Published on Ottobre 6th, 2020 | by Massimo Campi
0Franco Bossi, tra fotografia e passione Ferrari
Franco Bossi un fotografo appassionato di Formula Uno e della Ferrari
“Amateur photo library”, è così che si firma Franco Bossi, uno dei fotografi che frequentano da anni l’ambiente monzese. In realtà le immagini di Franco sono da grande professionista che, da grande appassionato è riuscito a diventare autore di due volumi fotografici sul motorsport.
La passione per fotografia della macchine da corsa inizia quando Franco ha solamente 16 anni, parliamo della seconda metà degli anni ’69, con l’acquisto di una Ferrania 6×6 che porta subito in pista a Monza per fotografare i suoi idoli, ma capisce che ci vuole una reflex per immortalare la macchie in movimento. Franco è anche uno sportivo, settore atletica, specializzato nel mezzofondo dove ottiene risultati di livello nei campionati juniores.
Il primo amore motoristico è quello delle due ruote “all’inizio degli anni ’70 inizio a frequentare in modo continuativo Monza, grazie anche a Bacciagaluppi, mio lontano parente, da cui ottenevo i pass per entrare in autodromo. Il mio primo idolo era Mike Hailwood, un vero asso delle due ruote, ma i primi ricordi risalgono al drammatico incidente di Jarno Saarinen e Renzo Pasolini. Vidi la partenza, poi si alzò una nuvola di fumo verso il curvone, con i piloti che rientravano verso i box all’incontrario e fu la fine per le due ruote per parecchi anni a Monza”.
La passione è forte, i motori lo affascinano, come la celluloide delle pellicole “avevo comperato una Nikon Nikkormat, ed in seguito una Nikon F, vera fotocamera professionale con un buon corredo di obiettivi che ancora possiedo, e con quella ho continuato a fotografare in pista partendo dalla 1000 km di Monza del 1973, con le Ferrari, le Matra e le Gulf Mirage che si giocavano la gara”.
Una prima fase che dura fino al 1980, poi lo stop per ragioni di lavoro ed il ritorno alle gare ed alle foto nel 2006 “Nella vita bisogna fare delle scelte, lavoravo nella grande distribuzione, con mansioni sempre più di responsabilità ed il tempo per le foto e le macchine era sempre meno. Infine ho avviato una mia attività, sempre nel mondo della grande distribuzione, che ho concluso a metà degli anni 2000 e dal 2006 ho finalmente ritrovato il tempo da dedicare alle mie passioni con la nuova tecnologia digitale. Monza, Montecarlo, Barcellona, Le Mans, sempre pronto a scattare con le mia Nikon, e tante nuove soddisfazioni con pubblicazioni e mostre.”
Le fotografie di Franco sono molto apprezzate, e nel 2008 arriva il suo primo libro “La mia F.1”, seguito due anni dopo dal volume “F.1 e Sport”, realizzati con l’aiuto di Paolo D’Alessio, ma anche da una serie di mostre. La prima, nel 2013, a Melzo e nel 2016 le immagini di Bossi sono esposte alla Galleria Civica di Monza. Il Comune di Abbiategrasso allestisce la mostra con la sue foto nel Castello, e nel 2018 è a Santangelo Lodigiano per poi finire la stagione a Cassano d’Adda “una delle grandi soddisfazioni è stata quella di avere Emerson Fittipaldi come guest star della mia mostra, ma doveva venire anche Mario Andretti, un pilota tra i più grandi del mondo a cui mi sento vicino anche come uomo. Entrambe le nostre famiglie provengono dall’Istria dove sono fuggite per le note ragioni post belliche”.
Nello studio sono tante le immagini di Franco Bossi; ed oltre alle sue, nell’archivio ci sono quelle donate dell’amico Renato Zambruni realizzate alla fine degli anni ’60 ed inizio anni ’70. La specialità è soprattutto quella delle monoposto, tra i Gran Premi Franco si ricorda soprattutto quello del 1978 con il dramma di uno dei suoi idoli: Ronnie Peterson “volevo fare una inquadratura diversa, sono riuscito a salire su uno dei famosi palchi abusivi realizzati con ferri ed assi di impalcatura, all’esterno della prima variante. Un posto privilegiato, dove potevo inquadrare tutto il gruppone alla prima staccata dall’alto. Sulla mia Nikon avevo montato un teleobbiettivo corto da 105 mm, sentiamo il rombo delle vetture scatenate sul rettilineo di partenza ed inizio a scattare quando vedo uno nuvola di polvere ed esplode una violenta fiammata con i primi che passano e tutte le altre monoposto che si fermano alla staccata. Accorrono i pompieri della CEA, riescono a domare il fuoco, mentre il caos domina la pista. Capisco che è la nera Lotus del mio idolo Ronnie Peterson, Andretti era riuscito a passare, si capisce che è grave, ma apparente tutto sembra sotto controllo, solo il giorno dopo arriverà la ferale notizia. La sequenza di quel dramma è tra le immagini che rimarranno nella mia mente, ma anche nel mio archivio con una inquadratura insolita rispetto a tutti gli altri dal bordo pista”.
Franco ha anche una grande passione, per la rossa nazionale “stagione 1974, vedo correre Lauda e Regazzoni, preciso e composto il primo, guascone il ticinese. Subito mi innamoro dell’austriaco, ma anche di quei fantastici mezzi meccanici, del fascino che emanano le realizzazioni di Maranello e la passione della Ferrari mi accompagnerà per tutta la vita.”
Una passione, sogno realizzato con gli anni “nella mia vita ho avuto anche momenti drammatici, tra cui un brutto incidente culminato con vari giorni tra la vita e la morte. Il 1 marzo 2008, quattro anni dopo quella disavventura, ho voluto festeggiare la completa guarigione con l’acquisto di una Ferrari 308, il coronamento del mio grande sogno. In seguito l’ho cambiata per una 208, il giocattolo preferito con cui mi diverto a scorrazzare in strada godendo per il fantastico suono dell’otto cilindri e la bellezza della sua linea dipinta di rosso.”