Sono trascorsi quattro giorni dalla conclusione del GP Belgio, ma quanto successo a Nico Rosberg (sabato) e a Sebastian Vettel (domenica) continua a tenere banco nel mondo della Formula 1.
Tra i piloti c’è una certa preoccupazione sulla tenuta degli pneumatici, anche perché la prossima tappa del mondiale è sulla ultra-veloce pista dell’Autodromo Nazionale di Monza, dove lo scoppio di una gomma può avere gravi conseguenze.
La Pirelli si affanna a dire che, nel caso di Rosberg, l’origine dell’incidente è stato un taglio nello pneumatico, mentre per Vettel si è trattato di una usura eccessiva della gomma, a cui non è stata estranea la strategia azzardata della Ferrari basata su un solo pit stop.
Anche se non lo dice apertamente, la Pirelli mette sotto accusa anche la pista belga. Durante il week-end del Gran Premio scorso ha identificato un numero insolitamente alto – si dice ben sessanta – di tagli nelle gomme di un po’ tutte le squadre, quando “nelle dieci gare prima di Spa sono stati 85 in totale”.
Alex Wurz, presidente dell’associazione piloti Grand Prix, prende con le dovute pinze queste spiegazioni della Pirelli: “Come piloti pensiamo che una gomma debba sempre dare evidenti segni di decadimento delle prestazioni prima di arrivare alle delaminazione e quindi allo scoppio”.
La Fia sembrerebbe orientata, anche su sollecitazione dei team, a imporre alla Pirelli alcuni interventi sostanziali e l’indicazione della vita massima di ogni set di pneumatici. “Stiamo lavorando a stretto contatto con Pirelli e Ferrari per capire cosa è successo a Spa ed apportare le modifiche del caso”, ha confermato un portavoce della Federazione.