Di Carlo Baffi – immagini©Pirellipress
A Shanghai, il poleman Piastri trionfa davanti a Norris, confermando la supremazia del team inglese. Terzo è un ottimo Russell su Mercedes. Disastro Ferrari, nel suo 1100° Gran Premio. Le due Rosse, giunte 5^ e 6^ con Leclerc ed Hamilton, vincitore nella “sprint race”, sono state squalificate perché trovate irregolari nei controlli a fine gara, per cause differenti.
A fare notizia non è tanto il dominio delle McLaren-Mercedes che hanno condotto in testa dal primo giro, bensì l’esclusione dalla classifica di entrambe le vetture di Maranello. Se quella di Charles Leclerc è stata trovata sotto il peso minimo, quella di Lewis Hamilton ha denunciato un’usura eccessiva del pattino situato nella parte inferiore del fondo. Stesso motivo che per cui è stato estromesso Gasly dell’Alpine. Una doccia gelata che arriva in un momento assai delicato per il Cavallino, reduce dall’esordio incolore di Melbourne che aveva originato una marea di critiche. Una mazzata che si aggiunge ai problemi ripresentatisi in qualifica e gara. Risultato che alimenta i dubbi sul repentino up & down della SF-25 che s’era imposta con autorità nella “garetta” del sabato con Lewis Hamilton, alla sua prima gioia in rosso. Per contro le monoposto di Piastri e Norris dilagano, la Mercedes si mostra solida e la Red Bull lotta seppur faticando con un indomito Max Verstappen.
Alto mare – Dopo l’Australia s’era pensato che la Ferrari fosse stata troppo brutta per essere vera ed il successo di Hamilton nel sabato di Shanghai aveva generato ottimismo per come era maturato. Figlio di un bell’acuto nella qualifica sprint del venerdì e proseguito per tutti i 19 giri del mini G.P. con un buon ritmo e senza patire il consumo gomme. Purtroppo la gioia sarebbe durata poche ore prima che si ripalesassero i fantasmi della settimana precedente. In qualifica Leclerc ed Hamilton hanno chiuso in 5° e 6° dietro McLaren, Mercedes e Red Bull. Allo spegnimento dei semafori, i due sono stati abilissimi nel sopravanzare Verstappen, ma si sono accidentalmente toccati. Il britannico ha proseguito senza noie, a differenza del monegasco che ci ha rimesso la bandella dell’ala anteriore. Un danno in cui ha perso il 30% di efficienza aerodinamica, ma che alla fine non gli ha compromesso pesantemente le performances, tant’è che il gap da Hamilton era sotto il secondo. La corsa è proseguita con i tecnici del Cavallino che hanno optato per due strategie diverse: una sosta per Charles e due per Lewis. Le SF-25 non sono però mai state in grado di lottare per il podio. Leclerc dopo un mancato assalto a Russell, è andato in crisi verso la fine e s’è dovuto arrendere a Verstappen, accontentandosi così di stare davanti al compagno. Un piazzamento non soddisfacente, ma che a fronte dell’affermazione di Hamilton non sarebbe stato contestato più di tanto. Poi il patatrac. La 16 di Leclerc è stata trovata di 1 chilo sotto il peso regolamentare previsto di 800 kg, dopo aver scaricato la benzina dal serbatoio e sostituita l’ala rotta. Sulla 44 di Hamilton invece, lo spessore del pattino era inferiore di ½ millimetro rispetto ai nove stabiliti dalla Fia. I rappresentanti della Scuderia, di fronte al collegio giudicante, ammettevano l’errore e di conseguenza è scattata la squalifica. Escludendo a priori il dolo, resta il fatto che questo epilogo è imbarazzante per i danni all’immagine di un marchio blasonato come quello di Maranello. Ha fatto seguito un comunicato ufficiale in cui la Ferrari ha reso noto la sanzione, così motivandola:” Charles ha seguito una strategia a una sosta e questo ha comportato un’usura molto elevata dei suoi pneumatici, causando un sottopeso dell’auto. Per quanto riguarda l’usura dello skid di Lewis, abbiamo valutato male il consumo per un piccolo margine. Non c’era alcuna intenzione di ottenere vantaggi. Impareremo da quanto accaduto e ci assicureremo di non commettere di nuovo gli stessi errori. Chiaramente non è il modo in cui volevamo concludere il nostro weekend del GP cinese, né per noi stessi, né per i nostri fan, il cui supporto per noi è incrollabile. Riconosciuta la topica e presentate le scuse, restano comunque i troppi dubbi sul rendimento altalenante della SF-25. Basta una minima variazione da terra per mandare in crisi la vettura. Non a caso il responsabile tecnico Loic Serra era rimasto a Maranello per studiare il comportamento della Rossa e vagliare dei correttivi. Se la tappa cinese era vista come una chance di riscatto, ora si guarda al Giappone come una sorta di ultima spiaggia, o giù di li. Quella di Suzuka è una pista che non perdona e nelle due settimane successive sono previsti gli appuntamenti in Bahrain ed Arabia Saudita: parliamo di tre gare attaccate, che lasciano pochi margini d’errore. La SF-25 dotata della nuova sospensione anteriore pull road, ha sicuramente del potenziale elevato, ammesso che resti il più vicino possibile all’asfalto. Una condizione troppo vincolante che potrebbe condizionare tutto il campionato della Ferrari.
