Storia

Published on Ottobre 24th, 2020 | by redazione

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GP Italia ad Imola, 14 settembre 1980

Di Carlo Baffi

Fu il debutto ufficiale del circuito romagnolo nel Circus della Formula Uno. Infatti, la novità principale del 51° Gran Premio d’Italia era rappresentata del cambio di sede. S’era infranta la tradizione che dal 1950 aveva visto disputarsi a Monza l’appuntamento italiano con la Formula Uno. La scelta era ricaduta sull’Autodromo di Imola, che già l’anno prima aveva ospitato il Gran Premio Dino Ferrari, non valido per il mondiale. Un cambiamento dettato dalla legge dell’alternanza secondo la quale non potevano disputarsi due Gran Premi nello stesso paese. Fortunatamente dall’anno successivo si trovò la soluzione di assegnare a Monza il G.P. d’Italia e ad Imola il G.P. di San Marino. La pista, sorta in riva al Santerno intorno ai primi anni ’50, era lunga 5 km e si sviluppava con saliscendi e curve insidiose: un tracciato non certo semplice, tanto da essere definito da Enzo Ferrari “un piccolo Nurburgring”.

Il mondiale di F.1 viveva del duello tra l’australiano Alan Jones sulla Willialms ed il giovane brasiliano Nelson Piquet sulla Brabham, entrambe le vetture motorizzate Ford-Cosworth. In classifica, Jones era il leader con due punti di vantaggio su Piquet. Tra i costruttori invece, la Williams aveva fatto il vuoto, con 25 lunghezze di vantaggio sulla Ligier e 35 sulla Brabham. Al di la dell’aspetto sportivo, il campionato viveva un momento delicato sotto il profilo politico, con la rivalità sempre più crescente tra  la Fisa (Federation International Sport Automobile) di Jean Marie Balestre e la Foca (Federation Constructors Association) che raggruppava i team inglesi guidati da Bernie Ecclestone, proprietario della Brabham. Ne era scaturita un’accesa lotta di potere che rischiava di spaccare in due il Circus. Le qualifiche del G.P. d’Italia videro prevalere le due Renault turbo con la pole di Renè Arnoux davanti a Jean Pierre Jabouille. In seconda fila c’erano Reutemann sulla Williams e Bruno Giacomelli sull’Alfa Romeo. Alle loro spalle i duellanti del mondiale, Piquet e Jones. Per le Ferrari proseguiva invece un’annata decisamente negativa: Villeneuve era solo ottavo, mentre il campione in carica Scheckter addirittura sedicesimo. Le carenza mostrate dalla 312T5, avevano indotto i vertici di Maranello a realizzare il primo modello turbo della loro storia, la 126C che fece il suo debutto proprio ad Imola nelle giornate di prove libere tenutesi la settimana precedente il Gran Premio, il 5 ed il 6 settembre. Allo start fu Arnoux a prendere il comando seguito da Jabouille, Piquet e Giacomelli. Reutemann ebbe un problema al cambio finendo nelle retrovie. Jones intanto procedeva settimo.

Al terzo giro, Jabouille ebbe la meglio su Arnoux, che venne infilato pure da Piquet alle Acque Minerali. Il brasiliano era in palla e approfittando di un’incertezza di Jabouille alla Variante Bassa, gli soffiava la testa alla gara. Un Gran Premio decisamente animato, che alla quarta tornata visse momenti di paura. Gilles Villenueve che stava forzando il ritmo dopo aver superato Giacomelli, in prossimità della Tosa perse il controllo della sua T5 complice lo scoppio di un pneumatico. La rossa numero due si schiantò contro il muro andando letteralmente in pezzi. Rimbalzata in pista, venne miracolosamente evitata dagli altri concorrenti che stavano sopraggiungendo e Villenueve potè uscire dai rottami incolume. Intanto proseguiva la cavalcata di Piquet, che al 12° dei 60 passaggi previsti precedeva Jabouille e Jones, riportatosi nelle posizioni di testa. Se per il brasiliano si stava materializzando il suo terzo successo, le Renault invece andavano incontro ad un finale di gara problematico. Arnoux perdeva ulteriormente terreno a causa dei guai con le gomme, mentre Jabouille doveva dare forfait per la rottura del cambio al giro 55. La corsa si concluse con la vittoria di Piquet che precedette Jones e Reutemann, riuscito a riscattarsi dopo le difficoltà iniziali. Grazie ai punti dei suoi due piloti, la Williams conquistò matematicamente il mondiale costruttori con due round d’anticipo. La battaglia per il titolo piloti era ancora aperta, ma si sarebbe conclusa il 28 settembre in Canada. Jones s’impose a Montreal e si laureò campione, mentre i sogni iridati di Piquet svanirono causa il cedimento del motore della sua Brabham. Tutto questo, mentre a Maranello si stava già lavorando al futuro. Il lunedì successivo al Gran Premio corso ad Imola, il Drake aveva convocato una conferenza stampa in cui annunciava i programmi per la stagione 1981, in primis l’ingaggio del francese Didier Pironi, classe 1952, proveniente dalla Ligier e che avrebbe preso il posto di Scheckter, prossimo al ritiro dalle competizioni.

 

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