Formula 1

Published on Agosto 1st, 2021 | by Massimo Campi

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Hungaroring: primo Ocon a sorpresa !

Di Carlo Baffi

In una corsa folle, il francese al suo primo trionfo in F.1, riporta dopo 13 anni al successo la Renault che ora corre col marchio Alpine. Dietro di lui un ritrovato Vettel, poi squalificato in serata per la scarsa benzina nel serbatoio. Hamilton autore di una grande rimonta, su un tracciato in cui i non è facile superare, guadagna un prezioso secondo posto. Terza la Ferrari di Sainz. Solo nono Verstappen che perde la testa del mondiale piloti superato da Hamilton.

Eppure scherzando, Toto Wolff l’aveva predetto:” …chi parte quinto, magari dopo il primo giro sarà in testa con tutte le quattro le vetture Mercedes e Red Bull ko.”Così il gran capo della Mercedes commentava le qualifiche che avevano salutato la prima fila delle Frecce Nere. Per Lewis Hamilton, la 101 esima pole in carriera, davanti al compagno Valtteri Bottas. In terza posizione Max Verstappen, avversario diretto del britannico nella lotta al titolo, davanti all’altra Red Bull di Sergio Perez. Il riferimento di Wolff al quinto era riferito a Pierre Gasly sull’Alpha Tauri, che ormai parte è stabilmente a ridosso dei primi. Ebbene se Gasly non è andato subito al comando, c’è stata una carambola con la “c” maiuscola tanto da far esporre la bandiera rossa. Complice un asfalto bagnato dalla pioggia, ma soprattutto la condotta di certi piloti che hanno innescato il caos. Sul banco degli imputati sono finiti Bottas e Stroll. Pareva che il finnico dopo Silverstone ed il secondo tempo delle qualifiche ungheresi avesse ritrovato la fiducia in se stesso, invece eccolo combinare l’ennesimo errore, punito dalla direzione gara con l’arretramento di cinque posizioni in griglia nel prossimo Gran Premio del Belgio a Spa e con due punti sulla patente. Stroll invece, ha mandato ko Leclerc, che non gli ha risparmiato dure critiche: giusta anche per il canadese la penalità di cinque posti dietro nella gara belga. Da qui in avanti, è andato in scena un Gran Premio senza esclusione di colpi con il trionfo inaspettato del francese Esteban Ocon alla sua prima affermazione nella massima Formula. Il 24enne di Evreux, ha riportato sul gradino più alto del podio la Renault, con la quale gareggia per la seconda stagione. Il marchio francese iscritto da quest’anno con il nome Alpine, rompe così un lunghissimo digiuno che durava dal Gran Premio di Giappone 2008. Allora a vincere fu Fernando Alonso, oggi giunto quarto e autore di una prova da incorniciare. Ma per comprendere meglio quanto accaduto, procediamo con ordine. La prima sorpresa arriva dal meteo con una pioggia che potrebbe stravolgere le strategie delle squadre: si misurano 27° nell’aria e 34° in pista. Dalla direzione gara viene confermata la partenza da fermi, con i concorrenti schierati con gomme intermedie. Come detto, le prime due file vedono le Mercedes e poi le Red Bull.

