Formula 1

Published on Dicembre 6th, 2021 | by Massimo Campi

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JEDDAH: HAMILTON VINCE IL G.P. DEL CAOS

Di Carlo Baffi

Il sette volte iridato s’impone al volante della Mercedes precedendo la Red Bull di Verstappen e la seconda W12E di Bottas. Il tutto in un clima di altissima tensione e confusione generale a partire dalla direzione gara. Ad un round dal termine, Verstappen ed Hamilton sono a pari punti nel mondiale piloti.

E’ un vero peccato che un mondiale avvincente ed entusiasmante che non di vedeva da tempo, rischi di essere condizionato e forse falsato da un Gran Premio folle come quello dell’Arabia Saudita, alla sua prima edizione. Ma procediamo per punti. Partiamo dalla pista progettata dall’architetto Hermann Tilke esperto del settore, che ha disegnato un tracciato cittadino di 6.174 metri in cui si raggiungono medie di oltre 250km/h e coi muretti a far da contorno al manto stradale. Uno scenario che sin dalla vigilia faceva temere incidenti e ciò si è puntualmente avverato, per fortuna senza conseguenze per i piloti. Sin dalle prove del venerdì non sono mancate le vetture finite a muro per arrivare alla toccata di Max Verstappen all’ultimo istante delle qualifiche, che gli ha infranto i sogni di una pole che era ampiamente alla sua portata grazie ad un giro monstre.

Eloquente il pensiero di Sergio Perez, compagno dell’olandese:” Jeddah è molto pericolosa, senza una vera ragione.” E parliamo di un pilota dal piede pesante, che non ha mai esitato ha prendersi certi rischi. Purtroppo le pericolose avvisaglie si sono palesate già alla partenza della Feature Race di Formula 2 con uno schianto che ha coinvolto Theo Pourchaire ed Enzo Fittipaldi. Una volta estratti dagli abitacoli sono trasportati con l’elicottero in ospedale coscienti: meno male. La serie dei botti è proseguita durante il Gran Premio. Dapprima Mick Schumacher finisce contro le barriere, poi appena dopo la seconda partenza, Perez stringe contro il muro la Ferrari di Leclerc, si gira e s’innesca una paurosa carambola. Gli immediati inseguitori frenano di colpo per evitare la collisione e George Russell viene centrato inevitabilmente da Nikita Mazepin. Condizione che impone la seconda interruzione della gara. Anche in questo caso i piloti sono miracolosamente incolumi. E ad aumentare i rischi fino alla bandiera a scacchi si sono aggiunti i tanti detriti persi dalle vetture e sparsi sull’asfalto, che di volta in volta dovevano essere rimossi dai commissari.

Da qui una prima domanda: perché i vertici del Circus hanno deciso di correre per la prima volta su un tracciato che celava così tante insidie? Forse per incrementare ulteriormente lo spettacolo? Se così fosse sarebbe una soluzione poco intelligente dal momento che metterebbe a repentaglio l’incolumità dei piloti stessi e rischierebbe di vanificare tutti gli importanti passi avanti fatti dalla Fia nel campo della sicurezza.

Archiviato il capitolo pista, passiamo alla direzione gara. Dopo lo spegnimento dei semafori tutto fila liscio sino al decimo giro. Le Frecce Nere di Hamilton e Bottas conducono la gara precedendo Verstappen, ma nelle retrovie Schumacher esce di pista ed entra giustamente in azione la safety car. Mossa che induce alcuni piloti tra cui Hamilton, Bottas e Perez ad effettuare la sosta e passare dalle gomme medie alle dure. Verstappen invece resta in pista lamentandosi via radio: pur essendo il nuovo leader forse avrebbe preferito marcare Hamilton e teme che questa decisione potrebbe costargli cara ed ha ragione.

