Published on Ottobre 2nd, 2020 | by Massimo Campi
0La Honda lascia la F.1
Il motorista giapponese abbandona la massima formula.
La Honda abbandona la F.1 alla fine della prossima stagione 2021, arriva su tutta la stampa l’ufficializzazione di una notizia che sconvolge gli scenari della massima categoria motoristica. Red Bull e Alpha Tauri rimarranno così senza la power unit giapponese, una avventura nata puntando su una motorizzazione indipendente da Ferrari, Mercedes e Renault, con un rischio che non ha pagato.
Dopo le delusioni con la McLaren i giapponesi hanno contato sulle realizzazioni di Adrian Newey, come la Redbull ha creduto molto in questa unità dopo gli anni con Renault. Entrambi sono migliorati, ma in fondo la Redbull ha vinto qualche gara come ha già fatto in precedenza con Renault, senza mai riuscire veramente a contrastare lo strapotere Mercedes. Ora il team austriaco è veramente messo male. Da una parte ha Mercedes e Ferrari che non hanno intenzione di fornire le loro Power Unit, dall’altra parte resta soltanto la Renault. Il team francese è in cerca di un team clienti dopo il passaggio della McLaren ai motori Mercedes. Potrebbe scattare un nuovo accordo con Redbull, ma ovviamente a loro vantaggio dopo le diatribe delle scorse stagioni.
La tecnologia della F.1, sembra sempre più povera, a metà anni 2000 c’erano ben 7 motorizzazioni: Ferrari, Renault, Mercedes, Bmw, Toyota, Honda e Cosworth, nell’era delle Power Unit sono rimasti solo tre motoristi, un problema grave che rischia di rompere l’equilibrio di un paddock già provato dalla crisi mondiale, e toccherà a Domenicali affrontare questa nuova situazione causata dalle scelte di Chase Carey che, pur di firmare il rinnovo del Patto della Concordia in agosto, ha concesso ai Costruttori e ai team la clausola d’uscita. I Team che hanno siglato l’accordo quinquennale ora hanno il diritto di uscire dal Circus senza pagare alcuna penale avvisando entro il mese di marzo dell’anno prima e subito la Honda si è avvalsa di questa facoltà.
Takahiro Hachigo, CEO e Presidente di Honda, ha dichiarato riguardo alla decisione: “Honda ha deciso di concludere la propria partecipazione nel Campionato del Mondo di Formula 1 come fornitore motore al termine del 2021. Abbiamo avuto il privilegio di lavorare con Red Bull e Alphatauri, nel corso di questa avventura. Ed è proprio all’ex Scuderia Toro Rosso che vogliamo ancora una volta dire grazie: hanno creduto nel nostro potenziale sin dal 2018. Nel 2020 abbiamo vinto 2 gare e voglio ringraziare tutti i nostri partner per averci aiutato a tornare a questi livelli. Un sincero ringraziamento va anche al management della F1, alla FIA e a tutti coloro che hanno collaborato al progetto. La nostra decisione è stata presa ad agosto e prontamente comunicata ai nostri partner ad inizio settembre”.
Honda e F.1 una storia con tre fasi
Il debutto della casa del sol levante in F.1 avviene nel 1964 con una monoposto che monta il motore trasversale 1500 a 12 cilindri guidata daIl’americano Ronnie Bucknum, un pilota di secondo piana affiancato ben presto dall’altro yankee, Richie Ginther che riesce a portare al successo la monoposto nell’ultima gara del 1965 in Messico. Finita l’era dei motori di 1,5 litri, i giapponesi mettono a punto un nuovo motore di 3 litri che riesce ad emergere solo nel 1967, quando vince un rocambolesco GP d’Italia con Surtees con un nuovo telaio messo a punto dalla Lola. In Giappone realizzano una nuova vettura con un telaio in magnesio per il 1968, Surtees si rifiuta di portarla in gara, ed alla fine la tragedia di Jo Schlesser al GP di Rouen sarà tra le cause del primo stop a fine stagione.
L’era più fulgida del colosso nipponico arriverà negli anni ’80, con il primo rientro in F.1. I motori turbo ed aspirati montati su McLaren, Williams e Lotus conquisteranno sei titoli costruttori e cinque piloti, con un dominio a volte imbarazzante. Il palmarés sarà di tutto rispetto con 77 vittorie e 79 pole position più 65 giri più veloci in 452 partecipazioni da motorista.
L’ultimo rientro nel circus mondiale avviene sempre come motorista nel 2015 ma la musica è cambiata rispetto agli anni ’80. La collaborazione con la McLaren sarà disastrosa, con Alonso che non lesina aspre critiche anche durante le gare, con commenti andati anche in mondovisione in diretta. Le cose sono migliorate decisamente con la fornitura dei motori nel 2018 alla Toro Rosso che ha fatto da laboratorio per il contratto con la Red Bull nel 2019. Infine sono arrivati cinque successi, quattro con Max Verstappen e uno con Pierre Gasly su AlphaTauri nel recente GP d’Italia, ma non è bastato per convincere i vertici giapponesi nel continuare l’avventura.
Immagini © Honda press