GT & Turismo

Published on Gennaio 12th, 2021 | by redazione

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Valentino quarto in una Gulf 12 hours anomala.

Di Monza Informa

Quest’anno la Gulf 12 Hours si è presentata sotto una nuova, inedita veste.

La gara di durata che ormai da 10 anni anima il finale di stagione delle vetture GT, si è vista costretta da problemi organizzativi legati alla pandemia (come ad esempio la posposizione dell’ultimo Gp di Formula Uno sulla pista di Abu Dhabi) a cambiare data e teatro.

Si è corso infatti in Bahrein e non più nella seconda settimana di Dicembre, ma nella seconda di Gennaio.

Qualche certezza, nonostante tutto, è rimasta. A partire dall’interesse per questa competizione da parte di alcuni dei più importanti team europei (Kessel Racing e Dinamic Motorsport su tutti), fino alla conferma di Valentino Rossi, dopo la prima, esaltante esperienza del 2019.

Valentino si presenta al via in Bahrein senza cambiare, rispetto al 2019, né il team, né compagni di avventure e nemmeno livrea, presentandosi con la stessa Ferrari 488 GT3 marchiata Monster gestita dal team Kessel e da dividere con l’amico di sempre Uccio Salucci e con il fratello Luca Marini.

Nonostante la starting list vistosamente dimagrita rispetto al 2019, le vetture che hanno risposto all’appello sono di ottimo livello, come gli equipaggi Pro che si presentano al volante delle McLaren 720s GT3 e che dominano le qualifiche. Per Valentino, che gareggia nella classe Pro-Am, non sarà facile ripetere il bel podio assoluto del 2019.

Con lo strepitoso tempo di 1.59.107 Ban Barnicoat assicura alla vettura #33 la pole position, al fianco della vettura gemella #7 al volante della quale troviamo Ed Jones, già a podio nella 500 miglia di Indianapolis nel 2017.

Come tradizione, la Gulf 12 ore si divide in due parti da 6 ore, la prima da disputarsi nella mattina del sabato, la seconda con partenza al tramonto del giorno stesso, per tagliare il traguardo poco prima della mezzanotte.

 

E in questo caso le prime sei ore non sorridono alle McLaren: la #7 è addirittura costretta al ritiro dopo poche ore, prima per problemi ai freni, poi per il cedimento del turbo.

La #33 invece sembra poter dominare la corsa, almeno fino alla quinta ora, quando Barnicoat deve vedersela con bizze al cambio. L’inglese torna in pista quarto e, incrociando le dita, spinge per tornare in prima posizione. Taglierà il traguardo primo dopo uno stint da favola.

Meno favolosa la gara della vettura #46. I primi stint vedono Salucci e Marini perdere terreno importante e Rossi si mette al volante quando la vettura è quinta, ad un giro dal quarto posto.

La seconda metà di gara vede gli equipaggi subito divisi da diverse strategie di soste ai box, con la McLaren di Barnicot – Kodric – Alkalifa a dominare fino alla bandiera a scacchi, in perfetto controllo e con oltre un giro di vantaggio sulla Porsche #67 di Dinamic Motorsport. Terza la Mercedes AMG GT3 di Ram Racing.

Anche per Valentino e compagni c’è poco da fare: chiudono quarti, fuori dal podio assoluto e terzi di classe.

Niente a che vedere con lo splendido, forse un po’ fortunoso, risultato di 13 mesi fa.

Questa edizione della Gulf 12hours va in archivio con interessanti prospettive per il prossimo futuro: si pensa infatti ad una competizioni che torni nel consueto slot del calendario, a dicembre, e di nuovo sulla pista di Abu Dhabi, dove il promotore vorrebbe celebrare la decima presenza.

E dove Valentino potrebbe voler avere la sua rivincita.

Perché certo, Valentino vive questa gara come un break dall’attività in moto GP, lontano dalla pressione del motomondiale, ma Valentino è un animale da corsa e corre sempre e solo con un unico obiettivo: vincere.

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