Seconda prova del mondiale Endurance e seconda, perentoria vittoria della Toyota TS040 Hybrid #8 (nella foto), e seconda vittoria del trio Anthony Davidson, Nicolas Lapierre, Sébastien Buemi. E’ mancata (per poco) la doppietta, come successo a Silverstone, ma il dominio della Casa giapponese (che ha il reparto corse a Colonia ) alla Sei Ore di Spa è stato indiscusso, consolidato anche dal terzo posto della gemella #7 di Alexander Wurz, Stéphane Sarrazin e Kazuki Nakajima.
Dopo aver conquistato ieri la pole, Porsche ha accarezzato per la prima ora il sogno di realizzare il colpaccio con la 919 Hybrid, ma ha dovuto fare i conti con gli inevitabili problemi di gioventù della sua ipertecnologica vettura.
La #20 – quella del fotogratissimo Mark Webber, dell’esperto Timo Bernhard e del giovane Brendon Hartley – non è mai stata in gara, per problemi agli ammortizzatori, mentre la #14, quella partita in pole, ha condotto per una trentina di giri, prima di cedere agli attacchi della Toyota #8 e dover fare i conti con problemi agli ammortizzatori e al circuito elettrico.
E l’Audi? Dopo il naufragio nel temporale di Silverstone, sperava in un pronto riscatto. Certo, è arrivata seconda con la #1 di Di Grassi – Duval – Kristensen, ma delle tre grandi è stata quella che a Spa ha sofferto di più. Veloce in curva, la sua R18 e-tron quattro perdeva in velocità pura rispetto alla Toyota. Anche la #3, quella del nostro Marco Bonanomi e di Filipe Albuquerque, in conformazione aerodinamica Le Mans non è andata meglio in fatto di velocità pura.
I colori italiani sono stati difesi egregiamente dalle Ferrari 458 Italia del team AF Corse che ha conquistato in primo e terz posto nella categoria GTE Pro con la #51 di Gianmaria Bruni e Toni Vilander e con la #71 di Davide Rigon e James Calado.
Vittoria dell’A Corse anche tn GE AM con la #61 di Marco Cioci, Mirko Venturi e Luis Perez Companc.
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