Interviste

Published on Luglio 13th, 2015 | by Massimo Campi

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Emanuele Pirro, il piacere di correre con le storiche

Il campione dell’Audi è stato protagonista a Monza Historic con una Ferrari 512S

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Correre con le storiche, una delle passioni di Emanuele Pirro, grande campione dell’Audi, che, da quando ha smesso la sua carriera da professionista, per raggiunti limiti di età, tra le varie attività legate al mondo delle corse coltiva anche quella di scorrazzare in pista con le vetture storiche. A Monza Historic ha corso con una Ferrari 512S, una vettura guidata da grandi campioni. Entusiasta, come di consueto, abbiamo approfittato per scambiare qualche impressione con il pilota romano.

“La mia avventura con storiche è nata 15 anni fa, quando correvo ancora da professionista. Mi hanno chiesto di pilotare delle vetture storiche in varie manifestazioni, mi sono subito piaciute tanto, è bello pilotarle. Sono nato nel 1962, subito appassionato di motori e di corse, e da ragazzino leggevo le gesta dei grandi piloti degli anni ’70 che correvano a Le Mans, a Spa, a Monza con questi prototipi, sognavo di imitarli, e ci sono anche riuscito nella mia lunga carriera. Ora che non corro più da professionista riesco a dedicarmi maggiormente a queste auto, per fortuna c’è gente generosa che mi chiede di portarle in pista. Questa Ferrari 512S è stata guidata da grandi campioni come Nino Vaccarella, John Surtees, Peter Shetty e Jacky Ickx, e rappresenta una importante finestra temporale delle grandi gare di durata. È una macchina splendida, sia dal punto di vista meccanico che dell’importanza storica, va molto rispettata. Per pilotare queste vetture bisogna sapersi adattare, bisogna pensare e pilotare come allora. Rispetto alle vetture endurance che ho guidato io questa è molto più pesante, goffa ed impacciata nelle reazioni. Bisogna capirla, calarsi nella tecnologia del tempo, rispettare le sue caratteristiche ed i difetti, solo allora si può apprezzare le sua qualità, soprattutto quelle della parte meccanica con la potenza e la coppia del fantastico V12 di Maranello.”

Pirro è anche delegato Fia in alcuni Gran Premi, dalla sua grande esperienza può dare un giudizio sui piloti attuali della massima formula.

“Oggi l’automobilismo moderno perdona tanto, fai l’errore e puoi subito recuperare. Ai miei tempi dovevi sempre capire il limite, avere sempre un margine per correggere l’errore. Con le macchine e le piste moderne difficilmente ci si fa male, qualche decennio fa se uscivi di pista distruggevi la vettura, se andava bene, ma c’era sempre il rischio di farsi male. Era l’ampiezza o meno di quel margine che distingueva il pilota mediocre, magari veloce, dal campione. Sinceramente mi piace di più l’automobilismo passato, ogni era plasma i protagonisti di cui ha bisogno. Mi sono appassionato seguendo le gesta di grandi campioni che si chiamavano Jackie Stewarth, Clay Regazzoni, Mario Andretti, Jacky Ickx, Emerson Fittipaldi James Hunt. Ho iniziato a correre con piloti del calibro di Ayrton Senna, Alain Prost, Nigel Mansell, grandi campioni, ma anche personaggi fuori dall’abitacolo. Oggi serve solo andare forte, altre caratteristiche come la personalità, il carattere, avere una propria identità anche fuori dalla pista servono sempre meno. Oggi arriva un ragazzino come Max Verstappen, basta che vada veloce e che sappia ripetere quello che gli dice l’addetto stampa di turno, non serve altro. Solo il tempo dirà cosa rimane di questi piloti e di questi uomini.”

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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