5.9 C
Milano
domenica 26 Gennaio 2025

Una Formula Uno povera e deludente

Poche macchine e poco spettacolo: è questa la Formula Uno del 2015.

 

Melburne, primo atto della stagione 2015, bilancio sicuramente negativo. Cosa è diventata questa Formula Uno, la massima espressione dell’automobilismo sportivo? Sembra un fallimento annunciato, una categoria povera, di macchine, di protagonisti, di spettacolo, di tecnica, di contenuti.

Poche macchine al via, solamente 15 per 11 classificati all’arrivo. Erano decenni che non succedeva e bisogna ritornare agli albori dalla massima categoria per avere schieramenti di partenza così poveri. Allora, negli anni ’50, ed anche in qualche gara degli anni ’60, si dovette ricorrere alle Formula Due da inserire negli schieramenti per rimpolpare i concorrenti e garantire un po’ di spettacolo.

Già, lo spettacolo, ma dove è finito? Due frecce argentate che partono, volano e nessuno è in grado di stare nella loro scia. Vettel è andato sul podio, la Ferrari finalmente terza! La rossa ha lavorato bene durante l’inverno, ma guardiamo i distacchi: ben 35 secondi, un abisso, altro che stare nella scia, la Ferrari sta solo godendo della mancanza in generale di partecipanti. Qualche progresso c’è stato rispetto alla scorsa stagione, ma inserirsi nella lotta con le due Mercedes è tutt’altra cosa.

Sorpassi? L’unico sorpasso tra i primi è stato quello di Vettel su Massa, ai box, dove la strategia Ferrari ha vinto su quella Williams, ma lo spettacolo di una staccata al limite tra campioni è un’altra faccenda ed un miraggio sempre più lontano in questa Formula Uno fatta di strategie e calcoli.

La Formula Uno dei grandi costruttori si è data alla tecnologia: se la motorizzazione ibrida è la grande innovazione, forse bisogna guardare al mondo di serie con alcune supercar che hanno una tecnologia ormai più evoluta rispetto a quella imposta e contingentata della massima formula, per non parlare dei prototipi che corrono nel WEC.

Insomma questa Formula Uno voluta dai grandi costruttori e da Bernie Ecclestone con il placet della Fia piace sempre meno, sembra più un fallimento, senza personaggi di spicco, senza sorpassi, con poche macchine, tecnologia che non da spettacolo ed è difficile da capire ed un circus sempre distante dal pubblico che latita sui costosi spalti e davanti alle televisioni dei canali a pagamento.

La Formula Uno delle macchine tutte uguali, colori a parte, dei gettoni di sviluppo, incomprensibili, dei piloti omologati, della comunicazione blindata, sembra solo un gioco che va sempre più veloce verso la sua autodistruzione, e piace sempre meno. Forse occorre ripensare a questa formula, a tutto il mondo del motorsport che ha sempre meno appeal verso le giovani leve e costi sempre più elevati senza dare uno spettacolo di qualità. Negli ultimi decenni sono state fatte molte scelte scremando e penalizzando le squadre minori, che sono ormai scomparse, privilegiando solo i grandi costruttori, con risultati che spesso non giustificano i grandi investimenti. La storia insegna che i grandi costruttori entrano ed escono dalla massima formula in base ai sondaggi, alla pubblicità che possono ricavare, in base a quanto conviene rimanere, per poi scappare via e lasciare solo macerie su cui è sempre più difficile ricostruire.

È tempo di riflettere, anzi di agire, per ritrovare nuovi stimoli e soprattutto spettacolo e senso sportivo nel motorsport.

 

 

 

 

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

ARTICOLI CORRELATI