Da sottolineare, che a Verstappen è stato sostituita la power unit Honda, ma senza subire alcuna penalizzazione. In terza fila troviamo accanto a Gasly, Lando Norris (McLaren-Mercedes). Subito dietro Leclerc ed Ocon. La tensione non manca, soprattutto dopo quanto accaduto a Silverstone due settimane fa. Le tensioni tra Mercedes e Red Bull non si sono affatto placate, anzi. La decisione di respingere il reclamo della scuderia anglo-austriaca nei confronti di Hamilton per la manovra alla curva Copse, ha lasciato strascichi tra i due team ed ha avvelenato l’ambiente con ulteriori sospetti e veleni. Con la pioggia calata durante il giro di formazione, le vetture si schierano per prendere il via della 36esima edizione del Gran Premio di Ungheria. Sono trascorsi ben 35 anni dall’esordio dell’Hungaroring in F.1. L’Ungheria si trovava ancora al di la della cortina di ferro e ad imporsi  in quella gara che rappresentò un evento storico, fu Nelson Piquet sulla Williams-Honda, dopo un sorpasso magistrale sul connazionale Ayrton Senna al volante della Lotus-Renault. Amarcord a parte, torniamo al presente. Si spengono le luci dei semafori, Hamilton mantiene la testa, mentre Bottas esita, pattina veendo risucchiato dal gruppo. Lo passano Verstappen e Norris ed alla prima curva ecco il patatrac. Il finlandese tampona dapprima Norris che rovina addosso a Verstappen e poi centra pure Perez. Hamilton intanto prende il largo seguito da Ocon, Vettel, Sainz, Tsunoda, Latifi, Alonso, Raikkonen e Schumacher. Le telecamere intanto inquadrano la SF21 di Leclerc ferma. Giusto il tempo di vedere il replay per capire che il monegasco è finito fuori colpito da Lance Stroll, coinvolgendo anche Ricciardo. Dalle bandiere gialle si passa subito al regime di safety car e poi alla bandiera rossa. I troppi detriti in pista rendono necessario l’intervento dei commissari. Intanto Verstappen rientra ai box, cercando di far riparare la sua Red Bull, ma quando esce semina un pezzo sull’asfalto. Il sole torna a far capolino sull’Hungaroring e viene comunicato che alle 15.32 ci sarà la seconda partenza: ancora con monoposto da ferme.

Tutti i piloti procedono con il cambio gomme ai box, a differenza di Hamilton che inspiegabilmente attende in griglia il restart. Strategia poco comprensibile da parte dei propri tecnici, sottolineata dal britannico a fine corsa. Si riparte con Hamilton davanti, ma che deve rientrare ai box per montare le medie: torna in pista ultimo. Ora a condurre è Ocon, davanti a Vettel, Latifi, Tsunoda, Sainz, Alonso, Russell, Raikkonen, Ricciardo, Schumacher e Verstappen, che si ritrova alle prese con una macchina poco efficace per i postumi dell’incidente. Dunque una ghiotta occasione per Hamilton che pur finito nelle retrovie, ha disposizione una Mercedes in ottime condizioni ed a confermarlo arrivano i suoi giri veloci, con cui da il via all’ennesima rimonta. Anche Verstappen cerca di risalire e sale decimo passando Schumacher. Davanti, l’Aston Martin di Vettel si avvicina al leader Ocon e lo attacca al giro 18, ma il transalpino riesce a tenere la sua posizione. Tra il 19esimo ed il 20esimo passaggio, nuova sosta per Hamilton e Verstappen che tornano in lotta con le gomme dure. L’inglese morde il freno: grazie all’undercut riesce ad avere la meglio sia sull’olandese che su Ricciardo e fa segnare un nuovo giro veloce. Se davanti Ocon prosegue la sua marcia da leader davanti a Vettel, Sainz e Alonso, Hamilton diventa quinto superando Tsunoda alla tornata 32 e va in caccia di Fernando, sua vecchia conoscenza. Siamo così a metà corsa, quando Ocon decide di effettuare la sua sosta: per la precisione è il 38esimo giro. Il pilota dell’Alpine rientra con le dure, mentre il suo compagno Alonso è il nuovo capofila. Solo pochi giri davanti per l’asturiano che si ferma due passaggi dopo e riconsegna la testa ad Ocon. Anche Verstappen torna ai box e riparte con le medie. Stessa sorte anche per Hamilton alla 48esima tornata. L’eptacampione riprende la sua rincorsa con le medie e si ritrova alle spalle di Alonso. In testa continua il braccio di ferro tra Vettel e Ocon. Seb s’è riportato sotto mentre Esteban stava doppiando Giovinazzi. Nel frattempo tra Hamilton e Alonso è una lotta fra titani, che riporta alla memoria le schermaglie degli anni passati. In particolare la faida in pit-lane nelle qualifiche del G.P. d’Ungheria 2007, quando i due erano i portacolori della McLaren-Mercedes. Se Lewis è aggressivo, Fernando è un osso duro e risponde per le rime costringendo il britannico a non rischiare più del dovuto. La W12E numero 44 però torna all’assalto e lo spagnolo non molla usando tutta la pista per difendere il quarto posto.  Manovre accolte con entusiasmo dai tanti tifosi di Verstappen, presenti sulle tribune a cui non resta che aggrapparsi a queste magre soddisfazioni in una domenica poco felice per “Mad Max”. A undici giri dalla fine tra i due fuoriclasse è una vera e propria guerra di nervi. Le due vetture procedono ravvicinate. Lewis sa che benissimo che se non si libera dell’Alpine, le possibilità di successo diminuiscono sempre più. Passano altre cinque tornate e si rifà sotto ancora più deciso. Questa volta cade la strenua resistenza di Alonso, che dopo aver bloccato in curva 1 cede il passo al rivale. Hamilton non pago cerca di guadagnare altri punti preziosi ed alla tornata 67 è negli scarichi della Ferrari di Sainz. Carlos tiene giù il piede però deve arrendersi. Lewis è ora terzo, sul podio. Davanti a lui solo Vettel e Ocon che ormai assapora il sogno di un’impresa clamorosa. Nell’ultimo giro, si registra il giro veloce di Gasly sull’Alpha Tauri che aveva “calzato” le gomme soft. Una conferma del gioco di squadra Red Bull che in questo modo toglie un punto ad Hamilton. Un’ulteriore dimostrazione che questo tiratissimo mondiale si giocherà sui singoli punti. Secondo transita Vettel e poi Hamilton che conclude la sua rincorsa. Quarto è Sainz, che precede l’ottimo Alonso, Gasly, Tsunoda, Latifi, Russel (primi punti per le Williams-Mercedes) e Verstappen. Ma le emozioni non sono ancora finite. Con la festa del podio che s’è consumata da ore, quando ormai è sera, poco prima delle 21, si apprende che Sebastian Vettel è sotto indagine da parte dei commissari. Nel serbatoio della sua Aston Martin, parcheggiata lungo la pista durante il giro di rientro, non c’era la quantità minima di carburante (un litro) stabilita dal regolamento. C’è il reale rischio di squalifica per il tedesco. Decisione che viene successivamente ufficializzata dopo ulteriori verifiche del collegio giudicante. Per cui, escluso Vettel, nella top dieci tutti guadagnano un posizione con Hamilton che diventa secondo e Sainz terzo. Gloria anche per Kimi Raikkonen, promosso decimo. Beh, che dire d’altro. Nonostante le aspettative di una gara noiosa, dato il layout tortuoso di un tracciato poco favorevole ai sorpassi, è andato in scena ad un altro Gran Premio imprevedibile, come del resto ci sta abituando questa stagione 2021, che doveva essere di transizione in attesa delle nuove regole del 2022. Invece i colpi di scena si susseguono.

