Di Carlo Baffi
L’olandese conquista la sua quarta vittoria consecutiva in riva al Santerno, freddando il poleman Piastri alla seconda curva con l’ennesima magia. La sua Red Bull s’è rivelata molto competitiva e s’è messa dietro le quotate McLaren di Norris e Piastri. Quarta e sesta la Ferrari, rispettivamente con Hamilton e Leclerc, che partivano 12° e 11° in quanto esclusi dalla Q3. Delusione per Antonelli, anch’egli non oltre la Q2 e ritiratosi per un problema all’acceleratore mentre era nella top-ten. Archiviata Imola, il Circus fa rotta verso Monte Carlo, sul palcoscenico più glamour del calendario.
Ha chiuso il conto appena partito, quando ha infilato Piastri che era scattato dalla pole e cercava di allungare. Da li in poi, Max Verstappen ha allungato gestendo al meglio la sua Red Bull rinata dopo un venerdì nero. Le McLaren hanno subito il ritmo della RB21, accontentandosi gioco forza del 2° e 3° posto. La Ferrari ha in parte riscattato il sabato nero che aveva visto entrambe le Rosse non superare la Q2. Bene la Williams a punti con Albon e Sainz. Delude la Mercedes, al traguardo solo con Russell, settimo, mentre Antonelli è finito ko per un guasto meccanico
Capolavoro! – In qualifica, Verstappen era arrivato a soli 34 millesimi da Piastri ed era pronto ad affrontarlo in un nuovo corpo a corpo. Quando si sono spenti i semafori, ha un po’ esitato lasciandosi scappare il poleman ed è stato assalito da Russell che scattava dalla seconda fila. Ha mantenuto la traiettoria esterna ed al Tamburello, intuendo che Piastri curava la Mercedes del britannico, mollava il freno più tardi tuffandosi nell’unico varco libero. Un rischio mica da poco, che però ha pagato. D’altronde non sarebbe noto come “Super Max”. Una volta primo, ha sfruttato l’aria pulita ed ha gestito perfettamente le gomme malgrado due safety car ed ha portato a termine un’altra mission impossible. Chapeau! Un’impresa che valorizza ancor più il 400° Gran Premio della Red Bull. Ma questa volta, rispetto al Giappone, non ha vinto solo l’uomo. Va riconosciuto il merito pure alla squadra capace di trasformare la macchina (e non è la prima volta) dopo un venerdì decisamente negativo; nelle libere 1, Verstappen era nervoso al punto di tirare un pugno sul volante. Una reattività fulminea quella del clan diretto da Chris Horner, da sempre una peculiarità in grado di fare la differenza. E se l’avversario sconfitto è la McLaren il segnale è importante. Il direttore tecnico Pierre Wachè s’è detto soddisfatto degli sviluppi introdotti e non ha nascosto la sorpresa nel vedere i rivali andare più piano del previsto. Da qui la domanda, la Red Bull sta risorgendo? E’ presto per dirlo, ma se così fosse, “Mad Max” avrebbe ottime possibilità per riconfermarsi campione, dato il suo talento che in questo momento non ha pari. Resta il fatto che la RB21 può essere domata solo dal quattro volte campione. Il suo compagno Yuki Tsunoda, cercando forzare ha rimediato un pauroso schianto in Q1 alla curva Villeneuve, con tanto di capottamento. Per sua fortuna è uscito illeso, grazie ancora una volta agli enormi progressi fatti dalla sicurezza. Uno schianto che ci ha riportato alla mente il volo di Rubens Barrichello alla variante bassa nel tragico fine settimana imolese del ’94. Per la cronaca, il nippon è terminato decimo dopo esser partito dal fondo.
