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domenica 13 Luglio 2025

F1 – Monte Carlo: Amarcord dal Principato

Di Carlo Baffi – Foto ©Enrico Ghidini

Curiosità storiche sulla corsa più glamour del calendario, nuova tappa del mondiale di F.1.

Archiviata Imola, il Circus ha raggiunto Monaco per disputare l’edizione numero 82 del Gran Premio nato nel lontano 1929. La sua incredibile storia ha regalato pagine epiche del motorsport, così come aneddoti curiosi che hanno contribuito a rendere unica una corsa che ha luogo su un circuito tanto anomalo quanto anacronistico. Il tre volte iridato Nelson Piquet parlando di Monte Carlo aveva testualmente dichiarato:” E’ come andare in bici nel salotto di casa.” Non a caso il pilota brasiliano non ottenne mai un successo, perché si sentiva a disagio in quel toboga. Ad aprire il nostro libro dei ricordi è Manfredi Ravetto. L’attuale titolare della Scuderia Ravetto & Ruberti (SR&R) presente nelle serie GT in diversi campionati e che per svariati anni ha operato in qualità di manager nella categoria regina.” Il Gran Premio di Monaco è un palcoscenico prestigioso e richiama da sempre, oltre agli ospiti vip, i munifici sponsors, le proprietà nonché i massimi vertici delle scuderie. Di conseguenza – procede Ravetto – ho sempre partecipato a meeting interminabili e molto animati. Procedendo in ordine cronologico partirei dal 2007, anno in cui era direttore finanziario Spyker motorizzata Ferrari. Proprio a ridosso di Monte Carlo avevo concluso un accordo commerciale con la Carrera, la popolare azienda italiana che produce occhiali per sciatori, la cui testimonial era Anja Paerson, la svedese medaglia d’oro nello slalom ai Giochi Olimpici di Torino 2006. La invitammo nel Principato per realizzare una sessione fotografica sulla nostra monoposto. L’avevo sempre vista in azione sul piccolo schermo e dal viso di ragazzina mi ero fatto l’idea che fosse minuta. Dal vivo invece ci ritrovammo davanti un’atleta non particolarmente alta, ma con una fascia muscolare straordinaria, in particolare negli arti inferiori. Da qui il problema: come farà a calarsi nell’abitacolo? Bella domanda. Fortunatamente, con una certa fatica ci riuscimmo e realizzammo il servizio con questa simpatica campionessa.”

Altre storie? “Beh, dobbiamo passare al 2010, allora ero all’HRT (Hispania Racing F1 Team, fondata da Adrian Campos in quell’anno – ndr.) con l’incarico di Direttore Generale. Il G.P. di Monaco era il 6° round stagionale, nonché il secondo europeo dopo Barcellona. Purtroppo nelle prime gare avevamo avuto alcuni incidenti con seri danni i quali ci avevano procurato problemi nella produzione dei ricambi, al punto che dovemmo centellinare le parti in carbonio della carrozzeria e dell’aerodinamica. In Spagna inoltre, accadde che Buemi con la Toro Rosso chiuse il nostro pilota Karun Chandhok strappandogli tutta l’ala anteriore. Pioveva sul bagnato e gioco forza arrivammo sette giorni dopo a Monte Carlo senza alcuna ala di scorta. Un handicap grossissimo visto che la pista si snoda tra guard-rail e muretti insidiosi. In quegli anni, le prove libere si disputavano il giovedì ed i nostri piloti, Bruno Senna e Chandhok girarono col freno a mano tirato per evitare rischi ed ulteriori danni. Nessuno dei due aveva mai corso a Monte Carlo su una F.1, per cui dicemmo loro di limitarsi a prendere confidenza con il percorso. Naturalmente guidando con cautela i loro tempo risultarono alti ed il caso volle che nella GP2 Series (gara di supporto ed attuale Fia F.2) che aveva già fatto le prove libere a ritmi sostenuti e beneficiando di un asfalto più gommato, un concorrente realizzò un crono più veloce del nostro. Un episodio che una parte della stampa utilizzò ad hoc per criticarci pesantemente facendo calare un clima pesante nella squadra. Il sabato però arrivò puntuale la riscossa, con le nostre F110 motorizzate Cosworth che si qualificarono con tempi migliori della serie cadetta. E la domenica, Chandhok si comportò dignitosamente. Peccato che al 70° dei 78 giri previsti Jarno Trulli, che gli era dietro sulla Lotus-Cosworth, tentò un assalto azzardato alla Rascasse provocando una collisione e salendo letteralmente sulla nostra macchina. Fortunatamente i piloti rimasero incolumi, ma purtroppo ciò pose fine ad una nostra gara che aveva preso una piega positiva ed a fine anno ci costò una posizione migliore nella classifica costruttori.

Per la cronaca il Gran Premio salutò una doppietta della Red Bull con Mark Webber davanti a Sebastian Vettel. Terzo fu un eccellente Robert Kubica al volante della Renault, davanti a Massa (Ferrari), Hamilton (McLaren-Mercedes) ed Alonso (Ferrari).

 

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