Published on Novembre 15th, 2020 | by Massimo Campi
0Hamilton sette volte re
Il campione inglese vince il titolo mondiale in Turchia – di Carlo Baffi
Il conto alla rovescia era scattato da tempo. Era praticamente assodato che Lewis Hamilton avrebbe conquistato il suo settimo titolo mondiale, eguagliando il record stabilito da Michael Schumacher dopo il Gran Premio del Belgio 2004. In quel giorno a Spa, quel primato pareva fosse impossibile raggiungerlo, invece come ebbe modo di dire il fuoriclasse tedesco:” I numeri sono fatti per essere battuti…” E così è stato. Con il successo strameritato e raggiunto con grande abilità nel Gran Premio di Turchia, Hamilton ha scritto una nuova pagina della sua leggendaria carriera. S’è imposto grazie ad una rimonta gestita con freddezza e pazienza, in un fine settimana che l’ha visto trovarsi più volte in difficoltà per le condizioni della pista e del meteo: elementi che hanno messo a dura prova tutti i piloti. Ebbene Hamilton non s’è perso d’animo ed ha costruito passo dopo passo il trionfo.
Per certi versi ci ha ricordato un po’ quanto fece Ayrton Senna nel Gran Premio del Giappone del 1988. Era il penultimo appuntamento in calendario ed il brasiliano si giocava il mondiale contro il suo compagno Alain Prost. Aveva realizzato la pole, ma al momento del via fece spegnere il motore e lo riavviò solo grazie alla pendenza del rettilineo di partenza. Intanto Prost era fuggito al comando ed Ayrton era sprofondato al 14esimo posto. Tutto pareva compromesso, invece il brasiliano si mantenne lucido ed iniziò la sua rincorsa favorita anche da una leggera pioggia. Al 28esimo dei 51 giri previsti, aveva Senna raggiunse e superò Prost, involandosi verso la vittoria e la sua prima corona iridata. Certo, grazie all’enorme vantaggio in classifica, ieri Hamilton non aveva la pressione di Senna (allora tutto si giocò in pochi punti), ma ha sfoderato una “lucida aggressività” che gli ha permesso di raggiungere il suo obiettivo con una marcia trionfale, che da ancora più valore alla sua prestazione. Non a caso parliamo di due miti dello sport. Ma veniamo alla cronaca. Il Circus fa ritorno in Turchia dopo nove anni e per l’occasione gli organizzatori decidono di riasfaltare il circuito. Una decisione rivelatasi poco azzeccata, dal momento che sin dal venerdì il manto scivoloso dell’asfalto ha creato parecchi problemi. Una situazione rocambolesca complice la pietra liscia utilizzata che ha trasformato l’autodromo in una patinoire. Da qui l’idea di gommare la pista facendo circolare nella notte delle auto private; della serie “cose turche”. A complicare la situazione ci si è messo anche il tempo, con una forte perturbazione che ha condizionato pesantemente le qualifiche, rivoluzionando i valori in campo. Per la prima volta nel 2020, la pole non è stata appannaggio di una Mercedes, bensì della Racing Point-Mercedes di Lance Stroll (prima pole in carriera). A riprova che il canadese mostra una certa sensibilità quando l’aderenza è scarsa; ricordiamoci del quarto miglior crono nelle qualifiche del G.P. d’Italia 2017, che a seguito della penalizzazione delle Red Bull di Ricciardo e Verstappen, lo proiettò in prima fila.
Una performance che ha beffato Max Verstappen per soli 290 millesimi e che per la delusione s’è seduto in terra nel retrobox, quasi si fosse messo in castigo come autopunizione. Terzo s’è piazzato Sergio Perez sulla seconda Racing Point, a seguire Ricciardo ed Hamilton. Quest’anno l’inglese non è mai partito così indietro. Bottas era nono, davanti alle Ferrari rispettivamente in 11^ e 12^ posizione con Vettel e Leclerc. Malgrado le previsioni che davano sole e pista asciutta la domenica, ecco che poco prima del via ritorna la pioggia che costringe gran parte dei concorrenti a partire con le gomme “full-wet”. Sul manto sempre più scivoloso ne fa subito le spese Giovinazzi che si arresta contro le barriere, così come Russell. Ma se l’italiano riesce a rimettere in moto la sua Alfa Romeo e riposizionarsi in griglia, l’inglese deve riparare ai box per sostituire l’ala rotta. Allo spegnimento dei semafori Stroll mantiene la testa, Verstappen esita perdendo posizioni, mentre Ocon e Bottas si girano. Vettel partito benissimo è quarto e cerca di difendersi dagli assalti di Verstappen ed Hamilton. Quest’ultimo però finisce lungo e si vede superato da “Mad Max” ed Albon. Insidiato dalla Renault di Ricciardo, il leader del mondiale è alle corde e cerca di non prendere ulteriori rischi pensando in ottica mondiale. Bottas, il suo diretto avversario è sprofondato al 16° posto. Intanto Stroll fa l’andatura seguito da Perez, Vettel e Verstappen che sono in piena bagarre. Con la pista che si asciuga, le vetture iniziano a rientrare per montare le gomme intermedie. Primi fra tutti sono Leclerc e Bottas, dopodichè è la volta di Vettel, Hamilton e Stroll. All’undicesimo passaggio si fermano anche Perez e Ricciardo. Il giro dopo tocca a Verstappen che rientrando in pista tocca la linea bianca e finisce sotto inchiesta. Alla tornata numero 13, Stroll comanda davanti a Perez, Verstappen, Vettel, Hamilton e Albon. Questi ultimi tre sono molto vicini e quando Hamilton va all’assalto di Vettel commette un errore che spalanca la porta ad Albon.