Siamo al giro 13 (quando si dice la cabala) quand’ecco che viene esposta la bandiera rossa. Motivo? Devono essere riparate le barriere dove è uscita la Haas di Schumi jr. A dire il vero le immagini televisive non mostrano danni così ingenti da sospendere la gara. Le barriere sono spostate leggermente e si potrebbe intervenire con una normale safety car. Invece no e s’accendono le polemiche. Con il regime di bandiera rossa infatti, Verstappen può montare la mescola dura e ripartire davanti a tutti annullando il gap che aveva nei confronti del duo Mercedes. Una decisione che penalizza palesemente i piloti che avevano effettuato subito la sosta: in primis Hamilton e Bottas che avevano meritatamente costruito il vantaggio. Le vetture ripartono da ferme (giusto per aumentare il pathos) ed Hamilton è lestissimo ad infilare Verstappen che pensa bene di tenere la posizione tagliando la variante e rallentando platealmente Lewis. Ma la furbata di Max ha le gambe corte perchè viene subito esposta una nuova bandiera rossa per il botto nelle retrovie provocato da Perez. Da qui in poi dilagherà il caos.

In vista del secondo via la situazione vede al comando Verstappen davanti a Ocon, Hamilton, Ricciardo, Bottas, Gasly, Leclerc, Giovinazzi, Sainz, e Vettel. L’infrazione dell’orange è però evidente, andrebbe sanzionata e si arriva al paradosso. Al fine di definire la riassegnazione delle posizioni in griglia (ancora con monoposto da ferme con tutti i rischi del caso) la direzione gara mercanteggia con la Red Bull la posizione di Max. Se accetta di passare da primo a terzo niente penalità. La Red Bull accetta e Verstappen retrocede in seconda fila, ma siamo alle comiche! E qui è giusto fare il nome di chi orchestra i commissari, parliamo di Michael Masi, il direttore di gara del Circus che ha preso il posto del grande Charlie Whiting, quando costui venne a mancare improvvisamente a Melbourne nel marzo del 2019. Si tratta di un australiano, classe 1979, che più volte s’è distinto per le sue stravaganti interpretazioni del regolamento; non ultima la mancata investigazione di Verstappen in Brasile nel confronto con Hamilton. Se prima c’era qualche perplessità circa l’operato di Masi, a Jeddah sono emersi dei problemi al limite dello stato confusionale. Certo, ci rendiamo conto che arbitrare un mondiale così serrato e carico di polemiche sia tutt’altro che facile, ma in fin dei conti nessun medico ha ordinato a Mister Masi di fare questo lavoro.

E veniamo ai piloti, ovvero Verstappen ed Hamilton interpreti di un corpo anche dopo la terza ripartenza. Con le medie Max è abilissimo a superare sia Ocon che Hamilton alla prima curva ed a portarsi in vetta. Ma Lewis non perde terreno e con le gomme dure potrebbe completare i 50 giri previsti. Chissà invece se quelle dell’olandese reggono? Così Hamilton comincia a farsi sotto, ma deve più volte rinunciare a forzare il ritmo per le continue Virtual Safety Car, chiamate dal direttore di gara. Condizione che gioca nuovamente a favore del leader. Alla 36^ tornata però, Hammertime rompe gli indugi e sferra l’attacco. Per tutta risposta l’olandese tira la staccata e porta il britannico al di la della via di fuga; ormai è un classico. Tanto che dal box Red Bull invitano il loro driver a cedere la posizione. Max recepisce il messaggio un po’ a fatica e lo fa spostandosi in modo poco limpido, tale da generare un’incomprensione. Hamilton dal canto suo non intende superare il rivale per poi concedergli il DRS in un punto a lui sfavorevole. E quando l’orange rallenta maggiormente, Lewis si vede costretto a sterzare a sinistra per evitare il tamponamento. La toccata però è inevitabile e l’ala anteriore della Mercedes subisce danni notevoli. Ovvia la reazione del box Mercedes per la condotta di gara del capofila del mondiale, che ricorre ripetutamente ad ogni mezzo pur di avere la supremazia. Che dire…l’hanno cresciuto così.

