Formula 1

Published on Giugno 12th, 2022 | by Massimo Campi

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Baku: doppietta Red Bull e disastro Ferrari.

Di Carlo Baffi

In Azerbaijan, Verstappen vince davanti al compagno Perez a fronte di un doppio ritiro delle rosse, prima con Sainz e poi con Leclerc che partiva dalla pole. Prezioso terzo e quarto posto per le Mercedes di Russell ed Hamilton, malgrado le persistenti difficoltà di guida. Nel mondiale piloti Verstappen è sempre più leader con 34 punti su Leclerc terzo, superato da Perez. Tra i costruttori la Red Bull prende il largo.

L’impressione emersa dal Gran Premio dell’Azerbaijan, ottava prova del mondiale di F.1 2022, è che la stagione abbia imboccato una strada ben precisa a favore della Red Bull. Complice la Ferrari che è incappata nuovamente in una domenica da incubo, la terza consecutiva dopo aver illuso con l’ennesima pole di Charles Leclerc. A Baku è andato in scena un doppio ritiro destinato ad alimentare non pochi dubbi sulle speranze del Cavallino di lottare alla pari con il team anglo-austriaco. Nel giro di un mese la Rossa ha perso la leadership sia sul fronte piloti che su quello costruttori, lamentando preoccupanti problemi di affidabilità. Se poi aggiungiamo il flop strategico di Monte Carlo, il quadro clinico è spiegato. Insomma le cifre parlano chiaro ed è comprensibile lo sconforto di Leclerc che in tre round ha messo nel carniere solo 12 punti contro i 65 di Verstappen e i 63 di Perez. A Baku, ha subito il secondo 25 a zero  da “Mad Max” e sul computo delle vittorie, l’orange è in vantaggio per 5 a 2. Dov’è finita la Ferrari-super ammirata nei primi tre Gran Premi? Per la verità già da Imola erano emerse delle complicazioni proseguite a Miami, con la Red Bull più competitiva in gara (in particolare nel consumo gomme). Sul Santerno s’era data la colpa alle condizioni anomale di un meteo autunnale ed in Florida Leclerc e Sainz erano stati saggi ad incamerare un proficuo secondo e terzo posto. Dalla Spagna in poi però la situazione è precipitata. Ovviamente, non va dimenticato il tris di pole calato magicamente da Leclerc, che forse ha galvanizzato team e tifosi. Certo, il prevalere nelle qualifiche ti assicura le prime pagine dei giornali la domenica, ma poi devi concretizzare il tutto nel successo: altrimenti hai conquistato solo dei traguardi intermedi. E’ risaputo quanto sia fondamentale nell’economia stagionale e nell’ambito di un confronto serrato come quello tra Red Bull e Ferrari portare a casa più punti possibile ed evitare in modo assoluto di marcare gli zeri. Con 14 gare al termine il mondiale è sicuramente ancora lungo, però è altrettanto vero che ora Maranello deve inseguire e con un certo affanno. Non dimentichiamoci che a Baku la power unit di Leclerc era la seconda e che dalla prossima trasferta in Canada, dovrà essere utilizzata la terza, ovvero l’ultima. Dopodichè, in caso di sostituzione scatteranno le penalità. Per contro Verstappen montava per la prima volta il motore due, rispettando la tabella di marcia. Anch’egli s’è ritirato due volte in Bahrain ed Australia, ma per noie alla pompa della benzina ed eravamo a inizio anno. Quei problemi di gioventù sono stati risolti ed ora la RB18 non pecca più fragilità.

