50 anni di 911 con Mauro Borella - Motoremotion.it


Storia

Published on Novembre 29th, 2013 | by Massimo Campi

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50 anni di 911 con Mauro Borella

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Porsche 911, una vettura che è prepotentemente entrata nella storia, con ben 50 anni sulle spalle, anche se non li dimostra affatto. Per celebrare il mito si è tenuto un incontro, il 28 novembre, alla Libreria dell’Automobile di Milano. Mauro Borrella, gentleman driver, giornalista, ed uno dei più esperti italiani della storia vetture tedesche, ha illustrato alcuni particolari di questa incredibile storia.

 “La 911 non è nata come macchina da corsa, anche se molti pensano il contrario, è nata come macchina sportiva per sostituire la 356 che era giunta al limite del suo sviluppo. Ferry Porsche, che la ideò, volle fare una vettura meno scorbutica della sua progenitrice, con un motore sei cilindri al posto del quattro, più elastico, ed una carrozzeria con superfici vetrate più ampie per avere maggior confort nella guida. La linea doveva essere classica ma più moderna e venne disegnata dal figlio Butzi. Da questi presupposti si fa fatica ad intuire che stava per nascere un’icona ed un’arma assoluta che avrebbe vinto di tutto per oltre trent’anni.

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La 911 non venne subito impegnata nelle corse, erano gli anni ’60 e Ferdinand Piech, nipote di Porsche e responsabile dello sport, stava varando un ambizioso programma sportivo che porterà la casa di Zuffenhausen a conquistare la notorietà internazionale e le grandi vittorie assolute, prima con la 908 ed in seguito con la 917. Il reparto sportivo della casa, impegnato con i prototipi, fece un primo sviluppo sportivo della 911 con la serie R, ma per il grande sviluppo bisogna attendere l’inizio degli anni ’70.

Dal primo gennaio 1972 la Federazione Internazionale bandisce le potenti vetture da 5 litri e la Porsche 917 da quel momento diventa buona solo per i musei. Solo allora a Zuffenhausen, viene nuovamente presa in considerazione la 911 per farla diventare “l’auto di tutti i giorni che vince le corse” ed iniziano gli sviluppi. La vettura ha comunque delle pecche di gioventù, alcuni problemi di tenuta di strada,  ma la volontà e l’esperienza del reparto corse è notevole.

Il sei cilindri di 2.4 litri di 130 è già una buona base e nasce la Carrera Rs con il motore da 2.7 litri, la carrozzeria alleggerita e lo spoiller a “coda d’anatra” sul cofano posteriore. Ben presto arriva la RsR, versione racing, peso piuma e motore vitaminizzato. Debutta con i colori Martini Racing, un po’ in sordina, il motore è diventato un 3.000 cc, con una potenza di 300 cv, vince subito l’assoluto alla Targa Florio del 1973 con Muller e Van Lennep ed inizia quello sviluppo che la porterà ad essere la vettura più vincente della storia. In seguito arriva il turbo, la versione 930, la prima supercar di serie sovralimentata, la vettura che fa sognare tutti in strada e quella da battere in pista. Dalla 930 nascono le versioni che corrono in Gr4 e Gr5 fino alla 935 che conquista le più importanti gare di endurance. Con la 911 di serie c’è in comune l’abitacolo, l’impostazione meccanica e la base del motore a sei cilindri. La 911 nella sua storia è l’unica vettura che ha conquistato le più disparate gare: 24 di Le Mans, Daytona, Targa Florio, Rally di Montecarlo, Parigi-Dakar dimostrando che quel progetto di partenza era molto valido ed adattabile a competizioni molto diverse tra loro.

Nessuna altra vettura può vantare un simile palmares, spesso ha dovuto confrontarsi con vetture più performanti nelle singole categorie, ad esempio con la Stratos nei Rally, o alcune Ferrari, BMW, Aston Martin, in pista, ma nessuna di loro ha dimostrato di avere la stessa versatilità della 911.

Negli anni ’70 ed ’80, chi voleva una macchina già pronta corse senza grandi interventi di preparazione, ricorreva alla 911. Spesso si arrivava in pista, o alla partenza di un rally, con la stessa vettura, rapido cambio di gomme e via in gara. Nessuna altra vettura lo permetteva e l’affidabilità del flat six ti consentiva di ritornare tranquillamente a casa e di usarla tutti i giorni per andare al lavoro!

La 911 è sempre stata la regina in casa Porsche, ma c’è stato un periodo che la casa tedesca sembrava non credere più nella sua creatura e varò il progetto di nuove vetture a motore anteriore. È nata la 924, poi la 928 e la 944. Era la fine degli anni ’70 e la 911 aveva già superato i 15 anni di vita, mentre la dirigenza Porsche stava cambiando. Si doveva riorganizzare l’azienda, le lotte  interne erano feroci e Ferry Porsche decise di dare spazio a manager esterni alla famiglia che da sempre aveva tenuto saldo le redini della casa. La 911 era stata giudicata all’apice del suo sviluppo, troppo complicata e costosa da produrre. Mai valutazione fu più errata!, le nuove sportive a motore anteriore non decollarono mai tra gli appassionati che si continuavano ad identificare con il prodotto 911 e la dirigenza fu costretta a rivedere presto i piani produttivi con nuovi sviluppi della vettura a motore posteriore raffreddato ad aria.

Nasce così la serie 964, ed a seguire le nuove versioni della 911, con la serie 993, ultima raffreddata ad aria e la 996, la prima con il sei cilindri raffreddato ad acqua. La regina aveva rialzato nuovamente la testa e la 911 rimane ancora la Porsche in cui si identificano tutti gli appassionati e la vettura sportiva da competizione per eccellenza dopo 50 anni dalla sua nascita”.

 la Porsche 911 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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