Nel giro di due settimane, lo scenario è nuovamente mutato e quel vantaggio di cui godeva Verstappen prima di Silverstone è svanito in un colpo, come se il vento avesse cambiato improvvisamente direzione. L’Hungaroring pronosticato come terreno di caccia delle Red Bull, ha mostrato invece una Mercedes competitiva  già nelle qualifiche. In gara poi la sorte non è certo stata amica del team di Chris Horner, con le due RB16B subito out. La classifica piloti vede ora primo Hamilton con 195 punti contro i 187 di Verstappen. Terzo è Norris a 113, poi Bottas a 108, Perez 104, Sainz 83 e Leclerc 80. Cambio al vertice anche tra i costruttori. La Mercedes è di nuovo al comando a quota 303, la Red Bull-Honda è seconda a 291. La McLaren a 163 viene raggiunta al terzo posto dalla Ferrari, in virtù dell’esclusione di Vettel. L’Alpine-Renault sale a 77, mentre  l’Alpha Tauri-Honda si porta a 68. L’Aston Martin invece resta a 48. Soddisfazione per la Williams che si porta a quota 10 e lascia come fanalino di coda l’Alfa Romeo-Ferrari a 3 punti. Ora il Circus ora si concede qualche settimana di vacanza per tornare il 29 agosto sull’impegnativa pista di Spa-Franchorchamps, dove è in programma il  Gran Premio del Belgio. Una sosta che forse servirà a placare le aspre polemiche di quest’ultimo periodo? Bella domanda. Nel dopo gara Verstappen s’è scagliato un’altra volta contro la “Stella a Tre Punte”:” Sono stato buttato fuori ancora da una Mercedes. E’ stata completamente colpa di Bottas, ha frenato troppo tardi ed è finito addosso Norris, che non poteva fare nulla per evitarmi.” Max è riuscito comunque a proseguire, ma con una vettura incidentata non poteva far altro che limitare i danni. Pensare ad un atto doloso da parte di Valtteri ci sembra poco probabile quanto eccessivo. Di sicuro però quest’episodio getta ulteriore benzina sul fuoco e non siamo nemmeno a metà campionato. Di certo la pausa giunge forse ad hoc per la Red Bull, che deve assolutamente interrompere quel trend negativo in cui è piombata ultimamente. Un provvidenziale time-out per riportare serenità a Milton Keynes. Alla ripresa la sfida proseguirà a Spa, dove i rischi non mancano ed è bene che qualcuno si dia una regolata. Veniamo alla Mercedes. Se da un lato ha colmato il gap ed è ritornata al vertice, dall’altro ha pure perso un’enorme chance di vittoria. L’errore di non richiamare Hamilton prima del restart e lasciarlo solo in griglia, ha complicato non poco la corsa di Lewis costringendolo sempre ad inseguire. “Ci rendiamo sempre la vita difficile da soli – ha affermato Lewis, molto provato ed esausto (si dice per gli strascichi del Covid) – ed è pazzesco che sia rimasto l’unico in griglia di partenza. Ho dato tutto e non ho più nulla nel serbatoio. Con il team – prosegue l’inglese – dicevo che la pista si stesse asciugando prima della seconda partenza, secondo loro invece sarebbe piovuto nuovamente. Evidentemente avevano delle informazioni diverse rispetto a quello che stava succedendo.” Corsa iridata a parte la protagonista assoluta della domenica è stata l’Alpine-Renault. Emblematico e patriottico il messaggio urlato via radio da Ocon dopo aver tagliato vittoriosamente il traguardo “Allez les bleus!” E’ un traguardo importante quello conseguito da Esteban e dalla compagine d’oltralpe, in cui c’è anche un po’ di Italia. Parliamo di Luca De Meo (il presidente e a.d. di Renault dal 2020) e di Davide Brivio (direttore del reparto corse). Dopo anni difficili, il costruttore francese è tornato ad imporsi e c’è mancato poco che finisse a podio anche con entrambe le A521. Ocon ha vinto meritatamente il Gran Premio non commettendo alcuna sbavatura, in particolare quando aveva alle costole un quattro volte iridato come Vettel. Ma un plauso va anche ad Alonso, stupendo nella battaglia con Hamilton. Nello sbarrare la strada al britannico, ha protetto la marcia trionfale del compagno di scuderia e contemporaneamente ha reso la vita difficile ad Hamilton, magari vendicandosi dei momenti duri vissuti alla corte di Ron Dennis nel 2007. E’ indubbio che sulla pista magiara Fernando si trovi a proprio agio. Proprio qui nel 2003, siglò il suo primo trionfo in F.1 e anche allora guidava una Renault. Archiviata la corsa, l’asturiano, ai microfoni di Sky, ha minimizzato il corpo a corpo con Hamilton:” Non penso di aver fatto niente di speciale. Piuttosto, era Lewis ha commettere qualche piccolo errore, lo vedevo allontanarsi nelle ultime tre curve. Quando poi è riuscito a fare un bel giro pulito, mi ha passato.

