Wec Spa: la sfida è ad alta tensione tra giapponesi e tedeschi
Seconda prova 2014, secondo dominio della Toyota TS040 Hybrid, è questa la sintesi della mille chilometri delle Ardenne, con la vettura di Anthony Davidson, Sébastien Buemi e Nicolas Lapierre che ha colto il secondo successo stagionale dopo l’apertura di Silverstone a Pasqua.
Sul tracciato inglese le condizioni metereologiche, con pioggia, umido, freddo, non hanno dato dei veri riscontri sulle potenzialità delle varie vetture, ma a Spa è parso chiaro che la Toyota è davanti ad Audi e Porsche confermando quanto si è visto a Silverstone.
Con i nuovi regolamento sembrano prevalere le macchine con le motorizzazioni miste benzina ed ibrido, come dimostrato anche dalla Porsche 919 Hybrid che ha conquistato la sua prima pole position dopo solamente due gare. L’Audi R18 E-Tron, che utilizza un motore turbodiesel accoppiato a quello elettrico è parsa in affanno rispetto alle dirette avversarie.
La Porsche è risultata velocissima, sui rettilinei del tracciato belga ha fatto registrare delle notevoli velocità di punta. Le prestazioni ci sono, ora basta cercare l’affidabilità per salire sul gradino più alto del podio.
La Toyota sembra la vettura più equilibrata nel suo complesso. La gestione è affidata all’Oreca di Hughues De Chaunac, una vecchia volpe delle strategie che ha dimostrato ancora una volta di sapere sfruttare la massimo le strategie di gara pur con un budget che non sembra faraonico come quello degli avversari.
L’Audi è quella che sembra più in crisi con i nuovi regolamenti. Le velocità di punta non sono male, ma manca di accelerazione in uscita dalle curve, quando i turbo benzina con i motori ibridi, vanno via in accelerazione. Il podio ottenuto da Lucas Di Grassi, Loïc Duval e Tom Kristensen è un risultato frutto della grande esperienza dei tre piloti e della strategia di gara dell’armata tedesca.
A Spa è stata portata la terza vettura in configurazione Le Mans. Con una aerodinamica scarica era molto più lenta delle altre vetture, ma Spa è servita come banco di prova per la 24 ore di le Mans, la gara che tutti vogliono vincere, l’unica che veramente conta in questa serie mondiale.
Nel prossimo mese e mezzo si collauderanno le varie soluzioni per la maratona della Sarthe dove Audi e Toyota si giocheranno la partita più importante dell’anno. Dai risultati delle prime due gare pare ovvio che l favorita sia la vettura del sol levante, ma in questi anni le Audi sono le vetture che hanno ottenuto la quasi totalità delle vittorie. Dalla loro parte c’è la grande esperienza, piloti al top della categoria, ed una grande con strategia che ha saputo ribaltare situazioni e vincere l’ambito trofeo anche quando sembrava tutto perso.
La gara di Spa ha messo in luce lo stato della categoria: macchine bellissime, altissima tecnologia, ma pochi iscritti. Il livello tecnologico si è ulteriormente alzato e come conseguenza anche i costi. Molte squadre, praticamente la maggioranza dei privati, ha preferito partecipare alla serie europea, dove c’è sicuramente più visibilità, se non sei al top, ma non ci sono le costose trasferte nei vari continenti. Tra le GT, se tiriamo via le Ferrari gestite dall’AF Corse, rimane ben poco: due Aston Martin e tre Porsche, un panorama piuttosto scarno.
Sembra un film visto diverse volte negli ultimi 20 anni. Formula uno a parte, quando si lancia una categoria valida, pian piano arrivano le auto ufficiali, si alza sempre di più il livello. Infine arriva la FIA, da una titolazione mondiale, quindi bisogna andare a correre in tutte le parti del globo, come in Barhein, a San Paolo o in Cina dove magari non sanno neppure cosa sia un prototipo, i costi vanno alle stelle ed in breve la categoria finisce di esistere per mancanza di partecipanti. I ricordi vanno ai vari campionati GT FIA, ITC, etc. Per chi frequenta le piste da almeno un paio di decenni ha già notato che i segnali sono simili. Speriamo in un cambiamento repentino di rotta!