Il portacolori della Red Bull non è pago e al 16° giro passa anche Vettel, che si ritrova nel mirino dell’inglese. Nelle posizioni di testa Stroll è sempre il leader e riesce ad avvantaggiarsi grazie alla bagarre che vede impegnati Perez e Verstappen. L’olandese è più che mai deciso a guadagnare terreno ed al 18esimo passaggio affonda il colpo sul messicano. Una manovra molto azzardata, in cui Max perde il controllo della sua RB16 e si gira in piena velocità. Ne approfittano Vettel ed Hamilton che lo sfilano. Uno sbaglio che costa caro a Verstappen costretto a cambiare subito gli penumatici ormai spiattellati. Il Gran Premio prosegue con le posizioni di testa invariate, ma con distacchi minimi. Vettel si fa sotto ad Albon, anche perché è pressato da Hamilton, il quale pare aver preso il ritmo giusto e procede sornione. E’ il giro 34, il tedesco, autore di una prestazione maiuscola, torna ai box per il secondo pit-stop: una sosta non rapida, in cui opta ancora per le intermedie, rinunciando alle slick. D’altronde le condizioni del tracciato non permettono una scelta troppo azzardata. Hamilton guadagna così un’altra posizione e quando Albon è vittima di un testa coda, si ritrova terzo. Davanti a lui Perez inizia a mettere pressione su Stroll che fatica a controllare la sua RP20. Il canadese viene richiamato per la seconda sosta, dando così via libera al compagno inseguito dalla Mercedes numero 44. “Hamertime” fiuta subito la sua prossima preda e ne fa un sol boccone nel corso della 37esima tornata. Ormai in testa, Lewis può dare inizio alla sua cavalcata verso la gloria. Sorte alquanto diversa per Stroll, vittima di una strategia sbagliata. Rientrato in pista, Lance lamenta graining e perde costantemente terreno. Viene superato prima da Vettel e poi da Leclerc risalito dalle retrovie. Rispetto alla debacle del giorno prima le Ferrari sono molto più competitive e ora lottano fra loro. Leclerc punta Vettel e lo fredda al 41esimo passaggio. Il monegasco è galvanizzato e va a caccia del podio. Raggiunge Verstappen e lo passa tre giri dopo. Ma Charles non è sazio e si lancia all’inseguimento di Perez; una foga forse eccessiva che gli fa commettere una sbavatura e che consente a Perez di mantenere il vantaggio. Hamilton nel frattempo doppia Bottas, ma via radio comunica di sentire troppe vibrazioni. Segno inequivocabile che le sue intermedie si stanno usurando troppo e che potrebbero cedere. Ad aumentare l’apprensione del pit-wall Mercedes si materializza anche la concreta possibilità di nuovi rovesci nel finale di gara. Da qui la decisione di tenersi pronti a montare un nuovo set. Del resto il gap sui diretti inseguitori permetterebbe una terza fermata. Però quando il leader della corsa inizia il 58° ed ultimo passaggio, le paure scompaiono ed i meccanici di Toto Wolff rientrano nel box. Lewis transita sotto la bandiera a scacchi centrando la sua 94esima vittoria che lo incorona Campione del Mondo 2020! Dietro infuria la battaglia per il posto d’onore. Leclerc supera Perez, però alla penultima curva finisce lungo, venendo ripassato non solo dal messicano, ma pure da Vettel che arpiona in extremis il podio. Comprensibile il disappunto di Charles che via radio si fa una dura autocritica con un termine molto colorito. La top ten si completa con Sainz quinto e Verstappen sesto. La prima guida della Red Bull è stata una vera e propria delusione, con troppi errori: fortuna che non è arrivata la penalizzazione dopo il primo pit. A seguire Albon, Norris (autore del giro più veloce), Stroll e Ricciardo. Nel giro d’onore è grande festa per Hamilton. La regia televisiva gli rende omaggio trasmettendo in sovrimpressione sulla visiera del casco le immagini più significative della sua carriera. Un tributo tanto bello quanto innovativo per celebrare il momento storico. Una volta parcheggiata la W11 in parco chiuso, l’inglese resta in vettura, probabilmente preda di forti emozioni. Prima Vettel e poi Perez gli si avvicinano per complimentarsi. Poi eccolo slacciarsi le cinture, uscire dall’abitacolo e salire sulla carrozzeria della Freccia Nera e abbandonarsi alla meritata esultanza. E’ l’apoteosi. Congratulazioni Mister Hamilton! E complimenti pure a Perez e Vettel. Malgrado siano stati scaricati dalle loro scuderie, hanno combattuto col coltello fra i denti, portando a casa punti pesanti per la Racing Point e la Ferrari. Riguardo al Cavallino, è altrettanto importante il piazzamento di Leclerc.
A tre G.P. dalla fine infatti, è sempre più aperta la lotta per il quarto posto tra i costruttori: la McLaren è a quota 149, la Renault a 136 e la Ferrari a 130. In sintesi il risultato di Istanbul ha premiato i piloti più esperti. Sia Hamilton, che Perez, che Vettel hanno saputo gestire delle criticità con raziocinio senza commettere grossi errori, a differenza di Verstappen e Leclerc, vittime della loro irruenza. E per questi signori non è la prima volta. Dopo la premiazione, che ha visto l’inusuale presenza di Toto Wolff sul podio a ricevere il trofeo destinato al team vincitore, Lewis Hamilton ha confermato la tesi di cui sopra dichiarando:” …oggi ho messo a frutto l’esperienza maturata nelle gare vissute in passato e sono riuscito a vincere.” Il sette volte iridato ha poi parlato anche del futuro dicendo di sentirsi come se avesse iniziato a correre in F.1. La concorrenza è quindi avvisata. Il cannibale ha ancora fame.
Immagini © Mercedes Press