Formula 1

Published on Giugno 22nd, 2022 | by Massimo Campi

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MONTREAL: VERSTAPPEN SEMPRE PIU’ LEADER

 

Di Carlo Baffi.

 

Il Campione del Mondo della Red Bull ha imposto la sua legge anche in Canada firmando il suo sesto trionfo stagionale dopo esser scattato dalla pole. Ha preceduto il ferrarista Sainz che l’ha incalzato nel finale. Leclerc, partito dal fondo per aver montato una nuova power unit, s’è piazzato quinto alle spalle delle Mercedes di Hamilton (terzo) e Russell (quarto). Nel mondiale piloti l’olandese fa il vuoto. Tra i costruttori, la Ferrari recupera punti sulla Red Bull complice il ritiro di Perez.

Per Max Verstappen è stato il miglior modo di celebrare il suo 150esimo Gran Premio in Formula Uno. Partito dalla pole, realizzata sfoggiando il suo talento su un asfalto reso insidioso dalla pioggia, ha dominato il Gran Premio del Canada resistendo nelle ultime 16 tornate all’assalto di Carlos Sainz jr. Lo spagnolo l’ha seguito come un’ombra, ma “Mad Max” non ha commesso alcuna sbavatura ed ha tagliato vittoriosamente il traguardo per la 26esima volta in carriera. Che dire d’altro? Nulla, solo: “chapeaux !” Parola a cui seguono i meritati applausi. L’orange ha incamerato altri 25 punti che lo lanciano sempre più in vetta al mondiale con 46 lunghezze dal secondo; ossia il suo compagno Sergio Perez, messo ko da un guasto tecnico. Seppur al palo, Verstappen era accerchiato da rivali temibilissimi quali Fernando Alonso, secondo in qualifica con l’Alpine, Sainz alle sue spalle con la rossa e Lewis Hamilton, tornato ad affacciarsi ai piani alti. Ebbene, allo spegnimento dei semafori non ha avuto alcuna esitazione a prendere il comando ed a mantenerlo con l’autorevolezza dei grandi campioni. La strada verso la vittoria pareva spianata, poi complice il degrado degli pneumatici ha dovuto fare il secondo pit per montare le hard, rientrando dietro ad Hamilton, con Sainz nuovo leader. La sosta di Lewis permetteva a Max i rimettersi a caccia di Carlos in vantaggio di 9”. Tre passaggi dopo ecco il colpo di scena. Yuki Tsunoda, pilota dell’Alpha Tauri (junior team Red Bull) finiva contro le barriere. Per rimuovere la monoposto del giapponese entrava in azione la safety-car, che così rimescolava le carte. Sainz veniva richiamato ai box (per lui ancora gomme hard) e Verstappen tornava davanti. Alla ripartenza, il madrileno (beneficiando dei nuovi pneumatici) era intenzionato a sferrare l’assalto, ma il capofila non s’è scomposto ed ha tenuto il bastone del comando sino alla fine spegnendo le velleità dell’iberico. Se gli entusiasmi dei ferraristi si erano rianimati sognando un successo di Carlos, che magari avrebbe permesso a Leclerc di guadagnare punti preziosi sulla Red Bull numero 1, han finito per essere spenti dalla marcia di “Super-Max”. Un’affermazione che forse vale più delle altre, perché ha fatto tutto da solo, dal momento che il compagno Perez è mancato all’appello per tutto il fine settimana. In qualifica, il messicano non ha superato la Q2 per esser finito contro le barriere e poi in gara, chiamato a fare da stopper su Leclerc è uscito di scena dopo solo otto passaggi. E’ l’unica nota negativa per la Red Bull, in quanto rievoca i fantasmi legati al fattore affidabilità. Però con un Verstappen di questa caratura a Milton Keynes possono guardare al futuro del campionato con una certa serenità. “La safety-car non mi ha certo aiutato – ha confessato Max nel post-gara. La Ferrari era molto veloce ed alla fine ho fatto fatica con Sainz che aveva le gomme più fresche. Nella lotta ho dato tutto, fortunatamente quest’anno siamo veloci in rettilineo ed è un grande aiuto. Se Sainz mi avesse superato sarebbe stata dura passarlo.”

 

 

