Published on Febbraio 16th, 2016 | by Massimo Campi
0Ayrton Senna l’ultima notte
In mostra a Monza il ricordo di Ayrton Senna
Era un campione ammirato e celebrato. E’ diventato un mito il 1° maggio del 1994, quando, a 34 anni, perse la vita in seguito ad un gravissimo incidente sulla pista di Imola. Ayrton Senna è stato senza dubbio un pilota straordinario, un uomo – soprattutto – che ha lasciato un segno indelebile non solo nell’universo sportivo.
A Monza, nello spazio del Museo, è stata presentata la mostra di circa cento fotografie di Ercole Colombo – uno dei più grandi fotografi della Formula Uno, che racconta la carriera sportiva, ma anche gli aspetti più intimi del campione brasiliano, dagli inizi, con il Kart nel 1979 dove vince diverse gare che rivelarono ben presto il suo grande talento fino al tragico Gran premio di San Marino del 1994.
Il percorso espositivo è arricchito dai testi di Giorgio Terruzzi che illustra il complesso rapporto con Alain Prost, gli amori, la fede, le dinamiche famigliari e le sue ultime, drammatiche ore in pista. La mostra presenta inoltre alcuni oggetti di Senna tra i quali due tute del campione brasiliano.
L’idea della mostra “Ayrton Senna. L’ultima notte”, nasce proprio dal libro scritto da Giorgio Terruzzi intitolato “Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna” Un romanzo avvincente da cui emergono gli ultimi momenti della vita e le riflessioni del grande pilota nel suo approssimarsi al momento fatale.
“Non si poteva dire di no ad una mostra di un nome così grande” sono le parole di Ivan Capelli, Presidente ACI Milano, “ho molti ricordi ed aneddoti di quegli anni e dei momenti trascorsi con Ayrton. Quando correvo in Leyton House il mio compagno era Gugelmin, Brasiliano e molto amico di Senna. Spesso Ayrton veniva a magiare sotto la nostra tenda, il cuoco italiano faceva piatti migliori di quello inglese della McLaren e davanti ad un piatto di pasta ci facevamo dire i segreti della sua vettura. La primo volta che ho conosciuto Ayrton è stato nel 1978, all’Estoril, fresco vincitore dell’italiano Kart. Il mio meccanico mi fece conoscere Ayrton, mi disse che era lui il migliore, il campione del futuro, quello da prendere come esempio.
L’ho poi ritrovato in F.1 e riservo nel mio intimo un grande ricordo anche come uomo. Tante le occasioni in cui ci siamo incontrati, sia in pista che fuori e ricordo particolarmente un capodanno a casa sua, con altri amici. Anche in quella occasione riusciva ad essere speciale nella sua semplicità. È la prima volta che ne parlo, ma gente come lui manca alla moderna F.1”.
“A distanza di 22 anni, attorno al mito Senna si respira ancora qualcosa di speciale” commenta Giorgio Terruzzi “e mi auguro che molti ragazzi vedano questa mostra, per ricordare un uomo che ha dato dei messaggi speciali. Raccontare Ayrton Senna non è cosa semplice.
Comporta attraversare un’avventura agonistica particolarmente intensa, avere a che fare con l’anima esposta di un uomo complesso, tornare su un epilogo tragico, deflagrato nel fine settimana più cruento della storia motoristica moderna. In aggiunta, si tratta di rendere omaggio a una vera e propria figura eroica, i cui tratti conservano una grazia e un fascino intatti. Dunque, stiamo parlando di un viaggio nella memoria collettiva, dentro la quale ogni appassionato conserva momenti particolari, ricordi personali, emozioni e dolori legati a una figura che in qualche modo continua ad apparire, a correre in un coloratissimo firmamento.
Le corse sono fatte di rumore, velocità e sangue, i tre ingredienti del mito e del fascino motoristico gli ingredienti di questa mostra e di questo uomo; ma c’è un messaggio particolare che ha voluto trasmettere Ayrton: il lavoro, la dedizione e la determinazione sono anche più importanti del puro talento. È questo l’insegnamento che dobbiamo trarre dall’avventura del brasiliano”.