Knock out – Se a Melbourne la doppietta era sfumata per un fuori pista di Oscar Piastri, l’australiano s’è subito rifatto in Cina. Secondo nella Sprint, autore della sua prima pole in carriera e pure della terza vittoria. Ha preceduto il compagno Norris, col quale ha siglato la 50^ doppietta McLaren. Pensare che il fine settimana non era cominciato sotto i migliori auspici, ma Andrea Stella & c. hanno trovato il bandolo della matassa, mandando al tappeto la concorrenza in gara senza però consumare eccessivamente le gomme. Norris, partito bene è sempre rimasto dietro a Piastri e nel finale, quando pensava di attaccare il compagno per bissare il successo di Melbourne, s’è ritrovato col pedale del freno lungo. Un disagio notevole che l’ha costretto a blindare la seconda piazza guardandosi dal minaccioso Russell, che aveva superato dopo la sosta. Su Piastri c’è ben poco da dire. La sua freddezza è eloquente, sia in corsa che sul podio. Nelle interviste post-gara ha sentenziato di essere lì per vincere e di non voler arrivare secondo, puntualizzando che Norris è un rivale molto forte. Ci sarà quindi da attendersi una lotta serrata tra i due probabili contendenti per il titolo piloti. Sul fronte costruttori, il team “papaya” guida la classifica dall’alto dei suoi 78 punti: 21 in più della Mercedes seconda e 42 dalla Red Bull terza.
Concreta – Sebbene non sia all’altezza della McLaren (team cliente), la Mercedes sta capitalizzando al massimo il suo potenziale. La W16 è sicuramente più competitiva del modello precedente e può solo crescere. George Russell, dopo la dipartita di Hamilton sa di essere il faro della scuderia e parla da leader:” Le McLaren corrono in un’altra categoria ed il terzo posto per ora è il nostro obiettivo.” Parole espresse dopo le qualifiche in cui era riuscito a centrare con un gran giro la prima fila. Al via è stato abilmente chiuso da una manovra decisa di Piastri, ma poi ha guidato con grande determinazione assicurandosi un podio meritatissimo. Peccato per Andrea Kimi Antonelli, sesto al traguardo. Il 18enne bolognese è scattato ottavo approdando finalmente in Q3, però subito dopo il via ha subito il danneggiamento del fondo complice il detrito perso da Leclerc nel contatto con Hamilton. Ciò ha compromesso l’efficienza della sua Freccia nero-argento e come è partito è arrivato. Grazie all’esclusione delle Ferrari, ha poi beneficiato della sesta posizione. Della serie, altri punti in classifica che aumentano la fiducia in un lavoro di apprendistato che sta avendo ottimi riscontri.
