critiche:” Questo ragazzo è bravo solo quando parte davanti”. Pronta arrivava la replica più pacata di Lewis:”…è bello sapere cosa pensa di me.” Per un sette volte iridato è stato un errore grave, però Lewis ha ammesso la propria colpa, senza però porgere le scuse al rivale dopo aver sentito la battuta incriminata. Al di là delle vecchie ruggini tra i due, Alonso portava a termine la gara a ridosso del podio, segno che l’Alpine è una realtà solida ed in crescita: tra i costruttori è quarta con 20 lunghezze su una McLaren deludente. Anche Esteban Ocon, compagno dell’asturiano, settimo e partito dal fondo, s’è messo in mostra con bei sorpassi, in particolare quello messo a segno su due avversari contemporaneamente. Gesto che ha ricordato quello di Mika Hakkinen su Michael Schumacher col doppiato Ricardo Zonta nel mezzo: correva l’anno 2000. Infine, sono meritevoli di un plauso anche Vettel ottavo con l’Aston Martin seguito da Gasly (Alpha Tauri) ed Albon che porta a casa un punto importante per la Williams-Mercedes, sempre fanalino di coda.

Campionato Piloti
1° Verstappen 284 – 2° Perez 191 – 3° Leclerc 186 – 4° Sainz 171 –  5° Russell 170 – 6° Hamilton 146 – 7° Norris 76 – 8° Ocon 64 – 9° Alonso 51 – 10° Bottas 46 – 11° Magnussen 22 – 12° Vettel 20 – 13° Ricciardo 19 – 14° Gasly 18 – 15° Schumacher 12 –  16° Tsunoda 11 – 17° Zhou 5 – 18° Albon, Stroll 4.

Campionato Costruttori
1^ Red Bull-Honda 475 – 2^ Ferrari 357 – 3^ Mercedes 316 – 4^ Alpine-Renault 115 – 5^ McLaren-Mercedes 95 – 6^ Sauber Alfa Romeo-Ferrari 51 – 7^ Haas-Ferrari 34 – 8^ Alpha Tauri-Honda 29 –  9^ Aston Martin-Mercedes 24 – 10^ Williams-Mercedes 4.

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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