La Ferrari è arrivata a Baku decisa a riscattarsi dal clamoroso autogol di Monaco e doveva farlo su una pista favorevole alla Red Bull. Parliamo di un circuito cittadino anomalo di oltre 6km con alcuni tornanti stretti ed un lungo rettilineo dove pigiare sull’acceleratore. Ebbene nelle libere Leclerc dimostrava di tenere testa costantemente a Perez, per poi inventarsi un giro da 10 e lode che gli garantiva la pole (sesta dell’anno e quarta consecutiva). Il monegasco sarebbe dunque partito accanto a Perez, davanti a Verstappen e Sainz (solo quarto). Risultato che avrebbe potuto spalancargli le porte del successo, dal momento che se sei primo dopo lo start, le ridotte chances di essere superato ti permettono di allungare e gestire la gara. Invece un’esitazione allo spegnimento dei semafori consente a Perez di balzare al comando e per il ferrarista le cose si complicano. Col messicano a 2”4 dopo sole due tornate, Charles deve guardarsi dagli assalti di Verstappen che però non riesce ad avere la meglio sul rettifilo, nonostante abbia il Drs aperto. Dietro seguono Sainz, Russell, Gasly, Hamilton, Vettel, Tsunoda e Alonso. La Ferrari numero 16 riesce comunque a mantenere il secondo posto e mostra di avere un incoraggiante ritmo di gara. Al passaggio 8 però iniziano i dolori. Sainz giunge lungo in curva 4 e via radio parla di problemi ai freni (più tardi emergerà un problema idraulico). Con lo spagnolo fermo si entra in regime di Virtual Safety-Car. Dal muretto del Cavallino sono tempestivi a richiamare ai box Leclerc per montargli le gomme dure (era partito con le medie come i suoi diretti rivali). Sebbene la sosta del monegasco non sia delle più rapide, la mossa Ferrari fa ben sperare. Charles potrebbe completare i 51 giri senza più fermarsi a differenza delle Red Bull che pur essendo in testa devono ancora effettuare il pit-stop. Un gioco che forse vale la candela. In crisi con gli penumatici, Perez non oppone resistenza a Verstappen che lo passa alla 14esima tornata. Due giri dopo il messicano monta le dure, così come l’olandese poco dopo e di conseguenza Leclerc diventa il leader: alle sue spalle ci sono Verstappen, Perez e Russell. La cavalcata al comando della rossa  farà poca strada. Nel corso del 21esimo giro le telecamere inquadrano una fumata bianca sprigionarsi dal retrotreno della F1-75 costretta a prendere la via dei box. Proprio mentre “Mad Max” fa segnare il giro più rapido. Per il popolo del Cavallino si materializza un nuovo epilogo impietoso. Un’altra vittoria in ….fumo. Da questo momento le Red Bull-Honda correranno sul velluto. Effettueranno una seconda sosta al 32esimo passaggio, approfittando di una seconda Virtual safety car. A causarla è l’arresto della Haas di Magnussen mentre contendeva il decimo posto ad Ocon. Per la cronaca il danese è stato tradito dal motore made in Maranello (quando si dice una giornata storta). Ritornati in pista ancora con mescola dura, Verstappen e Perez macinano chilometri verso l’incontrastata doppietta. Marciano in armonia alla faccia di chi ipotizzava una rivalità interna. Probabilmente “Herr Helmuth Marko” eminenza grigia e molto influente a Milton Keynes deve aver avuto un chiarimento col messicano, il quale si consola siglando il giro più veloce (36esimo) col tempo di 1’46”046. Morale: alla conclusione delle 51 tornate in programma, Verstappen trionfa con un gap di 20”823 su Perez. Terzo, ancora a podio, George Russell, poi Hamilton sulla Mercedes gemella, Gasly (Alpha Tauri-Honda), Vettel (Aston Martin-Mercedes), Alonso (Alpine-Renault), Ricciardo (McLaren-Mercedes) e Ocon (Alpine-Renault). Nel post-gara, Verstappen esterna la sua soddisfazione verso la RB-18 pur riconoscendo il colpo di fortuna per la debacle Ferrari:” …riuscivamo comunque a gestire bene la situazione. La macchina è forte e poi si vince anche per i dettagli.” Felice pure “Checo” Perez che rivela:” Purtroppo ho perso l’occasione per fare il pit-stop quando c’è stata la Virtual Safety-Car (la prima). Forse la mia gara avrebbe potuto andare diversamente perché ero in testa.” E per quanto concerne il sorpasso subito da Verstappen, afferma:” E’ stato giusto farlo passare, era più veloce.” Di tutt’altro umore l’atmosfera nell’hospitality Rossa con due piloti fuori nell’arco di 13 passaggi. Sia il team principal Mattia Binotto che Leclerc ripetono all’unisono che ora l’affidabilità è un problema. “Sono tre gare – dice il monegasco – che siamo competitivi, ma non riusciamo ad ottenere il risultato finale. Dobbiamo fare un reset e capire i motivi di questi ritiri, che non devono più ripetersi.” Preoccupato anche Binotto che puntualizza:”…come a inizio stagione non ci eravamo esaltati, così oggi non ci abbattiamo. C’è molto da lavorare. L’aumento delle prestazioni della power-unit è enorme rispetto all’anno scorso ed evidentemente lo stiamo pagando in termini di affidabilità. I problemi di oggi – prosegue Binotto – sono legati alla power unit. Credo che almeno uno dei due capitato alle nostre squadre clienti non sia legato al nostro motore, ma comunque dobbiamo prendere tutto in considerazione.” E qui entra in ballo quanto accaduto a Sainz che rivela:” …eravamo tranquilli, per questo ci ha sorpresi questa situazione, è la prima volta che mi capita un problema di idraulica.” L’iberico lancia poi un messaggio di ficucia:” Sono convinto che impareremo da questo. Siamo un team unito ed è normale che oggi non possiamo essere felici, ma tra cinque giorni partiamo per il Canada dove proveremo a rifarci.” Il prossimo fine settimana infatti, il Circus farà tappa a Montreal nella patria di Gilles Villeneuve a quarant’anni dalla sua tragica scomparsa. Un ritorno alla vittoria del Cavallino, oltre ad invertire il pericoloso trend negativo, rappresenterebbe il miglior tributo al funambolo canadese sempre presente nel cuore dei ferraristi e degli appassionati. La pista è tanto insidiosa quanto veloce, dove la F1-75 potrebbe scaricare tutti suoi cavalli, seppur con la grossa incognita legata al fattore solidità.