Amaro in bocca – Avevano firmato l’uno-due in tutte le tre sessioni di libere e con la pole di Piastri, stavano già assaporando una nuova marcia trionfale. Invece Piastri, alla caccia del 4° centro consecutivo in una stagione (record che appartiene ad Ayrton Senna), ha creduto troppo presto di aver liquidato Max ed ha lasciato la porta aperta. Una leggerezza imperdonabile che gli è costata cara. Nell’errore, Oscar è comunque stato intelligente ad evitare il contatto, ragionando in ottica di classifica e portando a casa punti. Sperava di uscire alla distanza confidando nella MCL39, ma è andata diversamente. Nelle battute conclusive ha dovuto digerire anche il sorpasso del compagno Norris, che gli ha strappato la piazza d’onore. Piastri comanda sempre il mondiale piloti con 146 punti, ma i suoi inseguitori si sono avvicinati: Norris a 133 e Verstappen a 124. Plausibile la sua delusione nel post-gara, anche perché la lezione ricevuta dal Campione in carica è di quelle che ti ricordi per tutta la vita. Per quanto concerne Norris, è passato dall’amarezza per il quarto tempo in Q3, preceduto pure da Russell, alla prova d’orgoglio sfoderata in gara. Doveva assolutamente arginare il dilagante Piastri e c’è riuscito. Bravissimo a silurare Russell alla curva Villeneuve nel giro 11 ed altrettanto deciso quando ha avuto la meglio sul compagno durante la 58^ tornata. Davanti ai media, Lando ha riconosciuto la superiorità dei vincitori e s’è detto d’accordo con la decisione del proprio team a non imporre le famose “papaya rules”. In classifica ha ridotto a 13 lunghezze la distanza da Piastri, ancora leader, ma visto le performances del binomio Verstappen-Red Bull, la McLaren dovrà scegliere in fretta su chi puntare. Non solo… le parole del Team Principal Andrea Stella risuonano come un campanello d’allarme. S’è detto meravigliato della Red Bull: ”Noi non avevamo il loro passo per recuperare e riattaccare”. E’ imperativo quindi che a Woking prosegua lo sviluppo della MCL39 per mantenere quel margine di sicurezza sugl’immediati inseguitori. Ovviamente il discorso riguarda il mondiale piloti, perché sul fronte costruttori la McLaren ha preso il largo.
Brodino – Per il Cavallino Rampante l’onta dell’eliminazione in Q2 sarà difficile da dimenticare, soprattutto perché subita davanti al suo popolo, quello che ha preso d’assalto la Rivazza, come vuole la tradizione. Le scuse in mondo visione di un frastornato Charles Leclerc e quelle del team principal Frederic Vasseur sono state doverose. Di conseguenza ci si attendeva una reazione immediata ed alla fine il 4° e il 6° posto di Leclerc ed Hamilton hanno alleggerito un pochino il clima pesante che da tempo aleggia su Maranello. C’è comunque poco da festeggiare, perché il risultato non è frutto della risoluzione dei problemi ed inoltre continua ad essere al di sotto delle attese. Ricordiamoci sempre che alla vigilia dell’Australia i target dichiarati erano i due titoli. Per ora di più non si può fare, si deve lavorare e capire, questo è il mantra che viene ripetuto all’infinito dagli uomini in rosso. Nel post gara abbiamo visto un Leclerc col solito muso lungo, figlio della frustrazione del sabato e di una crisi tecnica logorante:” In gara la macchina riprende vita, però in qualifica non c’è e non si capiscono i motivi. Proviamo tanto al simulatore, ma la soluzione non l’abbiamo ancora trovata – così s’è espresso Charles, che a domanda specifica ha ribadito di nutrire ancora fiducia nel gruppo. Il monegasco partito 11°, ha corso col cuore cercando di ripagare i tifosi e malgrado la fortuna non l’abbia assistito (due Safety Car nei momenti sbagliati) ha chiuso 6°. Nelle fasi finali essendo a rischio penalty per aver portato Albon fuori pista, ha dovuto cedere la posizione prima al compagno e poi al thailandese della Williams. Per contro Lewis Hamilton arrivato ai piedi del podio, rispolverava un sorriso che non si vedeva da tempo. Da 12° in griglia e grazie alla sua esperienza, ha attaccato non commettendo il minimo sbaglio, supportato da una strategia azzeccata. Al 57° giro ha sopravanzato Russell, dopodichè ha raggiunto Albon e Leclerc che erano in battaglia ed ha passato la Williams finita larga. Ha poi avuto la meglio pure sul compagno che era meno veloce e pure sotto investigazione. Il quarto posto ha rivitalizzato “Sir Lewis”, il quale ha elogiato il lavoro svolto col suo ingegnere Riccardo Adami:” Siamo starti impeccabili e penso che a poco a poco stiamo arrivando. Dobbiamo solo sbloccare il potenziale in qualifica. Se fossimo partiti più avanti – ha proseguito l’inglese – avremmo lottato per il podio, cosa che non pensavamo fosse possibile. Speravo in qualche giro in più e forse avremmo potuto puntare al terzo posto…” Dunque una SF-25 dai due volti, con un passo gara promettente che in verità s’era notato già nelle libere. Una metamorfosi incomprensibile che da tempo tormenta la Rossa. Domanda: vale ancora la pena credere in questo progetto col 2026 ormai alle porte? Bel dilemma. Dopo il disastro in qualifica, Leclerc era stato sincero, come al suo solito:”… possiamo ribaltare le gomme e la macchina non va. Il potenziale di questa vettura non c’è.” Parole lapidarie fatte sentire dagli inviati di Sky Italia a Vasseur durante l’intervista in diretta. Il manager transalpino ha non poche gatte da pelare ed ha ribadito che occorre fare un salto di qualità in qualifica per evitare di partire dalle retrovie. Sostiene, al contrario dei suoi drivers che dalla SF-25 è possibile estrarre ancora del potenziale, ma ogni gara è un rebus.