Tribolazioni – Fa specie non vedere Max Verstappen sul podio, a parte quello centrato nella Sprint Race alle spalle dell’eterno rivale Hamilton. Dopo le qualifiche (in cui era comunque 4°), l’olandese aveva ammesso una certa preoccupazione per una RB21 troppo lenta, opinione avvalorata dalla corsa. E’ partito male ritrovandosi addirittura dietro alle Ferrari, ha tenuto duro per poi rivitalizzarsi nel fase finali sopravanzando con facilità Leclerc e guadagnando così un 4° posto proficuo. Che la monoposto di Milton Keynes, partorita nell’era dopo Newey, non sia al top è sotto gli occhi di tutti e solo il talento del tre volte campione tiene a galla una scuderia che si ritrova per l’ennesima volta alle prese con il dilemma della seconda guida. L’anno scorso Sergio Perez era finito sul banco degli imputati fino ad essere licenziato a fine stagione, oggi il calvario ha come protagonista Liam Lawson. Nel 2024, il 23enne neozelandese aveva disputato gli ultimi sei round sulla Racing Bull al posto di Ricciardo, approdando per due volte nella top ten ed arrivando sempre al traguardo. Elementi che indussero i vertici dei “bibitari” a promuoverlo in prima squadra accanto a “Mad Max”. Malauguratamente l’ottimismo iniziale è svanito sin dalle qualifiche di Melbourne dove non ha passato la Q1 per poi andare a muro nel G.P. Passa una settimana: parte 20° nella Sprint per finire 14°, si arresta alla Q1 e si piazza 12° la domenica. Lui stesso riconosce la fatica di adattarsi alla RB21, una monoposto (come del resto le precedenti) cucita su misura per Verstappen. Numeri impietosi che materializzano nubi minacciose sul suo prosieguo in Red Bull. Conosciamo bene il modus operandi di Helmut Marko, inflessibile sul rendimento dei propri drivers. Si vocifera di un possibile cambio della guardia già a partire dal Giappone in programma il prossimo 6 aprile, in cui potrebbe calarsi nell’abitacolo della RB21 Yuki Tsunoda. Il combattivo pilota della Racing Bulls, che la scorsa stagione figurava inizialmente come potenziale erede del volante di Perez. Le ipotesi però spaziano anche oltre la galassia Red Bul coinvolgendo pure Franco Colapinto, il 21enne argentino attuale riserva dell’Alpine, su cui Briatore ha un occhio di riguardo. A nostro avviso, un eventuale taglio prematuro di Lawson (che verrebbe retrocesso alla Racing Bulls) non sarebbe la soluzione ideale per risolvere i guai della scuderia anglo-austriaca, in cerca di un pilota che porti punti pesanti in ottica costruttori. Già nel 2024 ha lottato con una sola punta, ossia Max. In difesa di Lawson parla il passato, che ha prodotto vittime illustri tra i compagni del cannibale olandese, tra questi un certo Ricciardo che a suo tempo era alquanto quotato. Insomma se il secondo sedile della Red Bull scotta, è perché impera il fattore Max e se poi la macchina non è manco più l’astronave di una volta (che alimentava pure i sogni di gloria di Perez), si comprendono le fatiche di una matricola. Da qui la domanda: Tsunoda sarebbe in grado di domare immediatamente la RB21? Per di più debuttando nella corsa di casa con una pressione psicologica al massimo. Il rischio sarebbe quello di bruciare un altro pilota. Ma sappiamo che Marko non esita rischiare. Ricordiamoci quando nel 2016 dirottò il giovane Verstappen sulla Red Bull al posto di Kvyat in corso d’opera. Era il G.P. di Spagna, l’oranje era alla sua 2^ stagione in F.1 e s’impose sbalordendo tutti. Certo, parliamo di un fuoriclasse eccezionale e Marko, molto probabilmente, sapeva di avere un asso nella manica. Per cui è forse più logico concedere a Lawson altre prove d’appello, magari su quei circuiti come Suzuka e Bahrain di sua conoscenza.
Reazione – Grande plauso alla Haas-Ferrari che dopo un deludente esordio in Australia, s’è ampiamente riscattata portando a punti entrambe le vetture: Esteban Ocon 5° ed il rookie Oliver Bearman 8° (sempre al netto delle Ferrari squalificate). Partivano rispettivamente 11° e 17°, ebbene sono risaliti grazie ad una strategia azzeccata ed ai sorpassi, in particolare quelli del britannico che ha regolato Lawson, Doohan, Sainz e Gasly dopo un bel combattimento alla tornata 40.
