Di Carlo Baffi.
La marcia di Lewis Hamilton verso l’ottavo titolo mondiale s’è interrotta bruscamente a cinque giri dalla fine grazie soltanto alla safety car che ha rimesso in gioco Max Versteppen. Con le nuove coperture, l’olandese ha freddato l’avversario negli ultimi metri. Un finale thrilling degno di un mondiale palpitante. La Mercedes si consola con il mondiale costruttori. Terzo Sainz con la Ferrari.
Alla fine la dea bendata ha premiato Verstappen quando il suo destino pareva segnato. Mancavano pochi chilometri alla bandiera scacchi e l’eptacampione stava assaporando il grande sogno. Poi complice il contatto tra Mick Schumacher e Nicholas Latifi, la Williams finisce contro le bandiere e la direzione gara fa entrare la safety car. Ad Hamilton e la Mercedes crolla il mondo addosso: tutto quanto costruito dal via s’è vanificato. Ma procediamo con ordine. Verstappen è scattato dalla pole, ma s’è piantato ed Hamilton l’ha bruciato cercando di prendere il largo malgrado avesse le gomme medie contro le soft del rivale. L’olandese porta subito il suo attacco. Giunti alla curva 6, Max passa non sterzando pienamente e costringendo Lewis a finire fuori pista, il quale però rientra e resta davanti. Dovrebbe cedere la posizione ? Si attende il responso della direzione gara che alla fine non mette i due piloti sotto investigazione. E’ in pratica la conseguenza di quanto deciso dopo il G.P. Brasile, in cui venne graziato Verstappen. La gara prosegue con Hamilton che cerca di allungare. Dal box Red Bull richiamano Max in crisi con le rosse e riparte con le dure. Poco dopo rientra anche Hamilton che fa la stessa scelta. In testa balza la seconda Red Bull di Perez, al quale viene chiesto via radio di ostacolare la marcia del Campione del Mondo. E quando il britannico si palesa negli scarichi del messicano s’accende la lotta. E’ la tornata 19 e la seconda guida Red Bull risponde con veemenza agli attacchi della Freccia Nera, se potesse si metterebbe pure di traverso: della serie cosa non si fa per guadagnarsi la riconferma. Ma al passaggio successivo capitola e da strada al suo capitano che ha recuperato parte del gap su Hamilton. Da qui in avanti ricomincia il testa a testa. A metà corsa il margine del leader è di circa 4”2 sull’orange che capisce di avere poche possibilità di raggiungere il fuggitivo; e per di più le gomme della RB16B non rendono al massimo. Quando compare la virtual safety car a causa della vettura di Giovinazzi ferma in pista, Verstappen torna nuovamente ai box e monta nuovi pneumatici duri per tentare il tutto per tutto. A venti tornate dalla bandiera a scacchi, il pilota della Red Bull è chiamato ad una disperata rimonta a ritmo di qualifica. Una volta sul tracciato spinge e cerca di farsi sotto, ma le sue speranze sono ridotte al lumicino. Hamilton dal canto suo è preoccupato della tenuta delle sue gomme: dureranno sino al 58esimo passaggio ? Deve però cercare di mantenere una distanza di sicurezza in modo da potersi cautelare nell’eventualità di un pit supplementare in caso di una sefety car. Inoltre gli viene consigliato di stare lontano dai cordoli a piramide, che rappresentano un’insidia per le coperture.
Una volta che Lewis passa i doppiati il suo distacco sale ad oltre 11” a meno di dieci tornate dal termine. Sembra fatta per il fuoriclasse britannico, con Versappen che dovrà affrontare i doppiaggi. Invece ecco l’ultimo colpo di teatro ! “Avevamo un bisogno disperato di una safety car, era la nostra unica opportunità”, confesserà Horner a fine. E così avviene, dopo il botto di Latifi. Verstappen è lesto a rientrare e montare le soft. Sa che quando la gara ripartirà sarà dietro a Lewis ed avrà un asso nella manica. Per Hamilton invece non c’è più il tempo per cambiare le coperture. Nel frattempo si ritira Perez, ormai il suo compito di scudiero l’ha svolto egregiamente. Ad un giro dalla fine la vettura di sicurezza è ancora in pista e tra i due fighters vi sono le cinque monoposto dei doppiati. In un primo tempo i commissari non danno la possibilità a questi ultimi di sdoppiarsi. La Red Bull allora chiede a Masi il motivo di quella decisione e come risposta ottiene un :”va bene cosi’”. Chiaro: con la battaglia iridata improvvisamente riaperta è tutto interesse della scuderia anglo-austriaca che si riprendano le ostilità senza i doppiati davanti al loro pilota. Come per magia la “race control” cambia parere; pare che per Masi la pista fosse abbastanza sicura per consentire ai piloti di sdoppiarsi. Una situazione che mette Verstappen nella condizione di calciare un rigore a porta vuota. Alla ripartenza la difesa di Hamilton è vana e si vede costretto ad abdicare il titolo. Complimenti al figlio “d’arte” (si fa per dire visto che il padre Jos “The Boss” ha siglato due podi in 107 G.P. disputati), baciato dal fato ed a cui va il merito di non aver mai mollato sin dal primo giro. Alle loro spalle giunge terzo Carlos Sainz che porta la Ferrari sul podio e la promuove terza forza tra i costruttori.