La squadra non mi ha detto nulla – ha proseguito l’iberico – ma sapevo che Esteban e Vettel stavano combattendo per la vittoria e che Lewis era due o tre secondi più veloce. Ero quindi cosciente che ogni giro in più in cui riuscivo a tenerlo dietro, rappresentava ossigeno per Esteban.” Ed i ringraziamenti da parte del primo classificato sono puntualmente arrivati. Si sono aggiunte anche le lodi sotto il profilo professionale:” Lavorare con Fernando è fantastico – ha dichiarato Ocon  – Formiamo una coppia perfetta e stiamo spingendo per cercare di riportare in alto la scuderia.” Dulcis in fundo, eccoci alla Ferrari. Il Cavallino era giunto in Ungheria con grandi aspettative dopo quanto mostrato in Gran Bretagna, ma le prove del venerdì avevano un po’ raffreddato gli entusiasmi. In qualifica è arrivato l’errore di Sainz ed in gara s’è aggiunta l’eliminazione a freddo di Leclerc. A consolazione di un weekend poco brillante s’è però materializzato il podio di Sainz, costretto a fare un fuel saving nelle ultime dieci tornate. Lo sguardo è già puntato verso Spa. La pista non dovrebbe essere molto amica delle rosse, ma ciò era stato detto anche per Silverstone. Chissà che Charles e Carlos ci regalino qualche bella sorpresa ?

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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