Si è conclusa con un accordo extragiudiziale una delle vicende più imbarazzanti degli ultimi anni della Formula 1 e che ha visto contrapposti Paul Di Resta ed il suo ex manager Anthony Hamilton, padre di Lewis (nella foto).
Tutto ha avuto inizio nel 2012 ed ha avuto per oggetto il contratto di sponsorizzazione con una grossa società produttrice di una bevanda energetica che, secondo Hamilton senior sarebbe stato rotto senza motivazioni dal pilota.
Durante le udienze in tribunale, l’avvocato di Di Resta ha accusato Hamilton di aver falsificato elementi di prova retrodatando email e annotazioni presenti sul suo Blackberry, chiamandolo sul banco dei testimoni per chiarire la faccenda.
A questo punto, Anthony Hamilton ha prima sostenuto di aver perso il cellulare durante un trasloco, per poi “ritrovarlo” su insistenza della Corte.
Da parte loro, gli avvocati di Hamilton hanno accusato Di Resta di aver danneggiato pesantemente il loro cliente, impedendogli di “fare milioni” con quel contratto di sponsorizzazione. Alla fine, i due si sono accordati per sistemare la faccenda in privato.
La vicenda, però, aveva già causato gravi danni all’immagine dei due, soprattutto a quella Di Resta che ha perso la concreta possibilità di andare prima alla McLaren poi alla Mercedes.
Scaricato a fine stagione 2013 dalla Force India (con cui aveva debuttat in f1 nel 2011) ha dovuto ripiegare su quel campionato Dtm vinto nel 2010 e che sembrava potergli schiudere definitivamente le porte della massima categoria.