Nemo profeta in patria – Mai come in questa occasione, la locuzione latina fotografa il fine settimana di Andrea Kimi Antonelli. Come all’esordio nelle libere di Monza nel 2024, aveva sulle spalle un carico di pressione elevatissimo. Correva a pochi chilometri dalla sua Bologna e le attività collaterali al Gran Premio l’hanno letteralmente assediato sin dai primi giorni della settimana. Emozioni particolari per questo 18enne che dopo aver coronato il sogno di essere in F.1 affrontava la gara davanti al pubblico amico. Un insieme di situazioni che distraggono e riducono i momenti di relax che per un pilota sono fondamentali prima di calarsi in macchina. Aggiungiamoci una Mercedes non in perfetta forma, con la quale Antonelli ha faticato nel trovare il giusto feeling sin dal venerdì. Siglato un promettente 4° crono nelle libere 3, il bolognese ha subito la doccia fredda per l’esclusione dopo la Q2, che l’ha fatto partire 13°. Da qui la scelta di schierarsi con le hard, una strategia che gli ha consentito di guadagnare posizioni nella prima parte di gara, beneficiando di una Virtual Safety Car. E’ riuscito pure a tenersi dietro per parecchie tornate il sette volte iridato Hamilton. Era ottavo, quando al 46° passaggio è stato tradito dall’acceleratore ed ha dovuto parcheggiare la sua Freccia nero-argento sul prato all’uscita della Tosa. Un altro rospo da ingoiare per Antonelli, che ha comunque affrontato le tante traversie senza perdere la lucidità. Giornate storte, che però contribuiranno ad accelerare la crescita di questo talento nel suo anno zero. A Monza gli era andata peggio col botto in Parabolica nelle PL1. Poco felice anche la domenica di Russell, il quale dopo aver centrato un ottimo 3° tempo in qualifica grazie alla scelta delle Pirelli gialle, è scattato bene per poi retrocedere fino a transitare 7° sotto la bandiera a scacchi.
Partenza col… botto – Siamo tutti concordi che quello di Imola sia un circuito che non perdona il minimo errore. Da qui il dubbio se la scelta di schierare il giovane Franco Colapinto al posto di Jack Doohan, sia stata un po’ avventata. L’argentino infatti, che di grinta ne ha da vendere, ha sciupato l’approdo in Q2 distruggendo la sua Alpine tra le curve 3 e 4 al termine della Q1, provocando la bandiera rossa. Flavio Briatore, team boss della scuderia transalpina, insoddisfatto del rendimento di Doohan, ha dato fiducia a questo 21enne chiedendogli di andar forte, fare punti e non sbattere. Purtroppo il tasto dolente è risultato ancora quest’ultimo punto. Sul finire del campionato scorso, il sudamericano (che aveva esordito a Monza) ha sbattuto due volte in Brasile distruggendo la sua Williams (sia in qualifica che in gara) ed a Las Vegas era andato a muro in Q2. Anche in Qatar finì ko, ma per colpa di Ocon che gli andò addosso. Come ha reso noto l’Alpine, Colapinto dovrebbe essere presente per almeno 5 gare, ma Briatore ha sottolineato che se arriveranno i risultati, il programma potrebbe prolungarsi. Sta di fatto che in questo secondo debutto, il “gaucho” è un sorvegliato speciale ed è bene che non dia ulteriore lavoro ai carrozzieri. Domenica ha concluso la gara 16°, fuori dai punti come Pierre Gasly sulla A535 gemella; il francese partiva decimo ed arrivato 13°.