Dunque una rossa tornata a far paura alla Red Bull? Per certi versi si, ma il compito si annuncia arduo. In Canada doveva assolutamente rialzare la testa dopo tre gare da incubo, ma senza incappare in ulteriori problemi di fragilità. I tecnici di Maranello han quindi montato una power unit fresca a Leclerc pagando dazio e sperando nella rimonta del monegasco. Le chances di successo erano quindi riposte sulle spalle di Sainz, che però in qualifica non è andato oltre la seconda fila. Poi ha sfoderato le unghie ed è stato protagonista di una corsa coriacea e forse senza la vettura di sicurezza l’epilogo sarebbe stato diverso. Nelle ultime battute però dopo il rientro della safety-car, ha provato in tutti i modi a mettere sotto pressione Verstappen, aiutato anche dal DRS. Gli ha fatto sudare sette camicie, anche se il tracciato fosse favorevole alle vetture anglo-austriache.” Ho parlato con Max dopo il traguardo – confessa il ferrarista – e lui sostiene che se non ci fosse stata la Safety Car non mi avrebbe raggiunto, perché avevo un bel ritmo. Dopo la Safety-Car ho spinto a fondo – rivela Sainz – Ho rischiato molto, ero al limite. Per passare la Red Bull occorre molta velocità e noi l’avevamo, però non a sufficienza per superarla in pista.” A conferma delle parole del madrileno c’è stato il giro veloce marcato alla tornata 63 con il tempo di 1’15″749. Forse ad essere pignoli, Sainz ha avuto un’esitazione durante il penultimo giro, per la precisione al tornantino. La sua F1-75 riusciva ad avvicinare la RB18, ma finiva leggermente lunga. Al contrario con una staccata più decisa avrebbe potuto aprire il DRS sul rettilineo ed affondare il colpo vincente. Però con i se e con i ma, non si vincono i mondiali. Soddisfazione a metà anche per Leclerc, autore di una bella risalita fino alla quinta piazza; certo qualcuno sognava l’impresa storica, ma era alquanto improbabile. Visti i tanti ostacoli che si sono presentati sulla sua strada, il “Principino” non poteva fare di più.” Quando avevo il margine per fermarmi ed evitare il traffico, ho avuto un problema al pit-stop che mi è costato tempo prezioso e mi ha fatto trovare alle spalle di quattro vetture. Ho dovuto rischiare e sono così riuscito a chiudere quinto.” Un piazzamento che non fa sorridere Charles, che però non demorde:” Penso sempre che il titolo sia alla nostra portata. Non siamo gli unici ad avere problemi di affidabilità (il riferimento riguarda Perez), ma se risolviamo certi problemi abbiamo le prestazioni per poter tornare al vertice.” Discretamente soddisfatto Mattia Binotto, team principal del Cavallino:” Questa era una gara di pazienza per Charles, che partendo dal fondo doveva fare i conti con il degrado delle gomme. E’ arrivato quinto e penso che alla fine sia un buon risultato. L’affidabilità è problema per chiunque – conclude Binotto – non è mai scontata. Siamo consapevoli dei miglioramenti da fare il prima possibile.” Nell’economia del campionato la Ferrari recupera punti sulla Red Bull e vedremo come potrà giocarsela nel prossimo round oltre Manica, sulla veloce pista di Silverstone, dove il motore conta e molto. In Gran Bretagna, fra due settimane, sarà interessante capire come si comporterà anche la Mercede, con questa W13 tanto problematica quanto enigmatica. A Montreal è parsa più in forma rispetto al passato, Hamilton ha ritrovato il sorriso dopo le sofferenze patite a Baku causa il porpoising e forse non è un caso che il podio sia arrivato proprio su un circuito a lui congeniale, dove 15 anni fa siglò il suo primo trionfo nel Circus.” Questo terzo posto (finalmente ha preceduto l’efficace Russell) è travolgente a livello emotivo – dichiara l’inglese – in quanto è stata una vera battaglia con la macchina. Ma il team non molla e se gli altri sono più veloci di noi, stiamo progredendo e speriamo di raggiungerli. Grazie alla safety-car – ha aggiunto l’eptacampione – avevamo quasi preso i nostri rivali, ma è pur vero che avevano un passo migliore. Comunque durante questo week-end abbiamo lavorato duramente anche al simulatore al fine di trasferire le nuove soluzione sul set-up per la gara.” Inutile dire che Silverstone è il regno di Lewis e chissà che possa sfoderare una performance degna del suo soprannome “Hammertime”?

Resta in fine doveroso riservare un plauso a Fernando Alonso. Quando le qualifiche di sabato hanno sancito la sua seconda posizione dietro a Verstappen, gli elogi per il 40enne asturiano si sono sprecati. Un miracolo figlio della sua esperienza e della sua classe sommati al buon adattamento della sua Alpine sul circuito dell’Isola di Notre Dame. E’ trascorso ben un decennio dall’ultima volta che Fernando partì in prima fila: era ancora alla guida di una Ferrari. Caricato dalla performance, Alonso ha parlato di una sensazione grandiosa, ha elogiato il potenziale della sua A522 ed ha ammesso di essersi trovato a proprio agio con la pioggia. Non avendo nulla da perdere, il due volte iridato s’era ripromesso di vender cara la pelle attaccando Verstappen sin dalla prima curva. Le cose invece sono andate diversamente. Freddato da Max al via, al terzo passaggio sfilava terzo superato da Sainz, ma poi riusciva a tenere il passo dei migliori. Peccato che il suo muretto abbia optato per una strategia molto discutibile che ha costretto Alonso a stare in pista con una gomma molto consumata. Risultato finale: è finito settimo dietro al compagno Ocon e più tardi s’è visto pure retrocedere nono in seguito alla penalizzazione di 5” per aver cambiato ripetutamente traiettoria, mentre cercava di difendersi da Bottas durante il penultimo giro. Un epilogo troppo severo per questo mostro sacro che non finisce mai di stupirci. La classifica dei top dieci vede quindi alle spalle di Leclerc, Ocon sesto, poi Bottas (Sauber-Alfa Romeo), Guan Yu Zhou (Sauber-Alfa Romeo), Alonso e Stroll (Aston Martin-Mercedes). Ritirati: Tsunoda, Schumacher e Perez.

Immagini Pirelli press

Il mondiale piloti
1° Verstappen 175 – 2° Perez 129 – 3° Leclerc 126 4° Russell 111 – 5° Sainz 102 – 6° Hamilton 77 – 7° Norris 50 – 8° Bottas 44 – 9° Ocon 39 – 10° Alonso 22 – 11° Gasly 16 – 12° Magnussen, Ricciardo 15 – 14° Vettel 13 – 15° Tsunoda 11 – 16° Zhou, Albon, Stroll 3

Il mondiale costruttori
1^ Red Bull-Honda 304 – 2^ Ferrari 228 – 3^ Mercedes 188 – 4^ McLaren-Mercedes 65 – 5^ Alpine-Renault 61 – 6^ Sauber Alfa Romeo-Ferrari 47 – 7^ Alpha Tauri-Honda 27 – 8^ Aston Martin-Mercedes 16 – 9^ Haas-Ferrari 15 – 10^ Williams-Mercedes 3

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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