Formula 1

Published on Novembre 15th, 2021 | by Massimo Campi

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Hamilton: il ritorno del Re!

Di Carlo Baffi

L’eptacampione della Mercedes domina il Gran Premio del Brasile dopo esser partito decimo e precede Verstappen sulla Red Bull-Honda. Terzo è Bottas sull’altra W12E davanti a Perez sulla seconda RB16B. La Ferrari chiude quinta e sesta rispettivamente con Leclerc e Sainz. Nel mondiale piloti, Hamilton si porta a 14 lunghezze dal leader olandese quando mancano tre gare alla fine del campionato.

Una monoposto bianco-rossa col numero uno, taglia il traguardo vittoriosa sotto il cielo grigio di Interlagos. E’ la McLaren-Honda MP4/6 con al volante l’asso brasiliano Ayrton Senna che sfoga tutta la sua tensione e la sofferenza urlando via radio. Per cogliere il suo primo trionfo nel Gran Premio di casa, non ha dovuto difendersi solo dagli attacchi di Nigel Mansell sulla potente Williams-Renault, ma s’è ritrovato a guidare una monoposto con una sola marcia, che gli ha fatto patire le pene dell’inferno. Alla fine però “The Magic” ha compiuto un’impresa leggendaria. Ebbene, a trent’anni da quell’indimenticabile 24 marzo del 1991, il Gran Premio del Brasile corso ieri, sempre sulla pista di San Paolo, ci ha regalato un’altra pagina emozionante entrata già nella storia. Protagonista assoluto Lewis Hamilton, da sempre estimatore di Ayrton. Ai media ha infatti dichiarato che da bambino sognava di essere Superman o Senna e non a caso per l’occasione ha sfoderato un casco con strisce gialle ai lati sulla calotta, in omaggio al suo mito. Quella tra il sette volte iridato e Max Verstappen, in battaglia per il mondiale 2021, è stata una sfida nella sfida sia tra i due drivers che tra Mercedes e Red Bull. Una lotta senza quartiere che da tempo si sta combattendo anche al di fuori dei circuiti. Alla vigilia del round brasiliano, Verstappen s’era presentato in Brasile con 19 lunghezze di vantaggio su Hamilton e col ruolo di favorito, visto che il tracciato meglio s’addiceva alla sua RB16B. La Mercedes dal canto suo cercava di tenere botta decidendo di sostituire il motore termico di Lewis (il quinto), scontando le cinque posizioni di penalità in griglia.

Comunque sin da venerdì il britannico era apparso in palla, siglando il giro più veloce che gli permetteva di partire al palo per la sprint qualifyng del sabato: altra incognita che aggiungeva pathos al campionato. Verstappen sarebbe partito al fianco del rivale, precedendo Bottas e Perez. La scuderia di Stoccarda però non aveva nemmeno il tempo di festeggiare il risultato, che nel paddock rimbalzava una notizia clamorosa. L’ala posteriore della vettura di Lewis era risultata non conforme ai controlli: per la precisione il DRS (l’ala mobile) era fuori misura nella posizione aperta (oltre 85 millimetri). Proprio quel particolare che Verstappen aveva … toccato con mano in parco chiuso una volta uscito dal suo abitacolo. Episodio immortalato dalle telecamere che mostravano l’olandese sfilarsi i guanti e misurare prima la sua ala e poi quella del nemico. Un’azione vietata quando le macchine si trovano in regime di parc fermè, tanto più se la “verifica” viene fatta sul mezzo di un team concorrente. Eppure “Mad Max” se ne infischia delle regole e non è la prima volta. Strano dal momento che è stato cresciuto da papà Jos, tanto severo quanto fumantino e poi da Helmut Marko, la marziale eminenza grigia della Red Bull Racing.