Costante – Il settimo posto di Alexander Albon (10° in qualifica) conferma il valore della Williams-Mercedes, a cui si aggiungono il primo punto di Carlos Sainz (scattato 15°) giunto decimo. Se osserviamo la classifica costruttori impressiona vedere il team inglese fondato dal mitico Sir Frank, “Cenerentola” fino all’anno scorso, trovarsi a pari merito con la Ferrari: 17 punti per ambedue.
Formichina – Se l’Aston Martin è ancora riuscita ad entrare nella top ten, lo deve a Lance Stroll che aggiunge un 9° posto al 6° di una settimana fa. Punti d’oro quelli arpionati dal canadese, soprattutto se consideriamo le difficoltà che sta attraversando la compagine di Silverstone. Lance ha saputo amministrare le sue Pirelli dure montate sin dall’inizio, quando era 14° in griglia e le ha sostituite per ultimo al passaggio 36. Fernando Alonso, punta di diamante del team, sta vivendo un vero e proprio inizio da incubo. Dopo il crash australiano, ha alzato bandiera bianca per noie ai freni al 4° dei 56 giri previsti (unico ritirato).
Double face – Fine settimana dai due volti per la Racing Bulls. Ottima al sabato con il rookie Isack Hadjar settimo e Yuki Tsunoda nono dopo la Q3. Opaca la domenica e terminata fuori dai punti: 11° il transalpino e 16° il nippon che nelle fasi conclusive è stato costretto ad un terzo pit-stop per sostituire l’ala anteriore con la bandella danneggiata; cedimento avvenuto in rettilineo. Una nota positiva la si può trarre dal rendimento del 20 enne Hadjar, che dopo lo sconforto di Melbourne e biasimato da Marko, s’è riscattato mostrando di avere carattere.
In salita – E’ decisamente poco brillante l’avvio per l’Alpine-Renault. Anche la Cina non ha riservato soddisfazioni, con Pierre Gasly squalificato (è arrivato 11° col 16° crono in qualifica) e l’esordiente Jack Doohan 13° (18° in griglia), sanzionato anch’egli (10” di penalty) per aver portato fuori strada Hadjar in un duello. La squadra d’oltralpe rimasta ancora a bocca asciutta, è l’unica a figurare a quota zero.
Ordine d’arrivo
1° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 56 giri 1.30’55″026
2° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 9″748
3° George Russell (Mercedes) – 11″097
4° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 16″656
5° Esteban Ocon (Haas-Ferrari) – 49″969
6° Andrea Kimi Antonelli (Mercedes) – 53″748
7° Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 56″321
8° Oliver Bearman (Haas-Ferrari) – 1’01″303
9° Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1’10″204
10° Carlos Sainz (Williams-Mercedes) – 1’16″387
11° Isack Hadjar (Racing Bulls-Honda) – 1’18″875
12° Liam Lawson (Red Bull-Honda) – 1’21″147
13° Jack Doohan (Alpine-Renault) – 1’28″401 **
14° Gabriel Bortoleto (Sauber-Ferrari) – 1 giro
15° Nico Hulkenberg (Sauber-Ferrari) – 1 giro
16° Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
** 10″ di penalità
Squalificati
Charles Leclerc (Ferrari)
Lewis Hamilton (Ferrari)
Pierre Gasly (Alpine-Renault)
Ritirato
Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes)
Classifica Piloti
1° Norris 44 – 2° Verstappen 36 – 3° Russell 35 – 4° Piastri 34 – 5° Antonelli 22 6° Albon 16 – 7° Stroll, Ocon 10 – 9° Hamilton 9 – 10° Leclerc 8 – 11° Hulkenberg 6 – 12° Bearman 4 – 13° Tsunoda 3 – 14° Sainz 1
Classifica Costruttori
1^ McLaren-Mercedes 78 – 2^ Mercedes 57 – 3^ Red Bull-Honda 36 – 4^ Williams-Mercedes, Ferrari 17 – 6^ Haas-Ferrari 14 – 7^ Aston Martin-Mercedes 10 8^ Sauber-Ferrari 6 – 9^ Racing Bulls-Honda 3