Una volta scesi dalle vetture Verstappen ed Hamilton sono esausti. La loro battaglia infinita s’è conclusa negli ultimi metri del mondiale. Si scambiano un abbraccio e si avviano verso il podio. Da sottolineare il gesto di fair play della famiglia Hamilton, con il padre di Lewis che ha salutato la famiglia del vincitore. Può così esplodere la festa del nuovo Re del Circus e della Honda (alla sua ultima corsa) che rompe l’egemonia Mercedes, la quale si consola col mondiale costruttori. La cerimonia del podio è salutata dall’ovazione dei numerosi ultras giunti ad Abu Dhabi dai Paesi Bassi. Il team manager Chris Horner ironizza dicendo che Latifi si merita una fornitura di Red Bull a vita. Per carità, andiamoci piano con gli eccitanti: di piloti caricati a palla che affrontano i duelli all’arma bianca c’è ne già uno sulla macchina numero 33. Scontato che il dopo gara sia infiammato dalle polemiche. La Mercedes non accetta il verdetto contestando la ripartenza dopo la safety car. Per certi versi Toto Wolff ed i suoi tecnici dovrebbero pure meditare sui non pochi errori commessi durante la stagione. Le proteste sono ben due: la prima riguarda l’articolo 48.8 del regolamento sportivo, secondo cui nessun pilota può superare una vettura in pista, Safety Car compresa, fino a quando non viene oltrepassata la linea dopo che la stessa vettura di sicurezza è tornata al box.
La seconda concerne invece l’articolo 48.12, in base al quale tutte le vetture che sono sdoppiate dal leader devono superare le monoposto nel giro del capofila e la safety-car stessa. Inizialmente i commissari hanno dato l’ordine soltanto a cinque concorrenti, ovvero Norris, Alonso, Ocon, Leclerc e Vettel di passare la vettura di sicurezza prima della ripartenza e non a Ricciardo, Stroll e Schumacher, a cui non è stata data la medesima indicazione. Pur riconoscendo i meriti all’olandese, George Russell futuro pilota Mercedes, in un tweet si esprime criticamente sull’epilogo del Gran Premio:” E’ assolutamente inaccettabile, non posso credere a quello che abbiamo visto.” In tarda serata però il collegio giudicante respinge il ricorso della “Stella a Tre Punte”, che ha reso nota l’intenzione di fare appello nei confronti della sentenza entro 96 ore.
La classifica della gara è così confermata. Ma caleranno i veleni ? Bella domanda. Intanto la Red Bull si gode il tanto agognato successo e forse per un po’ non avrà più motivo di parlare di fumo persecutorio. Nei giorni precedenti la gara, il clan di Milton Keynes aveva sottolineato di sentirsi vittima della severità dei commissari e di una presunta macchina mediatica Mercedes:” …mette sotto pressione Max” dichiarava Horner. Verstappen aveva lamentato di sentirsi trattato diversamente dagli altri. Ebbene ora, essendo Campione del Mondo, sarà visto da tutti sotto un’altra ottica: è l’uomo da battere. A partire dai colleghi che cercheranno di rendergli la vita difficile, magari usando i suoi stessi mezzi (le cosiddette manovre da kart a noleggio come le ha definite Jacques Villeneuve). Caro Max, hai raggiunto il tuo sogno e che la forza sia con te. Ne avrai bisogno. Il talento non ti manca così come l’aggressività, quella che ti ha trasmesso il papà. Doti con cui cercherai di entrare nell’Olimpo dei plurititolati assi del volante. La strada è ancora lunga e non sempre arriverà l’aiuto di una provvidenziale safety-car. Auguri vivissimi. Chiudiamo con un plauso alla Ferrari, che ha raggiunto l’obiettivo fissato ad inizio anno, ossia il terzo posto. Tra i piloti della Rossa, Sainz chiude quinto davanti a Leclerc, settimo. Ma a Maranello i pensieri sono già rivolti al 2022, a quello che dovrebbe essere il campionato della riscossa.
Ordine d’arrivo
1 – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 58 giri
2 – Lewis Hamilton (Mercedes) – 2″256
3 – Carlos Sainz (Ferrari) – 5″173
4 – Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 5″692
5 – Pierre Gasly (Alpha Tauri-Honda) – 6″531
6 – Valtteri Bottas (Mercedes) – 7″463
7 – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 59″200
8 – Fernando Alonso (Alpine-Renault) – 1’01″708
9 – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1’04″026
10 – Charles Leclerc (Ferrari) – 1’06″057
11 – Sebastian Vettel (Aston Martin-Mercedes) – 1’07″527
12 – Daniel Ricciardo (McLaren-Mercedes) – 1 giro
13 – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
14 – Mick Schumacher (Haas-Ferrari) – 1 giro
Piloti ritirati
Sergio Perez
Nicholas Latifi
Antonio Giovinazzi
George Russell
Kimi Raikkonen
Mondiale piloti
1° Verstappen 395,5 – 2° Hamilton 387,5 – 3° Bottas 226 – 4° Perez 190 – 5° Sainz 164,5 – 6° Norris 160 – 7° Leclerc 159 – 8° Ricciardo 115 – 9° Gasly 110 – 10° Alonso 81 – 11° Ocon 74 – 12° Vettel 43 – 13° Stroll 34 – 14° Tsunoda 32 – 15° Russell 16 – 16° Raikkonen 10 – 17° Latifi 7 – 18° Giovinazzi 3.
Mondiale costruttori
1^ Mercedes 613,5 – 2^ Red Bull-Honda 585,5 – 3^ Ferrari 323,5 – 4^ McLaren-Mercedes 275 – 5^ Alpine-Renault 155 – 6^ Alpha Tauri-Honda 142 – 7^ Aston Martin-Mercedes 77 – 8^ Williams-Mercedes 23 – 9^ Alfa Romeo-Ferrari 13 – 14^ Haas-Ferrari 0.