Di conseguenza, l’olandese veniva convocato in direzione gara e per sua fortuna le riprese lo scagionavano dall’accusa di atto doloso. Da qui la sola sanzione di 50 mila Euro. Restava però la spada di Damocle su Hamilton, che alle 18.28 di sabato, poco prima della gara sprint apprendeva di essere stato punito con la squalifica per infrazione tecnica. Gioco forza sarebbe partito ultimo. Toto Wolff, team principal Mercedes spiegherà, senza nascondere la propria incredulità ed amarezza l’errore nei controlli tecnici per un’inezia:”…appena 0.2 millimetri al di là degli 85 previsti dalla normativa.” Un valore infinitesimale, forse è proprio per questo che la sentenza è arrivata dopo 24 ore di attesa, che però non  giustificava la violazione. Un’autentica mazzata per Hamilton e che di fatto offriva a Verstappen l’occasione per infliggere il colpo del ko. Scattando davanti a tutti, Max avrebbe potuto incamerare altri tre punti in caso di successo e partire tranquillamente in pole la domenica, con il diretto rivale costretto a rincorrere dalle retrovie; non scordiamoci che c’erano pure i cinque posti indietro sullo schieramento. Praticamente un rigore a porta vuota. Ma come detto più volte, il copione di quest’anno pare scritto da un maestro dei thriller ed ecco che per assurdo questo enorme handicap ha finito per caricare ulteriormente Hamilton, il quale ormai non aveva più nulla da perdere. Nei 100 chilometri della “garetta”, Lewis sfoggiava la sua classe dando spettacolo con sorpassi a raffica. Risultato: al termine dei 24 giri, da ventesimo giungeva quinto dopo essersi preso non pochi rischi. Verstappen invece chiudeva secondo, perché dopo essersi fatto sorprendere da Bottas al via non era più riuscito a passare il finnico. Giustamente forte del margine in classifica, non  voluto assumersi rischi inutili, tanto era comunque in prima fila. Hamilton, seppure galvanizzato dalla grande reazione, sarebbe partito decimo chiamato ad una nuova rimonta e su una distanza lunga 71 tornate. Insomma, non male come prologo al Gran Premio. Rispetto al sabato, la domenica si apre con condizioni meteo diverse. Si registrano 20 gradi in più: elemento che a detta degli esperti potrebbe giocare in favore delle Red Bull. L’atmosfera in griglia è carica di tensione per via della punizione inflitta ad Hamilton. Wolff è apparentemente sereno, al microfono dell’inviata di Sky si dice curioso per la gara e non per le polemiche.