Con la W12E danneggiata, i giochi per la Red Bull sembrano fatti, invece l’eptacampione non molla. Prosegue l’inseguimento e si ripresenta negli specchietti del “tulipano” che volente o nolente dovrà cedere il passo. I colpi bassi tra i due proseguono, finchè Hamilton fulmina il nemico portandolo a sua volta nella via di fuga riprendendosi meritatamente il comando della gara. Questo quando mancano otto passaggi alla fine. Contemporaneamente i commissari appioppano 5” di penalità a Max. E’ l’atto che decreta il trionfo di Hamilton che grazie al giro veloce raggiunge Verstappen in vetta alla classifica, a quota 369,5 punti. Ricapitolando Hamilton è primo davanti a Verstappen e Bottas, che ha soffiato nel rush finale il terzo gradino del podio ad un bravo Ocon. Ovviamente non mancano le polemiche nel post-gara. I “duellanti” vengono convocati dai commissari in merito al contatto avvenuto ed alla fine, dopo aver analizzato la telemetria,  Verstappen è punito con 10” e due punti in meno sulla patente. Una sentenza che non cambia l’ordine d’arrivo, ma che viene accolta da Verstappen con il solito vittimismo:” Quello che è accaduto oggi è incredibile. Ho solo cercato di correre, ma questo sport è diventato più penalità che altro. Per me non è F.1.” Parole che trovano giustificazione soltanto nel rammarico per non aver centrato una vittoria servita su un piatto d’argento dalla prima bandiera rossa. Sarebbe interessante chiedere a Max, cosa intende lui per Formula Uno? Forse una sorta di wrestling su quattro ruote? Perché questo pilota è tanto allergico al rispetto delle regole? Un conto è essere combattivi, inarrendevoli, un’altra cosa è l’arroganza, quella che proprio lui ha la pessima abitudine di sfoggiare in pista e fuori. Altro che spontaneità e decisione. Ricordiamoci le spintonate rifilate ad Ocon dopo il  G.P. del Brasile del 2018, quasi a livello di una rissa da bar. L’essere un top driver e Verstappen lo è in modo assoluto, ti impone una determinata condotta perché sei inevitabilmente un modello per le giovani leve. Di conseguenza certi atteggiamenti e certe dichiarazioni non te li devi permettere perché sono messaggi diseducativi.

Fra sette giorni ad Abu Dhabi la F.1 si accinge a disputare l’ultimo appuntamento in programma, quello decisivo, in cui due piloti a pari punti si giocheranno la corona iridata. Uno scenario emozionante che farà salire lo share ai massimi livelli, per la gioia dei promoter, Liberty Media in testa. E’ il degno finale di un campionato palpitante che ci auguriamo abbia un epilogo all’insegna della competizione sportiva. Purtroppo però, visto il clima che si respira soprattutto dopo quanto accaduto a Jeddah, i timori di un finale al veleno non mancano. Verstappen ha il vantaggio di avere una vittoria in più e questo giocherebbe a suo favore nel caso in cui finisse ko insieme ad Hamilton. Il pensare ad una collisione non è fantascienza. La Fia è chiamata ad un compito delicatissimo al fine di scongiurare il ripetersi di una gestione della gara tanto caotica come quella vista in Arabia Saudita. Per la cronaca è doveroso chiudere parlando del cosiddetto Gran Premio degli …altri. Alle spalle di Bottas, terzo classificato, sono giunti Ocon, Ricciardo, Ricciardo, Leclerc, Sainz, Giovinazzi e Norris che chiude la top ten. Si sono ritirati, Vettel, Perez, Mazepin, Russell e Schumacher.

Mondiale piloti
1° Verstappen e Hamilton 369,5 – 3° Bottas 218 –  4° Perez 190 – 5° Leclerc 158 – 6° Norris 154 – 7° Sainz 149,5 – 8° Ricciardo 115 – 9° Gasly 100 -10° Alonso 77 – 11° Ocon 72 -12° Vettel 43 – 13° Stroll 34 – 14° Tsunoda 20 – 15° Russell 16 – 16° Raikkonen 10 -17° Latifi 7 – 18° Giovinazzi 3.

Mondiale costruttori
1^ Mercedes 587,5 – 2^ Red Bull-Honda 559,5 – 3^ Ferrari 307,5 – 4^ McLaren-Mercedes 269 – 5^ Alpine-Renault 149 – 6^ Alpha Tauri-Honda 120 – 7^ Aston Martin-Mercedes 77 – 8^ Williams-Mercedes 23 – 9^ Alfa Romeo-Ferrari 13.

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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