Published on Febbraio 8th, 2022 | by Massimo Campi
0Daytona 1967, la vittoria del cavallino
Mauro Forghieri ricorda quella gara
Daytona 1967 fu una gara rimasta nella leggenda, in un’epoca dove le corse erano ancora delle vere avventure, con tante incognite e tanti aneddoti, come quello raccontato da Mauro Forghieri nel suo libro di memorie, “La Ferrari secondo Forghieri” che descrive molto bene il clima di quell’epoca.
“Fu una gioia immensa. E dire che il giorno prima avevamo dovuto fare le ore piccole perché nell’ultima parte delle prove, Parkes era uscito e aveva distrutto la parte posteriore della carrozzeria. A quell’epoca non si portavano ricambi così grandi e non avevamo nemmeno un team di oltre cento persone come la Ford; eravamo sempre non più di 24-25. Dunque dopo cena stavo assistendo il carrozziere e un meccanico che operavano sul codone, quando mi venne in mente di avere notato nel team del nostro importatore per gli Stati Uniti, Chinetti, un carrozziere piuttosto abile. Era un tipo magrissimo allampanato: lo cerco e gli offro di lavorare con noi per riparare il codone. Ha accettato subito, anche se il mio budget per gli extra era molto basso e ho offerto solo 150 dollari. Ha lavorato con abilità e tutti assieme abbiamo ridato forma al codone. Ho pagato l’aiutante che mi ha ringraziato con incredibile calore e poi tutti a letto. Il giorno successivo alla gara siamo all’aeroporto e noto sulla pista il nostro ‘carrozziere’, elegante e con un gran cappello texano in testa, dirigersi verso un aereo privato! Chinetti non mi aveva detto niente, ma si trattava di ricchissimo petroliere che per passione andava alle corse e cercava sempre di dare una mano! Rimasi di sasso quando venne a salutarmi, precisandomi che i 150 dollari li avrebbe messi in cornice per ricordo!”
Ricorda ancora il direttore tecnico del cavallino in una intervista di qualche anno fa: “La vittoria del 1967 a Daytona fu fondamentale, avevamo sconfitto la Ford a casa loro. Il piccolo Davide italiano aveva battuto il Golia di Detroit, tutta la stampa americana ed internazionale parlò di noi e della brutta figura fatta dalla Ford. Ad Enzo Ferrari quella gare rimase nel cuore, aveva dimostrato quanto valeva la sua piccola fabbrica. La seconda sfida della stagione ’67 fu a Le Mans ed anche in quella occasione la stampa ricordò la nostra vittoria a Daytona. Vinse la Ford sul tracciato della Sarthe, anche se la vittoria, a mio giudizio, era fuori dal regolamento. Dan Gurney ed A.J.Foyt tagliarono il traguardo con la Ford GT MkIV a pezzi, con la carrozzeria tenuta assieme dal nastro adesivo, quando il regolamento parlava chiaro che la vettura doveva essere squalificata se non arrivava completamente integra. Arrivammo secondi con Scarfiotti e Parkes e terzi con la P4 della Ecurie Francorchamps, ma per noi fu come vincere. Anche in quel caso la stampa parlò quasi più di noi che della vittoria Ford, della nostra gara sempre all’attacco e di come eravamo riusciti ad arrivare secondi con mezzi inferiori, di soli quattro litri contro le Ford di sette litri. Anche l’organizzazione era nettamente diversa, la spedizione Ferrari era costituita, in tutto, da una trentina di persone tra piloti, tecnici e meccanici, mentre la Ford aveva portato a Le Mans un intero esercito. Avevano anche un barbiere e diversi cuochi che preparavano in continuazione il cibo per piloti e meccanici, mentre noi avevamo solo un amico che usciva dai box a recuperare qualche panino, era anche questa la grande differenza tra noi e loro”.
Immagini © Ferrari press – Massimo Campi