Prima di chiudere è doveroso commentare la prova della Mercedes, che si conferma terza forza del campionato, a 38 lunghezze dalla Ferrari. Detto così sembrerebbe quasi un paradosso per la scuderia che ha dominato le ultime stagioni, ma di questi tempi è veramente un risultato di tutto rispetto. Il terzo e quarto posto delle Frecce d’Argento è frutto del gran lavoro eseguito dai tecnici dopo i problemi emersi il venerdì e dell’impegno dei piloti. La W13 continua ad essere molto dura da governare per via dei fastidiosissimi saltellamenti. Rispetto alle prime uscite, grandi miglioramenti non ci sono stati, tant’è che il futuro di questo progetto è tutt’ora in bilico. Eppure Russell ha conquistato il suo terzo podio stagionale ed Hamilton ha chiuso stoicamente quarto. Eloquente quanto comunicato dopo metà gara dall’eptacampione:” La schiena mi sta uccidendo.” Le forti fitte accusate, provocate dal porpoising, non hanno impedito al britannico di lottare e vedere la bandiera a scacchi.” Stringevo i denti per il dolore – rivela Lewis – e sono stato aiutato dall’adrenalina. Non posso dire il male provato soprattutto sul rettilineo. Alla fine pregavo solo che finisse la gara. Comunque la squadra ha fatto un ottimo lavoro di strategia ed abbiamo ottenuto un gran risultato.” Soddisfazione che si evince anche dal commento di Russell:” L’obiettivo era quello di stare davanti alle vetture di centro gruppo ed abbiamo approfittato del ritiro delle Ferrari. Ora il team deve puntare sulla performance.” Verità assoluta visto che sul fronte affidabilità la W13 non ha punti deboli. Lodevole infine quanto mostrato da Pierre Gasly sull’Alpha-Tauri quinto davanti a Sebastian Vettel. Bravo anche il quattro volte iridato teutonico che dopo aver commesso un errore s’è rituffato nella lotta. Ha sopravanzato con una grande manovra Ocon ed ha tagliato il traguardo precedendo Alonso ed il duo McLaren.

Classifica Piloti
1° Verstappen 150 – 2° Perez 129 – 3° Leclerc 116; 4° Russell 99 – 5° Sainz 83 – 6° Hamilton 62 – 7° Norris 50 – 8° Bottas 40 – 9° Ocon 31 – 10° Gasly, Alonso 16 – 12° Magnussen, Ricciardo 15 – 14° Vettel 13 – 15° Tsunoda 11 – 16° Albon 3 – 17° Stroll 2 – 18° Zhou 1

Classifica Costruttori
1^ Red Bull-Honda 279 – 2^ Ferrari 199 – 3^ Mercedes 161 –  4^ McLaren-Mercedes 65 – 5^ Alpine-Renault 47 – 6^ Sauber Alfa Romeo-Ferrari 41 – 7^ Alpha Tauri-Honda 27 – 8^ Haas-Ferrari, Aston Martin-Mercedes 15 – 10^ Williams-Mercedes 3

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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