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giovedì 15 Maggio 2025

Correndo con l’amico Jochen

 

Testo di Mauro Borella – foto archivio Borella

Jochen Mass è stato un pilota famoso dagli anni ’70 ai ’90, correndo dalla Formula 1 alle vetture con le ruote coperte, dove ha ottenuto grandi vittorie.

Chi era Jochen?

Un campione, un pilota veloce, professionale, ma anche un compagno di avventure, come ci racconta Mauro Borella che ha corso più volte con il driver tedesco recentemente scomparso.

Jochen con Brian Johnson

“Jochen, ci hai fatto un bello scherzo. Sembrava proprio che le cose si stessero sistemando, ed invece… ci siamo conosciuti una ventina di anni fa, grazie all’amicizia comune con George Tuma e Jim Pace, miei cari compagni in tante avventure e promotori delle prime edizioni della 24 ore di Daytona storica, anch’essi purtroppo “già andati avanti”. Nei primi anni 2000 eravamo tutti e due ampiamente fuori dal giro delle gare moderne “serie”, e per divertimento partecipavamo agli eventi storici dove, ovviamente, tu eri sempre tra gli ospiti d’onore. Che fosse Goodwood, Spa-Francorchamps, Le Mans o Daytona potevi star sicuro che se c’era Jochen ci si divertiva, solo il sorriso che elargivi a chiunque appena arrivato in circuito la diceva tutta su chi eri e come sarebbe stato il weekend. Contrariamente ad alcuni tuoi colleghi più – diciamo così – seri, eri sempre disponibile e simpatico, e non per convenienza o altro.

con Jochen e Haywood

Siamo entrati subito in sintonia, e con te non era molto difficile. La parte più divertente erano i pranzi e le cene o comunque tutto ciò che succedeva fuori dal circuito, le risate e gli scherzi con gente come Brian Johnson si sprecavano. E ti piaceva molto stare a tavola, amavi il cibo, specialmente italiano. In pista facevi il tuo mestiere con estrema professionalità, ma senza mai far pesare (e ne avresti avuto tutto il diritto….) chi eri, quasi come se ti vergognassi di essere sempre tra i più veloci. Lo facevi in punta di piedi e con il sorriso, e quando qualcuno ti faceva notare che avevi fatto un “tempone” facevi una delle tue smorfie, ridevi e cambiavi discorso.

con Jochen e Fitzpatrick

Ricordo una delle volte che abbiamo guidato insieme una Porsche 911 a Daytona, vincendo la nostra classe. Alla fine della gara eri ancora in auto e dal finestrino ti ho urlato: “abbiamo vinto!”. Ti sei girato a guardare nel sedile del passeggero e mi hai detto: “ma chi, io?”. Poi alla premiazione non ti trovavano, eri andato a bere qualcosa, e sei arrivato all’ultimo a prendere la medaglia facendo una risata con la faccia di uno che dice “ma siete sicuri che è mia”? Questo era Jochen. Ultimamente ti avevo visto un po’ più fragile, con qualche macchia sulle braccia che non mi piaceva. Ma quando qualcuno ti chiedeva come stavi, ridevi. “Alles Gut”, tutto bene, e cambiavi discorso. Come al tuo solito. Ah caro Jochen, che peccato. E stavolta purtroppo non è uno scherzo. Mi sarebbe piaciuto rivederti e fare qualche altra risata con te, magari a Goodwood o a Le Mans. Salutami George e Jim, ti prenderanno in giro perché stavolta sei arrivato lassù dopo di loro. La prima e l’ultima volta che non sei il primo a tagliare il traguardo.

Un abbraccio dal tuo amico Mauro”.

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