Published on Agosto 19th, 2013 | by Massimo Campi
0Vittorio Brambilla ed il Gp di Zeltweg 1975
La gara della vita, verrà così ricordato il Gran Premio d’Austria del 1975 sul tracciato di Zeltweg per Vittorio Brambilla e tutti i sostenitori del pilota monzese.
Brambilla “The Monza’s Gorilla” come lo chiamavano gli inglesi, era un pilota con gli attributi, ed a trentotto anni suonati colse la sua unica affermazione in una gara iridata a coronamento di una lunga carriera anche se il punteggio assegnato fu dimezzato per via della sospensione anticipata della corsa.
Quel fine settimana iniziò nel peggiore dei modi, durante le prove accade il dramma di Mark Donohue. Il forte pilota americano è alla guida della March del team Penske. Cede una gomma all’ingresso della prima curva, esce di pista e va a sbattere contro le barriere formate dai cartelli pubblicitari. Il bilancio dello schianto è grave, nell’impatto la vettura di Donohue, ha falciato due addetti alla pista che muoiono praticamente all’istante, mentre il pilota visibilmente illeso è cosciente, ma vittima di un forte trauma alla testa ed è subito portato all’ospedale di Graz dove viene operato per rimuovere un grumo di sangue dalla zona cerebrale. Donohue durante l’operazione entra in coma e morirà tre giorni dopo senza mai essersi risvegliato.
La domenica, il 17 agosto, il cielo è plumbeo. Gli italiani affollano comunque le colline dell’Osterreichring per sostenere i loro idoli: le rosse di Niki Lauda e Clay Ragazzoni, Lella Lombardi, unica donna al via in F.1 e Vittorione Brambilla che corre con la March arancione sponsorizzata dalla Beta Utensili.
Dalla pole scatta Niki Lauda, al suo fianco James Hunt, con la Hesketh, in seconda fila ci sono Fittipaldi con la Mclaren e il sorprendente Hans Joachim Stuck con una March Ford. Clay Regazzoni con l’altra Ferrari è quinto, mentre Brambilla con la sua March arancione è ottavo sullo schieramento di partenza.
Arriva la pioggia e su pressione di Bernie Ecclestone i piloti vengano richiamati ai box per montare gomme da bagnato. Dopo 45 minuti sotto un autentico diluvio la gara prende il via. Alla partenza Lauda va in testa seguito da Hunt, ma è Depailler che con uno scatto fulminante sorprende tutti portandosi al terzo posto alla prima curva, arrivando quasi ad affiancare il duo di testa. Piove molto sulle colline della Stiria e dopo 15 tornate, Hunt sorpassa Lauda che ha la Ferrari assettata per l’asciutto, ma il motore della Hesketh fa le bizze e anche l’inglese è costretto poco dopo a rallentare. Molte sono le soste ai box, anche da parte dei piloti di testa. Ronnie Peterson che occupava una delle posizioni di vertice è costretto ai box per cambiare la visiera del casco e in tutto questo caos la March arancione del Vittorione continua a girare come un motoscafo tra i flutti sui saliscendi dell’ Osterreichring.
Il “gorilla” ha innestato la marcia trionfale, raggiunge Lauda già in evidente difficoltà e lo passa come se fosse fermo, poi approfittando delle soste degli avversari ai quali aveva comunque recuperato secondi su secondi, si porta in scia al leader Hunt. Al primo tentativo di attacco in staccata, il britannico resiste al roccioso brianzolo, ma poi il Vittorio, lo passa di forza al secondo assalto. È in testa alla gara, capisce che è la gara della sua vita, ora bisogna solo resistere sotto il diluvio. Brambilla continua a condurre imperterrito la corsa fino al 29° giro, quando il direttore di gara decide di sospendere la corsa a causa delle terribili condizioni meteo.
Vittorione taglia il traguardo da vincitore, è felice, alza le mani al cielo. La March arancione va in aquaplaning e Brambilla perde il controllo della monoposto andando in testacoda e danneggiando il musetto.
Quel muso farà per anni bella mostra come trofeo nell’officina di famiglia a ricordo di quella giornata memorabile fra le alpi austriache.