Ma quando gli viene chiesto se c’è qualche vettura irregolare in pista, risponde:” Si.”  Non fa nomi e si congeda dicendo:” …vedremo.” Per contro Chris Horner, team boss della Red Bull appare ottimista, sottolineando che è necessario partire bene. E quando si spengono i semafori Verstappen non lo delude involandosi al comando dopo aver sopravanzato il poleman Bottas. Valtteri è in chiara difficoltà tant’è che viene passato anche da Perez. Con le due RB16B in testa si profila un’altra giornata difficile per la Stella a Tre Punte. Hamilton però è partito a razzo ed al quinto passaggio è già alle spalle del compagno che gli cede la terza piazza. Lewis è a 4”5 da Verstappen che fa la lepre. Ma ecco puntuale la variabile. Il giapponese Tsunoda, l’unico ad essere partito con le gomme soft (tutti hanno le medie) centra con la sua Alpha Tauri l’Aston Martin di Stroll e semina detriti in pista. Condizione che provoca l’intervento della safety car. E’ la svolta della corsa ! Le monoposto si ricompattano e di colpo Verstappen vede vanificarsi il margine accumulato. Si ritrova col solo Perez a proteggerlo da Hamilton. Quando la gara riparte dopo dieci tornate, l’olandese spinge mentre Bottas è nuovamente in crisi nel tenere a bada la Ferrari di Leclerc. Il monegasco attacca, pare avere la meglio, ma alla fine il finnico resiste. L’attenzione però è tutta concentrata su Hamilton che è ormai negli scarichi di Perez. Il messicano  è chiamato a difendere la fuga di Verstappen e fa del suo meglio. Al giro 18 si vede superato dal Campione del Mondo alla “S” di Senna, ma sfodera l’orgoglio e si ripiglia la posizione. Il destino di “Checo” è comunque segnato. Al passaggio successivo, nello stesso punto di prima, Lewis non gli da scampo, lo infila e va a caccia del leader. Verstappen allora forza, deve aumentare il gap per mettersi al sicuro in vista delle soste. Hamilton rientra al 27esimo passaggio e monta le dure. L’undercut del britannico induce Verstappen a rientrare il giro dopo e ripartire anch’egli con le dure, restando davanti a Lewis. Intanto la testa del G.P. è nelle mani di Perez, che dopo poco la cede a Bottas, per via della sosta. Il box Mercedes lascia Valtteri in pista fino a quando compare la virtual safety car. E’ il momento propizio per richiamare il finlandese, che con le hard torna in battaglia davanti a Perez. Davanti Verstappen è sempre primo e via radio avverte il proprio box di marcare stretto Hamilton e di evitare di subire un nuovo undercut. Max gira su tempi buoni e costanti, un ritmo che dovrebbe scoraggiare chi lo insegue, che invece insiste e gli resta negli specchietti. Al 41esimo giro, la Red Bull numero 33 imbocca la pit-lane e cede la leadership ad Hamilton. Sono iniziate le seconde soste. Dopo l’olandese, è il turno di Bottas, poi Perez ed al passaggio 43 tocca a Lewis: tutti montano le hard. In verità l’inglese aveva chiesto le medie. Con la gara che entra nella fase finale, la situazione vede sempre Verstappen inseguito da Hamilton, che inizia a ridurre il suo gap fino ad entrare in zona DRS. Nel corso della 48esima tornata, “Hammertime” rompe gli indugi e attacca. La sua Freccia Nera mette il muso davanti alla Red Bull e “Mad Max” che fa? Vistosi alle strette non imposta la curva, bensì punta l’avversario. I due finiscono oltre la linea bianca che delimita il tracciato. Le due vetture percorrono la loro traiettoria e tornano in pista con Verstappen ancora leader. Una sorta di fallo tattico, l’ennesimo commesso dal “tulipano”. Col senno di poi Hamilton avrebbe avuto tutto l’interesse nel cercare un contatto che avrebbe messo fuori causa entrambi ed avrebbe privato Verstappen dei 25 punti della vittoria. Invece no. Il britannico preferisce abbozzare protestando via radio. Dalla direzione di gara gli fanno sapere che la manovra è stata notata, ma poco dopo lo avvisano che non ci sarà alcuna investigazione. Verstappen dal canto suo è consapevole che l’avversario è forte e lancia l’Sos:” …non sono sicuro di tenerlo fino alla fine.” Ed ha ragione. Hamilton si ripresenta negli scarichi della RB16B e per alcuni giri tallona la sua preda. Finchè al 58esimo passaggio lancia un nuovo assalto e svernicia magistralmente “Mad Max”, il quale saggiamente non reagisce e preferisce conservare la seconda posizione in ottica di classifica. Salutato dal boato della torcida che gremisce le tribune, Lewis è primo e s’invola verso il meritato trionfo. Esplode pure il box Mercedes dove Wolff esulta puntando il dito alle telecamere. Capiremo poi a chi era rivolto il gesto. Mancano ormai 13 tornate al termine e sempre Wolff sprona Bottas, terzo, ad attaccare Verstappen. Da sottolineare che all’olandese viene esposta la bandiera bianco-nera come ammonimento per i troppi cambi di direzione effettuati mentre cercava di difendersi da Hamilton. Da qui in avanti le posizioni non cambieranno più. Ed alla Red Bull non resta che rimontare un set di soft a Perez per permettergli di siglare il giro veloce e togliere il punto addizionale ad Hamilton. Alle spalle dell’eptacampione e di Verstappen, giungono Bottas, Perez, Leclerc, Sainz, Gasly, Ocon, Alonso e Norris. Una volta tagliato il traguardo Lewis riceve le congratulazioni del suo ingegnere di pista e di Wolff alle quali risponde con un:” Yes, come on guys !”. Durante il giro di rientro, si ferma e raccoglie dai commissari la bandiera brasiliana che porterà sul podio, proprio come Senna. Prima della premiazione risponde alle domande dell’idolo di casa Felipe Massa, proprio colui al quale aveva soffiato il mondiale nell’ultima tappa di Interlagos nel 2008.

