Published on Agosto 6th, 2015 | by Bruno Brida
0F1: confessioni e polemiche sotto l’ombrellone
In queste settimane la F1 dovrebbe essere tutta in ferie. Piloti, ingegneri, meccanici, segretarie … tutti in vacanza!
Invece, il mese di agosto è forse il mese più ricco di notizie ed indiscrezioni su questo mondo così … strano.
Prendete, ad esempio, lo sfogo di Yasuhisa Arai. Il grande capo di Honda Motorsport ha confessato, in un intervista al sito inglese Espn, tutta la sua frustrazione per una prima parte di stagione che non è andata come era nelle attese.
“Le aspettative erano grandi sull’onda della felice e gloriosa collaborazione con la McLaren di un tempo. Ci aspettavamo di essere competitivi quasi subito, cosa che ovviamente non è avvenuto”.
“Il fatto è che – continua Yasuhisa Arai – lo sport è cambiato enormemente dai tempi gloriosi di Senna e Prost. La tecnologia si è fatta più raffinata ed oggi è sempre più complicato costruire una buona vettura da corsa. Di questo eravamo coscienti ma non immaginavamo che sarebbe stato così difficile”.
“Siamo certi che la nostra power-unit così compatta diventerà competitiva, speriamo presto. Il problema, e lo sapevamo fin dall’inizio, è nella gestione del calore. Ora sappiamo quali sono le aree critiche e nella seconda parte della stagione introdurremo nuove componenti per risolvere il problema ed aumentare la nostra competitività”.
Secondo Arai, il motivo della scarsa potenza dell’unità Honda sta nel bilanciamento tra l’energia immagazzinata dalla MGU-H e l’efficienza del turbo. “Le attuali power-unit sono molto complesse. L’inefficienza di un piccolo componente può innescare un effetto domino che porta a problemi anche molto gravi”.
“Ad esempio, raccogliere energia usando la MGU-H fa aumentare il il carico di lavoro sul turbo. Quando è sotto stress, il turbo può non fare quello a cui è deputato, cioè “pompare” più aria nel motore con il risultato di una diminuzione della potenza a disposizione”.
Il capo di Honda Motorsport conclude lo sfogo confessando che “queste reazioni a catena che hanno fermato più volte in pista le McLaren di Jenson Button e di Fernando Alonso sono state più di quelle che avevamo preventivato o solo immaginato. Il fatto è che finché non provi in pista, questi problemi non saltano fuori. Abbiamo avuto dalla Fia la concessione di utilizzare un quinto motore senza pagare dazio, ma sappiamo che pagheremo sanzioni da qui alla fine della stagione, sanzioni che speriamo di compensare con sensibili miglioramenti al telaio e al motore”.
La regola dei quattro motori a stagione sta mettendo in difficoltà anche gli altri (ma non tutti) i costruttori di propulsori. La Renault ha annunciato che ad ottobre, per il GP Russia, introdurrà una power-unit aggiornata. “Il problema – dice Chris Horner, team principal della Red Bull, principale cliente del motorista francese – è arrivare ad ottobre senza prendere altre penalizzazioni … che non sarà facile”.
Campanelli d’allarme anche in casa Ferrari che a Monza farà usare a Sebastian Vettel e a Kimi Raikkonen il quarto ed ultimo motore “regolare”, con aggiornamenti che dovrebbero essere costati due gettoni. Poi ad Austin o in Messico la Scuderia dovrebbe utilizzare il quinto motore (per il quale verranno spesi gli ultimi cinque gettoni dei 32 a disposizione), con le inevitabili penalizzazioni.
Chi è invece tranquilla su questo fronte è la Mercedes. Dovrebbe finire la stagione son i suoi quattro canonici propulsori che quindi sarebbero campioni di affidabilità e robustezza.
Il condizionale è d’obbligo perché prima del Canada la Mercedes ha effettuato degli interventi sulle sue unità (che non avevano mai dato segni di debolezza) ufficialmente per ragioni di affidabilità. Lavori che, coinvolgendo la sicurezza, non sono soggetti a controlli Fia e al “pagamento” di gettoni.
Il risultato è che dal GP Canada Mercedes ed i suoi clienti – Williams, Force India e perfino Lotus – hanno messo le ali. Pensare male si fa peccato, però qualche volta …
A proposito di sospetti, ha suscitato qualche prurito il fatto che dopo il GP Ungheria (nella foto d’apertura, la partenza razzo delle Rosse) funzionari Fia avessero prelevato campioni d’olio dalla monoposto di Vettel e, per non suscitare troppo clamori, anche da quella di Hamilton. Probabilmente gli avversari si erano allarmati dalla diversità di prestazioni delle Rosse tra le sessioni di prova e la gara.
Dopo i dovuti accertamenti, la Fia ha dichiarato la perfetta conformità di Ferrari e Mercedes. Ma cosa cercavano gli ispettori della Federazione? Lo ha spiegato Guy Lovett, tecnico Shell in Ferrari: “La Fia ha voluto accertare che non ci fossero sistemi per iniettare carburante a valle del sensore che ne misura il flusso. Ciò è assolutamente vietato dal regolamento. Se s’inserisce nell’olio un componente del carburante c’è la possibilità che questo possa finire per trafilamento nella camera di scoppio. Con quale vantaggio per le prestazioni? Francamente è difficile calcolarlo”.