Attualità

Published on Dicembre 10th, 2014 | by redazione

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Ci stanno scippando la Ferrari un pezzo alla volta!

La “cura” a lungo termine di Sergio Marchionne sta sempre più impoverendo l’Italia, sia industrialmente (con il futuro nebuloso degli stabilimenti dell’ex Gruppo Fiat) sia economicamente (con il trasferimento in Olanda della sede fiscale di Fca) sia d’immagine.

La Ferrari, di cui Marchionne è il presidente, sta valutando la possibilità di trasferire la residenza fiscale all’estero per risparmiare sulle tasse, in vista della separazione da Fiat Chrysler.

Lo scrive l’agenzia Bloomberg, citando fonti vicine al dossier secondo cui “sul tavolo ci sono varie opzioni” e una decisione verrà presa nei prossimi mesi.

Un eventuale trasferimento (che comunque era nell’aria fin da febbraio), precisano le fonti, non avrebbe “alcun impatto sulle attività manifatturiere e di ingegneria a Maranello”.

Secondo Bloomberg il Cavallino rampante potrebbe seguire l’esempio della casa madre, che dopo la fusione con Chrysler ha preso la sede legale in Olanda, residenza fiscale a Londra ed è quotata, oltre che a Piazza Affari, anche a New York.

Bloomberg – la cui indiscrezione arriva il giorno dopo le nuove norme decise dall’Ecofin per contrastare l’elusione fiscale da parte delle multinazionali – ricorda che Fca beneficerà l’anno prossimo del taglio della tassa sui profitti di impresa dal 21 al 20% deciso dal governo di David Cameron, che intende anche ridurre al 10% l’aliquota d’imposta sui brevetti. In Italia, in base alle classifiche internazionali della Banca mondiale, il livello medio di tassazione sulle aziende è invece del 31,4 per cento.

Come è noto, l’anno prossimo la Rossa di Maranello verrà separata da Fca e il 10% della società sarà quotato in Borsa a New York e su un listino europeo. La strada intrapresa dal gruppo guidato da Sergio Marchionne prevede che prima dello sbarco a Wall Street il Cavallino giri all’azionista Fca – Fiat Chrysler un maxi dividendo da 2,25 miliardi di euro e per farlo emetterà, per la prima volta nella storia di Maranello, un prestito obbligazionario.

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