Quando le disposizioni non sono chiare o raffazzonate, come sono spesso quelle della Fia, è inevitabile che sorgano polemiche o, come si usa nel mondo fintamente cordiale della Formula 1, “richieste d’informazioni”.
È successo anche al termine del GP di Singapore di ieri, con Eric Boullier, Racing director della McLaren (nella foto), che ha ventilato la possibilità che durante la gara la Red Bull abbia usato, per aiutare Daniel Ricciardo a salire sul podio, messaggi in codice, vietati dalla Fia.
“Che senso ha una comunicazione del tipo ‘Evitare i cordoli in uscita può aiutare il problema con la macchina’ ripetuta per ben tre volte? Una la capisco, ma tre, tenendo conto destinate ad un pilota impegnato a difendersi dagli attacchi di Alonso?”, si chiede Boullier. “E’ un episodio su cui la Fia dovrebbe indagare, anche per fare chiarezza sulla faccenda”.
Ovviamente, di parete contrario quello della Red Bull. “Abbiamo parlato con Charlie (Whiting, direttore di corsa della Federazione, ndr) spiegandogli che c’era un problema di sicurezza perché – spiega Chris Horner – salendo sui cordoli, Ricciardo rischiava di danneggiare le batterie. Sono d’accordo che non è compito dell’ingegnere dire al pilota di frenare dieci centimetri prima o come affrontare una certa curva, ma la gestione delle attuali monoposto è così complicata che anche il più piccolo guasto può pregiudicare la sicurezza. Come è stato nel caso di Ricciardo”.