I due sono nuovamente di fronte con ruoli diversi, ma il momento è ugualmente emozionante:” …credo di aver capito cosa provavi tu davanti a questo pubblico” dice Lewis a Felipe. E prima di chiudere, aggiunge:” E’ stata la gara più dura della mia vita e la dedico a mio padre, che mi ricordò quando nel 2003, in una corsa di Formula 3, partivo decimo e vinsi. Non bisogna mai smettere di lottare. E questo vale per tutti.” Un bel messaggio e pure un monito a Verstappen, apparso un po’ rabbuiato e che ha lasciato il podio mentre Hamilton festeggiava con Bottas ed il tecnico Mercedes. Una volta davanti ai microfoni, Max cerca di mascherare la delusione dicendo di aver limitato i danni. Ed in merito alla difesa estrema in curva 4 su Hamilton dice:” Eravamo in lotta per la posizione e mi sono dovuto difendere.” In merito a questo episodio tornerà anche Toto Wolff, spiegando la sua reazione nel momento del sorpasso vincente. “La mia esultanza era un messaggio per la direzione gara – rivela il manager austriaco, rimarcando di non aver capito la mancanza investigazione nei confronti dell’olandese. “Ho avuto una discussione con Michael Masi ma non è stata trasmessa – prosegue Wolff –  è stata trasmessa solo la mia reazione. Ne parleremo tra noi a porte chiuse.” E prima di congedarsi ecco la stoccata:” E’ la terza volta consecutiva che la Red Bull fa un cambiamento in regime di parco chiuso sulle proprie vetture. Noi volevamo farne uno ieri per sostituire una parte rotta e non ci hanno dato il permesso.

Però abbiamo vinto perché siamo forti.” Una dichiarazione che lascia presupporre qualche strascico da qui a fine stagione. Nel mondiale piloti, Verstappen è ancora capofila, ma i punti di vantaggio su Hamilton sono scesi a 14. Nella graduatoria costruttori, la Mercedes resta davanti aumentando il margine da 1 a 14 lunghezze sulla Red Bull. Archiviata la lotta al vertice, non dobbiamo dimenticarci della gara dei cosiddetti “altri”, che è stata vinta dalla Ferrari. Leclerc ha chiuso quinto davanti a Sainz ed a fronte di un’altra prova opaca delle McLaren Mercedes, il Cavallino ha consolidato il suo terzo posto nel mondiale costruttori: + 31,5 punti sul team di Woking. Lasciato il Brasile, il Circus si muove subito alla volta di Losail, in Medio Oriente dove fra sette giorni andrà in scena il Gran Premio del Qatar. Una pista nuova per tutti, con le incognite del caso. E chissà quali colpi di scena potrà ancora riservarci questa interminabile stagione? Dopo il Messico pareva che l’ago della bilancia pendesse decisamente verso Verstappen, invece “Hammertime” ha rialzato la testa. Ha prevalso contro tutto e tutti, non sbagliando nulla malgrado fosse al massimo dello stress. Ha prevalso pure sul suo team reo di aver combinato un pasticcio imperdonabile con l’ala. A 36 anni, Lewis Hamilton ha ancora fame di vittorie e punta all’ottava corona iridata. E’ un fenomeno proprio come Senna e l’entusiasmo mostratogli dal pubblico brasiliano è stato eloquente.

Mondiale piloti
1° Verstappen 332,5 punti –  2° Hamilton 318,5 – 3° Bottas 203 – 4°Perez 178 – 5° Norris 151 – 6° Leclerc 148 – 7° Sainz 139,5 – 8° Ricciardo 105 – 9° Gasly 92 -10° Alonso 62

Mondiale costruttori
1^ Mercedes 521,5 punti –  2^ Red Bull 510,5 – 3^ Ferrari 287,5 – 4^ McLaren 256 – 5^ Alpine 112 – 6^ AlphaTauri 112; 7^ Aston Martin 68 – 8^ Williams 23 – 9^ Alfa Romeo 11; 10^ Haas 0

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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