Solide – Stupiscono di nuovo le Williams-Mercedes puntualmente a punti con entrambe le vetture. Dopo aver chiuso la Q3 con Carlos Sainz 6° ed Alexander Albon 7°, le FW47 hanno tagliato il traguardo col thailandese ottimo quinto ed il madrileno ottavo. I 40 punti di Albon in classifica (nella top ten in 6 G.P. su sette) contro gli 11 dell’ex ferrarista Sainz, la dicono lunga sulle sue capacità. E’ alla sua quarta stagione in quel di Grove e sta contribuendo notevolmente alla risalita di questa nobile decaduta.
Pilota di punta – Nell’anno del debutto, il 20enne Isack Hadjar vanta 7 lunghezze nella graduatoria piloti ed il 9° posto che ha regalato alla Racing Bulls nel G.P. di casa gli fa aumentare la considerazione all’interno del team. Più complicato il quadro di Liam Lawson, forse ancora segnato dal suo prematuro avvicendamento in Red Bull.
Miraggio – Dopo un inizio di stagione decisamente sottotono, l’Aston Martin è giunta ad Imola con importanti sviluppi tra cui il nuovo fondo. Ma se nelle libere l’AMR25 non aveva brillato, in qualifica, grazie alla scelta delle Pirelli medie (le soft C-6 non terminavano il giro complice un asfalto stressante) è arrivato l’exploit con Fernando Alonso e Lance Stroll approdati in Q3 e poi piazzatisi rispettivamente 5° ed 8°. Peccato che il miracolo non abbia trovato conferme in gara. Dopo un inizio promettente, le Aston Martin hanno perso via via posizioni ed hanno tagliato il traguardo in 11^ piazza con l’asturiano ed in 15^ col canadese.
Immagini Pirelli/Red Bull/ F1 press
Ordine d’arrivo:
1° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 63 giri
2° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 6″109
3° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 12″956
4° – Lewis Hamilton (Ferrari) – 14″356
5° – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 17″945
6° – Charles Leclerc (Ferrari) – 20″774
7° – George Russell (Mercedes) – 22″034
8° – Carlos Sainz (Williams-Mercedes) – 22″898
9° – Isack Hadjar (Racing Bulls-Honda) – 23″586
10° – Yuki Tsunoda (Red Bull-Honda) – 26″446
11° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 27″250
12° – Nico Hulkenberg (Sauber-Ferrari) – 30″286
13° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 31″424
14° – Liam Lawson (Racing Bulls-Honda) – 32″511
15° – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 32″993
16° – Franco Colapinto (Alpine-Renault) – 33″411
17° – Oliver Bearman (Haas-Ferrari) – 33″808
18° – Gabriel Bortoleto (Sauber-Ferrari) – 38″572
Ritirati:
Andrea Kimi Antonelli (Mercedes)
Esteban Ocon (Haas-Ferrari)
Classifica piloti:
1° Piastri 146 – 2° Norris 133 – 3° Verstappen 124 – 4° Russell 99 – 5° Leclerc 61 – 6° Hamilton 53 – 7° Antonelli 48 – 8° Albon 40 – 9° Ocon, Stroll 14 – 11° Sainz 11 – 12° Tsunoda 10 – 13 Gasly, Hadjar 7 – 15° Hulkenberg, Bearman 6
Classifica costruttori:
1^ McLaren-Mercedes 279 – 2^ Mercedes 147 – 3^ Red Bull-Honda 131 – 4^ Ferrari 114 – 5^ Williams-Mercedes 51 – 6^ Haas-Ferrari 20 – 7^ Aston Martin-Mercedes 14 – 8^ Racing Bulls-Honda 10 – 9^ Alpine-Renault 7 – 10^ Sauber-Ferrari 6